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Baghdad: il vertice dell’indecenza
Analisi di Michelle Mazel
(traduzione di Yehudit Weisz)
Emmanuel Macron Il presidente Emmanuel Macron ha portato ancora una volta il suo bastone da pellegrino a Baghdad per partecipare a una “Conferenza dei vicini”. Citando Le Monde del 28 agosto, “ questa iniziativa diplomatica irachena, organizzata in partenariato con la Francia e dedicata a sostenere la stabilità del Paese ospitante, ad allentare le tensioni in Medio Oriente e all'integrazione economica regionale”. Il quotidiano ha precisato che secondo fonti dell'Eliseo si tratterà ovviamente di Afghanistan e “che si tratterà di insistere sulla lotta al terrorismo, sulla stabilizzazione, sul rispetto dei diritti delle donne, sul dialogo.” Non c'è dubbio che le dichiarazioni del Capo di Stato francese siano state ascoltate con particolare attenzione dalla platea dei Capi di Stato e dei ministri riuniti per l'occasione e in particolare: il Presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi, Sua Maestà il Re Abdullah di Giordania , l'emiro Tamim bin Hamad del Qatar, il primo ministro kuwaitiano Khaled Al-Hamad Al-Sabah, il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu. Senza dimenticare il ministro degli Esteri saudita, il vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Rashid Al Maktoum e infine questo cavaliere dei diritti dell'uomo e della donna che è il nuovissimo ministro degli Esteri dell'Iran, Hossein Amirabdollahian.
Il ministro degli Esteri dell'Iran, Hossein Amirabdollahian Si noti che la Siria, sebbene vicina, non ha avuto diritto nemmeno a uno strapuntino, poiché il suo presidente Bashar Assad è considerato non frequentabile dalla Francia. Sembra che le turpitudini del carnefice di Damasco facciano impallidire quelle del carnefice di Teheran. Apparentemente queste eminenti personalità sono venute per discutere di come meglio aiutare l'Iraq. “L' Iraq liberato dal terrorismo ha bisogno di una ricostruzione”, ha affermato il signor Amirabdollahian, il cui Paese sta finanziando e armando le milizie sciite che seminano il terrore in Iraq. “La Turchia è pronta ad aiutare l'Iraq nella sua lotta al terrorismo ” gli ha fatto eco il capo della diplomazia di Ankara che moltiplica i raid contro l'autonomia curda del Kurdistan iracheno. “La Francia è impegnata a fianco dell'esercito iracheno nella guerra al terrorismo” , ha detto il presidente francese, che ha insistito sul fatto che le sue forze rimarranno nel Paese anche dopo l'annunciato ritiro delle truppe americane dall'Iraq. I media occidentali hanno sottolineato l'importanza dell'incontro, in occasione di questo vertice, tra il rappresentante saudita e quello degli ayatollah. Sabato infatti, Ali Shamkhani, segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano, ha accusato Joe Biden di minacciare illegalmente l'Iran; durante il suo incontro con il primo ministro israeliano il presidente americano, aveva assicurato che non avrebbe permesso all'Iran di sviluppare armi atomiche, aggiungendo che se la diplomazia non fosse stata sufficiente, avrebbe fatto ricorso ad altri mezzi.” L'enfasi sull'utilizzo di altre opzioni equivale a minacciare illegalmente un altro Paese e stabilisce il diritto dell'Iran a ricambiare... contro le 'opzioni disponibili'”, ha affermato il signor Shamkhani. Non è noto se questa dichiarazione sia stata apprezzata dalle personalità riunite a Baghdad; tutti sanno che l'Iran, armato di armi nucleari, avrebbe mano libera per intraprendere il raggiungimento del suo obiettivo principale, trasformare il Medio Oriente in una vasta mezzaluna sciita sotto la sua tutela, cancellando nel mentre le monarchie sunnite dell'Arabia Saudita e del Golfo, per non parlare di Israele.
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