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La Repubblica Rassegna Stampa
28.08.2021 'Iran terrorista, pericolo per tutto il mondo': l'intesa Bennett-Biden
Cronaca di Anna Lombardi

Testata: La Repubblica
Data: 28 agosto 2021
Pagina: 10
Autore: Anna Lombardi
Titolo: «'L’Iran va fermato esporta terrorismo'. Intesa Biden-Bennett»

Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 28/08/2021, a pag.10 con il titolo " 'L’Iran va fermato esporta terrorismo'. Intesa Biden-Bennett", la cronaca di Anna Lombardi.

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Anna Lombardi

Bennett aides to travel to DC for meetings with Biden staff ahead of PM's  visit | The Times of Israel
Naftali Bennett, Joe Biden

Isaia 49:18: «"Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si radunano, vengono da te..."». Il premier israeliano Naftali Bennett ha iniziato così, con una citazione biblica, l’atteso incontro di ieri a Washington con il presidente americano Joe Biden. Bilaterale slittato di un giorno per colpa del grave attacco di giovedì a Kabul che ha costretto il Commander- in-chief a trascorrere la giornata nella Situation Room coi consiglieri militari. Una citazione profetica, certo, omaggio a quella fatta dal presidente Usa in onore dei marines uccisi, solo poche ore prima, quando sempre citando Elia (6:8) Biden aveva detto: «Ho sentito il Signore chiedere: "Chi andrà per noi?". Ho risposto: "Sono qui. Prendi me"». Ma anche il modo di Bennett per riaffermare la profonda amicizia fra i due paesi: «Quel passaggio significa che i figli del popolo ebraico torneranno alla loro terra. Un’antica profezia, oggi realtà di Israele. Anche grazie all’importante ruolo in tal senso avuto da lei, signor presidente, per così tanti anni», ha detto, strappando un sorriso a Biden: «Già, molti anni. Ho conosciuto ogni vostro capo di governo a partire da Golda Meir».

È andato decisamente bene l’incontro fra i leader dei due paesi, «faro di un mondo molto tempestoso », secondo la definizione data dall’israeliano nel corso dei colloqui. Nonostante fossero entrambe pressati dal momento particolare affrontato: la disastrosa uscita dall’Afghanistan per il presidente Usa. E il tentativo di evitare l’ennesima escalation di tensioni a Gaza, cercando allo stesso tempo di tenere in piedi la maggioranza risicata e disomogenea per Bennett. Un incontro, d’altronde, decisamente importante per i due leader, entrambe bisognosi di prendere le distanze dal forte legame dei loro predecessori, Donald Trump e Benjamin Netanyahu. In qualche modo rafforzato proprio dall’attentato del giorno precedente. Con Bennett ad offrire fin da subito sostegno all’amico americano telefonandogli per primo, come poi ribadito quando i due si sono finalmente stretti la mano nello Studio Ovale, con un’ennesima mezz’ora di ritardo rispetto al programma: «Sappiamo bene come vi sentite. Israele è circondata. Intorno a noi ci sono Isis, Hezbollah, Hamas e vogliono tutti la morte degli israeliani. Dobbiamo darci fiducia e sostegno ». Naturalmente, è soprattutto di Iran che si è discusso. Giacché pure se la linea del nuovo primo ministro, diverge da quella di Netanyahu, nella sostanza non cambia: Teheran mina la sicurezza di Israele e dei suoi alleati arabi, «è il primo esportatore di terrorismo e va fermato». Biden, l’ha subito rassicurato: «Preferiamo ancora la via diplomatica, ma se fallirà ci saranno altre opzioni. Non gli permetteremo mai di acquisire l’arma nucleare ». In agenda, oltre ai rapporti con la Cina e la questione delle relazioni con i palestinesi, anche gli aiuti militari americani, ovvero le forniture americane del nuovo sistema anti-missile Drome. E la questione vaccini, con Israele che ha già somministrato la terza dose a tre milioni di persone. Sì, un incontro all’ombra del sangue versato in Afghanistan, che sembra proprio un nuovo inizio per i rapporti fra i due Paesi.

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