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Italia Oggi - Il Dubbio Rassegna Stampa
26.08.2021 Afghanistan: gay lapidati. Ma a Berlino è doppio standard di giudizio contro Israele
Commento di Roberto Giardina, intervista di Alessandro Fioroni a Stefano Chinotti

Testata:Italia Oggi - Il Dubbio
Autore: Roberto Giardina - Alessandro Fioroni
Titolo: «I gay di Berlino contro Israele - 'Coi Talebani le persone Lgbt moriranno lapidate'»
Riprendiamo oggi, 26/08/2021 da ITALIA OGGI, a pag. 12, l'articolo di Roberto Giardina dal titolo "I gay di Berlino contro Israele"; dal DUBBIO, a pag. 8, l'intervista di Alessandro Fioroni dal titolo 'Coi Talebani le persone Lgbt moriranno lapidate'.

Ecco gli articoli:

ITALIA OGGI - Roberto Giardina: "I gay di Berlino contro Israele"

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Roberto Giardina

Non si può ragionare con complottisti e negazionisti, perché in fondo anche loro non sanno bene chi sia il nemico che li minaccia. Come era rassicurante ai tempi del terrorismo credere che l'Italia fosse minacciata da un grande vecchio che tramava dall'estero. Oggi fa meno paura un gruppo di scienziati e di politici che trama per ucciderci e cambiare il mondo, di un virus che continua a cambiare. Come è possibile che a Roma o a Milano si sia scesi in strada contro il green pass paragonato alla stella gialla degli ebrei durante il nazismo. Il primo, piaccia o no, è un lasciapassare per la libertà, la stella era una condanna a morte. Ma allo stesso tempo, chi protesta accusa gli ebrei di essere i responsabili, o i complici, della creazione e della diffusione del Corona. L'untore è sempre un estraneo, e gli ebrei sono sempre colpevoli, come ironicamente si cantava con autoironia nel Lied di Friedrich Hollaender, «se nevica, se tuona, se fa caldo o freddo, la colpa è sempre degli ebrei», sulla musica dell'Habanera di Bizet. A Berlino è avvenuto di peggio. A un Queer party, nei giorni scorsi, omosessuali, lesbiche, trans, e quanti si riconoscono nel movimento LGBT hanno condannato Israele a sostegno dei palestinesi, e hanno troncato la collaborazione con un techno club, il Blank, perché troppo filo ebraico. Grottesco. Nella striscia di Gaza, e in diversi paesi arabi, quelli che hanno partecipato al party, i «Buttons», andrebbero incontro a una brutta fine. L'omosessualità non è tollerata. Lo ha raccontato il quotidiano Die Welt, in un lungo articolo. Israele è considerata una meta ideale per gli omosessuali, un paradiso di libertà anche sessuale e di democrazia. A Tel Aviv si può festeggiare, andare per strada fra i compagni o fra compagne senza paura. A pochi chilometri, nei paesi vicini, in Libano o altrove, si rischia la vita. Nella striscia di Gaza, Hamas non tollera alcuna devianza. Per avere diritto all'asilo, in Italia o in Germania, bisogna dimostrare di essere perseguitati in patria. Molti giovani che giungono da Tunisia, Algeria, Marocco, paesi in cui gli europei possono andare in vacanza, dichiarano di essere omosessuali. Vengono giustamente accolti, e non viene loro chiesto di dimostrare che sia vero. L'omosessualità è odiata e perseguitata dallo Stato, anche la sessualità femminile, che istiga le donne all'autodeterminazione e alla emancipazione. In sintesi, quanti ballavano colorati e allegri al party di Berlino, hanno protestato contro se stessi. L'omosessalità in tutte le sue forme è proibita in 70 paesi membri delle Nazioni Unite. Ma il nemico è Israele che opprime e perseguita i palestinesi vittime dell'apartheid imposta dagli ebrei, accusati persino di praticare un genocidio come i nazisti. Strano che i palestinesi siano circa 13 milioni (un milione e mezzo in Israele), e nel `67, l'anno della guerra dei sei giorni, fossero poco più di due milioni. A Gerusalemme ci sono deputati arabi, giudici della Corte Costituzionale, ufficiali dell'esercito, e diplomatici. Israele oasi della libertà sessuale? A Berlino si ha una spiegazione. E’ uno stratagemma politico, una finzione, per ottenere solidarietà internazionale e continuare la politica antipalestinese. Le idee sono confuse e si denuncia anche quanti controllano la vita notturna berlinese: chi sono? Tutti tedeschi bianchi. Ma anche il collettivo dei «Buttons» è in grande maggioranza formato da bianchi europei, parecchi anche gli italiani. Gli immigrati arabi sono rari. Non è un caso che il titolo della serata fosse «Cocktail d'Amore», in italiano. I «Buttons» hanno giá raccolto oltre 500 firme di solidarietà. Berlino era considerata (ed è) la capitale omosessuale d'Europa. Il 10% dei 3,5 milioni di abitanti sarebbe omosessuale, anche se credo che questi calcoli siano difficili. Ora in certi quartieri è pericoloso per strada farsi riconoscere come omosessuali, si rischia di essere aggrediti da immigrati musulmani giunti negli ultimi tempi. A ottobre a Dresda, un giovane siriano ha ucciso a coltellate un omosessuale e ferito il suo compagno, perché passeggiavano mano nella mano.

IL DUBBIO - Alessandro Fioroni: 'Coi Talebani le persone Lgbt moriranno lapidate'

Notizie di Stefano Chinotti - BergamoNews
Stefano Chinotti

Soltanto quattro giorni fa un giudice vicino al movimento taleban, Gul Rahimi, ha sentenziato pubblicamente che le persone omosessuali vanno perseguite e giustiziate. Nessuna attenuante, nessuna via di mezzo, solamente il supplizio per quella che lui giudica la massima delle perversioni, atti contro natura e contro Dio. Queste le sue raggelanti parole: «Per loro ci possono essere solo due punizioni: essere lapidati sulla pubblica piazza oppure schiacciati da un muro che gli cadrà addosso». In una macabra osservazione da "banalità del male" , il magistrato ha anche aggiunto che la misura del muro dovrà essere standard: «Tra i 2,5 e i 3 metri». Esternazioni che restituiscono il senso del pericolo che la comunità Lgbt corre in questo momento in Afghanistan con la riconquista del potere da parte degli studenti coranici che ha riportato indietro la società di vent'anni. Appena termineranno i ponti aerei e le ultime truppe internazionali lasceranno il paese centro-asiatico il nuovo regime fondamentalista darà il via alla caccia grossa. Caccia ai dissidenti, ai collaborazionisti, alle donne che non accettano i dettami della sharia, e, naturalmente agli omosessuali. Per questo motivo 139 organizzazioni di legali si sono mobilitate in questi per chiedere alle autorità internazionali che si faccia tutto il possibile per difendere i diritti di tutti i soggetti vulnerabili, le categorie che più rischiano la rappresaglia morale degli studenti coranici. L'idea principale è quella di aprire dei corridoi umanitari permanenti, dedicati a chi tenta di fuggire, corsie che serviranno a mettere in salvo chi è in pericolo di vita, tra questi ci sono anche i legali e le legali che tentano di difendere queste persone e a che causa della loro attività rischiano seriamente di essere uccisi anch'essi con le modalità più arcaiche e feroci. L'avvocato Stefano Chinotti fa parte della Commissione pari opportunità del Consiglio nazionale forense, occupandosi proprio di chi vive una condizione difforme dal punto di vista dell'orientamento sessuale, ossia dei diritti delle comunità Lgbt , ci parla delle iniziative che si stanno mettendo in campo per proteggere le persone dalla furia dei talebani.

Avvocato, di fronte a quale situazione ci troviamo in questo momento e che iniziative state prendendo? Sostanzialmente la Commissione si sta concentrando sulle donne che in questo particolare passaggio rappresentano l'emergenza umanitaria principale, stiamo cercando di monitorare la situazione per capire quali sono le iniziative più opportune da prendere anche se ancora non è stata messa in campo una strategia definita. Si sta comunque facendo pressione affinchè le autorità internazionali salvaguardino in qualsiasi modo i diritti civili anche se allo stato attuale non sembra esserci molta possibilità di interloquire riguardo alla condizione delle persone Lgbt

State seguendo dei casi in particolare? Non in maniera specifica, la Commissione segue con preoccupazione cosa sta accadendo alla comunità Lgbt e alle donne che sono a rischio della loro vita in ogni istante. Per il momento abbiamo fatto sottoscrivere un appello a tutti i comitati per le pari opportunità indirizzato alle autorità italiane e internazionali.

A rischio ci sono anche i legali che cercano di difendere i diritti delle persone cosiddette vulnerabili come nel caso di Latifa Sharifi della quale si sta occupando il Cnf e l'Oiad Si, accanto alla comunità Lgbt e alle donne afghane ci sono tutti e tutte coloro a cui viene inibito con la forza di esercitare la propria attività forense per salvaguardare i diritti civili e le garanzie della difesa. Ciò non succede solo in Afghanistan ma anche in altri paesi come, ad esempio, la Turchia di Erdogan. Moltissimi colleghi e colleghe vengono non di rado imprigionati proprio perché tentano di far valere i diritti dei loro clienti e ai quali vengono associati.

Quali prospettive immagina per l'Afghanistan? Il ritiro delle truppe occidentali, statunitensi in primis, dopo venti annidi guerra, ha determinato una situazione che possiamo definire letteralmente in divenire, Non so che succederà nelle tappe successive ma i segnali di questi giorni parlano chiaro e non sono per niente incoraggianti, basti pensare alle parole pronunciate dal giudice talebano il quale ha dichiarato che le persone Lgbt devono essere perseguite, condannate, lapidate o seppellite sotto un alto muro.

Dal punto di vista concreto come funzionerà la macchina della solidarietà? Appena le idee saranno più chiare e la situazione sul terreno sarà più definita verrà sicuramente attuata una strategia composta da azioni fattive e concrete come quella del sostegno finanziario e dell'accoglienza per chi scappa dal regime integralista dei talebani.

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