Riprendiamo da LIBERO di oggi, 24/08/2021, a pag.4, con il titolo "Liberata l'italiana anti-islam" il commento di Maurizio Stefanini.
Maurizio Stefanini
Ikram Nazih
«Ikram Nazih è stata liberata». Così Enzo Amendola, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei, ha annunciato la risoluzione del caso della studentessa italo-marocchina che lo scorso 28 giugno era stata condannata per oltraggio alla religione musulmana. Uscita alle 16, ha commentato: «Sono felice, mi sento liberata da un grande peso, non vedo l'ora di andare ad abbracciare mia nonna qui in Marocco, per tutto questo tempo è stata in apprensione e ha sofferto molto per questa vicenda. Dopo voglio tomare ai miei studi». Ventitrè anni, la ragazza è nata a Vimercate, ma i genitori sono entrambi marocchini, appunto di Marrakesh, ed ha entrambe le cittadinanze. Quando aveva due anni si erano trasferiti in Francia, e lei studia Giurisprudenza a Marsiglia. Ma nel 2019, su Facebook postato un commento scherzoso sulla Sura 108 del Corano. Al-Kawthar è il titolo in arabo: «L'Abbondanza». «1. In verità ti abbiamo dato l'abbondanza. 2. Esegui l'orazione per il tuo Signore e sacrifica! 3. In verità sarà colui che ti odia a non avere seguito». «Il versetto del whiskey». Lo aveva poi cancellato quasi subito, ma una associazione religiosa marocchina aveva fatto in tempo a denunciarla, per avere «offeso pubblicamente l'islam». Così, quando si è presentata alla dogana dell'aeroporto di Rabat, lo scorso 20 giugno, col presentare il passaporto marocchino invece di quello italiano è saltata subito fuori dagli archivi quella denuncia di cui evidentemente non sapeva niente; altrimenti non le sarebbe venuto in mente di recarsi proprio a Marrakesh per passare le vacanze estive a casa dei parenti. Proprio lì è stata portata ai domiciliari, in attesa del processo. Dopo una settimana, le hanno dato tre anni e mezzo di carcere, più una multa da 4800 euro. Lei all'avvocato ha negato di avere scritto quel messaggi. Lo avrebbe ricevuto da suoi contatti. Il Marocco è considerato uno dei Paesi più tolleranti del mondo islamico, e i 2 anni di pena per offesa alla religione islamica, 5 anni se in pubblico o i sui Social, vanno raffrontati ad esempio alla pena di morte che si rischia per blasfemia in Pakistan. Però il "reato" era stato comunque commesso in Francia da una cittadina italiana, e viene dunque il dubbio se chiunque di noi nell'entrare in Marocco potrebbe essere arrestato, se qualcuno segnala alle autorità locali che a esempio ha detto qualcosa tipo «non credo che Maometto sia stato un vero profeta».
MOBILITAZIONE POLITICA Dopo che l'interrogazione del deputato della Lega Massimiliano Capitanio ha avviato una mobilitazione di politici, media e cittadini, la relativa pressione ha avuto effetto non nel senso che è stata revocata la condanna, ma semplicemente nel senso che è stata ridotta a due mesi, in modo da poterla scarcerare per fine pena. «Nel processo d'appello sono state ascoltate le ragioni della difesa e, grazie all'ottima collaborazione istituzionale con le autorità locali, Ikram uscirà di prigione», ha chiosato Amendola, ricordando pure «i solidi rapporti tra Italia e Marocco, frutto di un partenariato strategico». Ma le autorità marocchine mantengono il principio che se qualcuno in territorio europeo dice o scrive qualcosa considerata blasfema per l'islam, viene denunciato e si presenta alle sue frontiere, si ritengono in diritto di arrestarlo e condannarlo.
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