Un lungo articolo, questo di Aldo Baquis, fatto interamente di parole in libertà spacciate per analisi politica. Ci racconta tutti i dettagli - conosciuti evidentemente solo da lui, del programma di governo di Netanyahu, condendoli anche con varie amenità, come questa: Vuole richiamare in patria un ambasciatore che non si è dimostrato eccessivamente aggressivo. Chi sarà mai questo ambasciatore? Mistero. Che cosa avrà mai fatto? Mistero. Da quando in qua l'aggressività - possibilmente eccessiva - fa parte delle doti richieste ai diplomatici? Mistero. Narra poi il solerte giornalista che gli israeliani tornano a interrogarsi sulla natura dell'uomo che vorrebbe soppiantare Sharon Ma siamo davvero sicuri che gli israeliani, in un momento come questo, non abbiano proprio nient'altro da fare? Baquis no, evidentemente: non ha proprio nient'altro da fare, e si lancia con un pezzo di bravura nella fantapolitica: Perché il neoeletto aveva sì servito in una unità di élite israeliana, ma aveva anche trascorso metà della sua vita negli Usa. Là aveva completato gli studi universitari, là si era fatto notare per la prima volta dall'ambasciata israeliana di Washington, là aveva servito come ambasciatore alle Nazioni Unite. Aveva dunque dell'incredibile che l'uomo tornato da Washington fosse riuscito in breve tempo a conquistare la vetta del Likud, soffiando il posto a vecchie volpi della politica, come Yitzhak Shamir, Ariel Sharon, David Levy, Ehud Olmert, e poi fosse eletto premier, dopo un drammatico confronto con Shimon Peres. Quali forze politiche ed economiche lo sostenevano e sospingevano da lontano? Mah ... che ci sia dietro un qualche complotto ebraico? Ma Netanyahu non era stato eletto dagli israeliani? Tutti succubi delle forze politiche ed economiche che lo sostenevano e sospingevano da lontano? Ci sembra poi di ricordare che all'epoca Shamir aveva già un po' di anni, mentre Sharon era ancora in castigo per via di Sabra e Chatila, il che riduce di un bel po' la concorrenza ... La fantanarrazione prosegue poi con le macchinazioni di Netanyahu ("la sua insistenza sulla lotta al terrorismo" - in un momento in cui saltava praticamente un autobus al giorno e dal Libano arrivavano attacchi a rotazione continua) che gli avrebbero assicurato l'appoggio di non meglio precisati "ambienti cristiani conservatori" (sta' a vedere che adesso abbiamo anche il complotto cristiano dei Savi del Vaticano!). Diventa addirittura ameno quando, con non celata sorpresa, riferisce che Secondo due terzi degli israeliani, il principale fallimento di Sharon non è l'intifada palestinese Evidentemente due terzi degli israeliani si ricordano - ma Baquis no - che la cosiddetta intifada, in realtà guerra terroristica, non è scoppiata con Sharon, bensì con Barak. E subito dopo ritorna a Netanyahu, raccontandoci della sua "volontà implacabile e persuasione di essere l'Uomo del Destino per Israele": l'ha sentito dire da Netanyahu in persona? E conclude l'articolo riportando una frase della moglie dell'ex e forse futuro primo ministro: Se gli israeliani non lo vorranno, possiamo anche fare le valigie. E che Israele vada al diavolo Non ci è mai capitato di veder riportate le dichiarazioni di una qualche ochetta palestinese spacciandole per un programma di governo: come mai per Israele invece si fa? Invitiamo i lettori di informazionecorretta ad inviare la propria opinione alla redazione dell'Espresso. Cliccando sul link sottostante si aprirà un' e-mail già pronta per essere compilata e spedita.