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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Sempre la stessa ottusità dell’Europa 18/08/2021
Sempre la stessa ottusità dell’Europa
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


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Bisogna vedere con che gioia maligna qualcuno si stia godendo il voltafaccia americano in Afghanistan mentre i media dedicano lunghi articoli all'evacuazione dell'ambasciata e dei cittadini americani, evocano le somme favolose versate dall'America nella guerra contro i Talebani e le patetiche imprese di un esercito di oltre trecentomila afgani addestrati ed equipaggiati da esperti americani. Quel qualcuno dovrebbe invece chiedersi per chi suona la campana. Il fallimento dell'America è anche quello del mondo libero. Un mondo che per troppo tempo ha lasciato gli Stati Uniti soli, a combattere la minaccia dell'Islam radicale. Ci hanno speso miliardi di dollari e hanno sacrificato migliaia di soldati. Nell’indifferenza più totale. L'Iran continua il suo programma nucleare, concentrandosi sulla costruzione di missili balistici a lungo raggio in grado di trasportare delle testate nucleari, capaci di raggiungere l'Europa. E cosa sta facendo l'Europa? Esorta Washington a tornare all'accordo del 2015, negoziato dal Presidente Obama, all'insaputa dei suoi alleati del Golfo e di Israele e sta intensificando gli sforzi per eludere le sanzioni imposte da Donald Trump, che aveva compreso il pericolo e aveva rifiutato l'accordo. Ma chi può credere che l'abbandono delle sanzioni e il ritorno all'accordo, quali che siano le garanzie che accompagnano queste misure, fermeranno gli Ayatollah nella loro corsa alla bomba? L'Iran ha ipotecato il suo futuro per ottenere armi nucleari. È risaputo che la ragion d'essere del regime degli Ayatollah è la realizzazione del loro grande progetto. Riguarda la creazione di una mezzaluna sciita su tutto il Medio Oriente, l'annientamento delle monarchie del Golfo e la distruzione di Israele, un prerequisito per conquistare il resto del mondo.

L'Europa si rifiuta di guardare in faccia questa realtà. Ma non c'è solo l'Iran. In Iraq gli americani sono stati lasciati soli. Lo stesso in Siria. Invece di incoraggiare l'iniziativa di pace in Medio Oriente del Presidente Trump, ”L’Affare del Secolo”, i Paesi europei si sono rifiutati di aderire. Invece di applaudire gli Accordi di Abramo e di incoraggiare altri Paesi a unirsi per fare un fronte comune contro le minacce di Teheran, l'Unione Europea ha tirato i freni in nome della sacrosanta questione palestinese. Oggi si rallegra dell'avvento di una nuova amministrazione a Washington, che, sotto l'impulso dell'estrema sinistra del Partito Democratico, chiede sostegno ai nemici di Israele. Ma non si tratta solo del Vicino e del Medio Oriente. Gli americani sono stanchi di farsi carico della NATO da soli. Vorrebbero vedere i Paesi membri pagare la loro giusta quota degli enormi costi di questa organizzazione, il cui scopo essenziale è di proteggerli. Quindi oggi cominciano ad esserne stufi. Riappare la tentazione di tornare all'isolazionismo, di chiudersi in se stessi e di dedicare tutte le proprie risorse alla nazione americana. Il Presidente Biden non è lontano dal farsi convincere. L'Iran pensa di giungere alla meta. La Russia di Putin, la Cina e persino la Turchia di Erdogan stanno aspettando il loro momento.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


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