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Libero Rassegna Stampa
17.11.2002 Hilarion Capucci secondo David Maria Jeager
Libero intervista il portavoce della custodia della Terra Santa su Hilarion Capucci

Testata: Libero
Data: 17 novembre 2002
Pagina: 9
Autore: Renato Farina
Titolo: «Capucci disonora la Chiesa»
Riportiamo un articolo di Renato Farina pubblicato su Libero domenica 17 novembre 2002.
"Il 30 agosto a Rimini, al Meeting di Comunione e Liberazione, ho interrogato in pubblico, dinnanzi a circa mille persone, padre David Maria Jeager, portavoce della Custodia di Terra Santa, insomma la voce più autorevole della Chiesa cattolica su Israele e Palestina. Padre Jeager, ebreo, cittadino israeliano, non è certo rienuto un falco, passa anzi per amico dei palestinesi. Ha risposto anche a un paio di domande sull'arcivescovo Hylarion Capucci, tornato d'attualità in questi giorni per le lettere anti-Fallaci della Lega araba e degli intellettuali guidati da Gianni Vattimo e Franco Cardini.
"Ogni volta che si parla di Chiesa e Israele salta fuori il nome di Hylarion Capucci. E si cita sempre ad esempio dell'ambiguità vaticana questo famoso.."
"Infame più che famoso"
"Accidenti è tosto il suo giudizio. Perchè lo giudica così? E perchè non ci sono allora provvedimenti canonici e continua ad essere arcivescovo?"
"Si tratta di una persona veramente infame. Un delinquente che ha disonorato il nome di Cristo e dei cristiani, oltre che del sacerdozio e dell'episcopato. Era il Pastore delegato di una piccola comunità di rito Melchita, vivente a Gerusalemme e dintorni, che negli anni dopo l'occupazione israeliana di quelle zone, dopo il '67, si dimostrò molto vicino alle autorità israeliane, collaborando molto con loro e che pare avesse avuto anche altri interessi personali, non proprio compatibili con la dignità sacerdotale oltre che episcopale. Ciò lo rese passibile di ricatto da parte di gruppi terroritici (palestinesi ndr), che lo indussero a trasportare per loro armi esplosive nella sua auto ufficiale. A quel tempo le autorità israeliane rispettavano moltissimo i prelati cristiani che potevano attraversare senza controlli le frontiere tra Israele e gli Stati nemici attorno. Monsignor Capucci quindi si sarebbe avvalso di questa facoltà, dietro i ricatti operati su di lui dai terroristi, per trasportare armi esplosive, che poi sarebbero servite negli attentati. Fu catturato, detenuto, processato e condannato a 12 anni, che direi è troppo poco. Però, non appena in prigione, cambiò e si fece, da collaboratore degli israeliani, paladino della causa palestinese ex ipso facto, mica avrebbe ammesso pubblicamente di essere stato ricattato. E quindi orchestrò tutta una campagna internazionale di richieste. Faceva lo sciopero della fame e Papa Paolo VI, nella sua bontà infinita, chiese al governo, al presidente di Israele d'allora, la grazia. Non contestò le accuse, ma chiese la grazia, un atto di misericordia: farlo uscire di prigione anticipatamente. Erano due anni, due anni e mezzo di prigionia e per vie diplomatiche, promettendo che questo signore non si sarebbe mai più intromesso nelle questioni mediorientali che riguardano Israele - perchè lui non è più palestinese, è siriano - fu rilasciato. Ma appena uscito, violò le promesse e da allora continua a fare i fatti suoi. E' vero a quanto si sa che non è stato assoggettato ad alcuna pena canonica e la spiegazione di questo fatto non posso certo darla io, perchè non è sotto la giurisdizione nostra della Custodia di Terra Santa. Bisogna chiedere alle autorità competenti."
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