Italia-Emirati: il caso delle armi e il doppio standard delle 'associazioni per i diritti' Commento di Luca Liverani
Testata: Avvenire Data: 07 agosto 2021 Pagina: 11 Autore: Luca Liverani Titolo: «Yemen, pressing della Camera per fornire armi agli Emirati»
Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 07/08/2021, a pag. 11, la cronaca di Luca Liverani dal titolo "Yemen, pressing della Camera per fornire armi agli Emirati".
L'Italia, come molti altri Paesi, produce e vende armi in tutto il mondo: non è chiaro perché dovrebbe essere un problema farne commercio proprio con gli Emirati mentre non lo è con altri Paesi per nulla democratici. Lo strabismo delle associazioni che chiedono di annullare l'esportazione di armi dall'Italia agli Emirati mira a colpire l'asse sunnita pragmatico che ha firmato gli Accordi di Abramo con Israele e si oppone al predominio iraniano sull'intero Medio Oriente.
Ecco l'articolo:
Altolà dell'associazionismo al pressing per riaprire le esportazioni di armi verso gli Emirati Arabi Uniti. Dopo la revoca del governo Conte 2 alle licenze della Rwm, che dalla Sardegna ha esportato migliaia di bombe e missili verso la coalizione saudita in guerra contro lo Yemen, la commissione Esteri della Camera ha chiesto al governo di rivedere le restrizioni che, di fatto, hanno spinto Abu Dhabi ad annunciare il ritiro delle truppe dallo Yemen. Per le associazioni una decisione così grave deve passare per una nuova votazione. «Ma proprio la revoca delle licenze - sottolinea Rete italiana Pace e disarmo - ha sortito l'effetto del ritiro». Il segnale della commissione Esteri della Camera, che raccoglie il malumore delle aziende di armi, è arrivato nei giorni scorsi. Il Bollettino delle giunte e delle commissioni riferisce di una «valutazione favorevole» al superamento delle «misure restrittive» verso gli Emirati Arabi Uniti, per «rafforzare la cooperazione strategica con i Paesi del Golfo che, come nel caso degli Emirati Arabi Uniti, hanno assunto una nuova e più responsabile postura nella regione a sostegno di dialogo, pace e stabilità». E si cita «l'impegno nel contrasto al terrorismo», il sostegno umanitario all'Onu «per la popolazione yemenita», infine «il ritiro delle forze armate dal conflitto yemenita». Da qui l'opportunità di «rilanciare le relazioni bilaterali, rivitalizzando la cooperazione politica, economica, militare». Rete italiana Pace e Disarmo interviene per precisare che, diversamente da quanto riportato da alcuni giornali, «non c'è mai stato alcun embargo» dell'Italia verso Emirati Arabi o Arabia Saudita», ma solo «la revoca di sei licenze di forniture di bombe e missili». Le associazioni poi, parlando di «indebite pressioni sulla politica», sottolineano che la sollecitazione sull'esecutivo «non è una risoluzione della Camera» ma una semplice «Comunicazione congiunta della Commissione Affari al Parlamento Europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo». La rete di associazioni sottolinea quindi che «le misure restrittive sulle forniture di armamenti agli Emirati Arabi erano state decise dal governo Conte a seguito di precise mozioni votate dalla commissione Esteri della Camera». E allora, «se davvero la situazione in Yemen è cambiata», la commissione dovrebbe approvare una nuova mozione. In realtà, conclude Rete Pace e Disarmo, «proprio le numerose risoluzioni del Parlamento Europeo, che per anni ha chiesto di imporre un embargo verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi», assieme alle decisioni di Italia e vari Paesi europei «di revocare le licenze di forniture di armamenti, hanno contribuito all'annuncio da parte degli Emirati di ritirarsi dallo Yemen».
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