Ieri ho fatto il terzo vaccino
Commento di Deborah Fait
Domenica in Israele si è aperta la campagna per il terzo vaccino anti Delta per gli over 60. Ho telefonato alla mia kupat holim (cassa malati) per prenotarmi e, in men che non si dica, martedì mattina ero davanti all'infermiere di turno. Un paio di domande sulla mia situazione di salute, sulle reazioni avute dopo i primi due vaccini e in un secondo ero già fuori. "Stai seduta qui fuori per 15 minuti", mi ha raccomandato il ragazzo e così ho fatto. Non ho avuto nessuna reazione, sono stata bene ieri, ho dormito bene durante la notte e sto altrettanto bene oggi, il braccio mi fa male solo se lo tocco ma lo muovo bene come sempre, tutto regolare, insomma.
Naftali Bennett
Da domenica, nel giro di poche ore, dopo l'appello di Naftali Bennett alla popolazione, più di 45.000 persone avevano già ricevuto la terza dose che dovrebbe valere fino al 31 dicembre. Poi vedremo come si evolverà la situazione. Israele è il primo paese ad essere partito per proteggere i soggetti più fragili e gli anziani con il vaccino Pfeizer ma leggo sui media che fra qualche mese seguiranno altri per impedire a questa nuova mutazione del virus di fare ulteriori stragi. La gara tra il virus e i vaccini è in corso da due anni, siamo stati rinchiusi, abbiamo visto molti anziani morire, abbiamo sopportato ogni sorta di limitazioni, per le strade d'Europa vi sono state anche manifestazioni violente contro le mascherine e contro il green pass. Alcuni, senza vergogna, hanno paragonato quest'ultimo alla Shoah e vanno a manifestare con le stelle gialle incollate sulle magliette. Un'indecenza assoluta di cui ho già scritto ampiamente. Anche in Israele c'è chi protesta ma in modo più tranquillo forse perché siamo abituati a stringerci come un sol uomo e a seguire le regole del governo durante le tante guerre vissute. Siamo abituati a pensare anche agli altri, alla comunità intera, durante le guerre e il terrorismo in migliaia rispondiamo al grido "serve sangue" e le file sono interminabili. Sappiamo che il vaccino non protegge solo noi, individualmente, ma tutto il paese e allora nessuna campagna "contro" ci ferma. Ieri mattina eravamo in tanti ad aspettare il nostro turno e nei 15 minuti di sicurezza che seguivano, il chiacchiericcio era allegro e speranzoso. Io credo nella scienza e in chi ne sa più di me, credo nel bene del paese e mi auguro che, anche chi protesta e si illude di saperne di più, alla fine si convinca che vaccinarsi è l'unico mezzo per uscire da questa maledizione che ci è cascata così, tra capo e collo, lasciandoci senza fiato e spaventati.
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"