Il dittatore Erdogan e i migranti Cronaca di Gabriella Colarusso
Testata: La Repubblica Data: 01 agosto 2021 Pagina: 10 Autore: Gabriella Colarusso Titolo: «Troppe crisi ai confini, Erdogan alza un muro contro i migranti»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 01/08/2021, a pag.10, con il titolo "Troppe crisi ai confini, Erdogan alza un muro contro i migranti", la cronaca di Gabriella Colarusso.
Gabriella Colarusso
Recep Tayyip Erdogan
Il collasso dell’Afghanistan, con i talebani che hanno conquistato larga parte dei confini del Paese, e le tensioni in Iran, dove le proteste per l’acqua hanno mobilitato un’ampia fetta della popolazione, sono un problema serio per la Turchia di Recep Tayyip Erdogan. Ankara teme che l’unione di queste due crisi, insieme ai problemi che già esistono sul versante siriano, possa provocare una nuova ondata di immigrati al confine orientale, alimentando il malcontento di una parte consistente della popolazione turca che mal sopporta la presenza nel Paese di oltre 4 milioni di profughi, in gran parte siriani. Così due giorni fa Emin Bilmez, governatore della provincia orientale di Van, che confina con l’Iran, ha annunciato la costruzione di un nuovo muro in cemento che dovrebbe estendersi per circa 64 chilometri, con più di 3 che sono stati già eretti. Il valico di Van è la porta di accesso dei migranti che arrivano dall’Iran, spesso afgani che tentano la traversata a piedi. Nelle ultime settimane, il numero di migranti che hanno cercato di entrare in Turchia dalla rotta orientale è cresciuto, secondo le autorità locali, e questo ha spinto il governo ad accelerare sulla costruzione del muro. «Il numero di rifugiati che abbiamo fermato al confine l’anno scorso è di circa 105mila. Quest’anno ha già superato i 55mila», ha spiegato Bilmez. Qualche giorno prima il portavoce del ministero dell’Interno e viceministro Ismail Catakli aveva parlato di 62mila migranti irregolari fermati alla frontiera est, precisando però che la situazione è sotto controllo. Nelle scorse settimane sui social media sono circolati molti video che mostravano immagini di migranti accalcati al confine con l’Iran ma secondo Metin Corabatir, il presidente del centro di ricerca su asilo e migrazione di Ankara «è troppo presto per parlare di un afflusso di massa» anche se è vero che c’è un aumento degli arrivi. La questione migratoria è una miccia nella politica interna turca: l’opposizione la usa per attaccare Erdogan, il presidente per alimentare la sua propaganda nazionalista e il potere di influenza e ricatto nei confronti dell’Europa. La Turchia al momento ospita 4 milioni di rifugiati, il numero più alto al mondo, si stima che almeno 3,7 milioni siano siriani, la seconda nazionalità più numerosa è quella afgana, con circa 200mila richiedenti asilo, anche se non ci sono statistiche ufficiali. Il ritiro degli Stati Uniti e la rapida avanzata dei talebani stanno spingendo moltissimi afgani, soprattutto di classe media, a lasciare le proprie case per paura di ritorsioni. L’approdo per molti è Kabul, la capitale che è ancora sotto il controllo governativo, ma tanti altri tentano la via dell’emigrazione. Secondo l’alto commissariato Onu per i rifugiati, dall’inizio dell’anno circa 270mila afgani sono stati sfollati all’interno del Paese a causa dell’insicurezza e della violenza, portando così a 3,5 milioni il numero degli sfollati interni. I 64 chilometri di muro turco tra Van e l’Iran dovrebbero essere terminati entro fine anno e si aggiungono ai 149 c hilometri già costruiti in diversi punti del confine lungo le province di Agru, Hakkari, Igdir. Una parte dei fondi per costruirlo potrebbero venire anche dai soldi europei. Dopo i 6 miliardi stanziati con l’accordo del 2016, a giugno Bruxelles ha promesso alla Turchia altri 3 miliardi di euro per il periodo 2021-2023 perché trattenga i migranti sul suo territorio evitando che raggiungano l’Europa.
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