Se non piove, l'Iran dà la colpa a Israele Analisi di Vito Anav
Testata: Libero Data: 29 luglio 2021 Pagina: 13 Autore: Vito Anav Titolo: «Se non piove, l'Iran dà la colpa a Israele»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 29/07/2021, a pag. 14, con il titolo "Se non piove, l'Iran dà la colpa a Israele", il commento di Vito Anav.
Vito Anav
La notizia, rimbalzata nei comunicati di varie agenzie di stampa, recante come fonte l'agenzia di stampa governativa iraniana è di per sé bombastica, eclatante: Teheran comunica di aver arrestato un certo numero (non precisato) di agenti del Mossad (nomi e nazionalità ignote). Gli agenti stranieri, prosegue l'agenzia governativa iraniana, sono stati arrestati mentre tentavano di varcare clandestinamente il confine occidentale della Repubblica islamica. Se provenissero dalla Turchia o dall'Iraq non lo si specifica. In loro possesso sono stati rinvenuti fucili da caccia, pistole e bombe a mano. Se la notizia non fosse così fumosa, sembrerebbe proprio che l'Iran questa volta abbia fatto il colpo grosso! Di tanto in tanto l'Iran, trasmette dichiarazioni di questo tipo. Una volta si tratta di agenti del Mossad, un'altra di spie americane, l'importante è mantenere accesa la tremolante fiaccola che illumina le colpe esterne. Sono sempre gli "altri" ad avercela con loro, a destabilizzare, a causare problemi interni. In questo caso gli arrestati, accusati di appartenere a una «rete di spionaggio» guidata dal Mossad, avrebbero ricevuto l'ordine di «aiutare i manifestanti, compiendo azioni terroristiche ed attentati contro personalità del regime». Le manifestazioni a cui si accenna sono scoppiate settimane fa per protestare contro l'inefficienza del governo nell'affrontare la grave siccità (la più grave negli ultimi 50 anni) che attanaglia il Paese. Particolarmente critiche sono le condizioni della popolazione nell'area del Khuzestan (regione a Sud Ovest) ed è li infatti che si riscontrano gli episodi di maggior violenza. Il tentativo di spostare il focus dall'incapacità governativa di affrontare la crisi idrica verso "agenti esterni" è maldestra e poco credibile.
E' vero che agenti del Mossad hanno operato (e probabilmente operano) in Iran, valga per tutti l'esempio del furto dell'archivio nucleare iraniano nel 2018, di cui Israele si è assunta la piena responsabilità, ma lo fa a ben più alti livelli e con ben più sofisticati mezzi di fucili da caccia e pistole. E difficile, inoltre, credere che sia una pura coincidenza che la notizia dell'arresto dei componenti della "rete di spionaggio" giunga subito dopo la divulgazione, da parte della britannica Sky News, di alcuni documenti segreti in cui si descrivono i piani dell'unità 13 dei servizi di spionaggio iraniani per attaccare obbiettivi civili quali navi da trasporto e pozzi petroliferi con mirati attacchi cyber. La notizia dell'arresto ha pertanto almeno due scopi: distogliere la vessata popolazione iraniana dai problemi della malgestita siccità e controbattere alle accuse di preparazione di attacchi cyber contro civili a opera dei servizi iraniani. Ad aggiungere preoccupazioni circa gli aggressivi piani iraniani giunge l'affermazione di Dany Yatom, ex capo del Mossad, che lunedì ha dichiarato: «Israele deve preparare un piano alternativo, il Presidente Usa Joe Biden non si è mai impegnato a impedire all'Iran di diventare una potenza pre-nucleare (cioè in possesso di tutti i mezzi per poter produrre la bomba atomica) ma solo che non permetterà la produzione della medesima». E noto il detto italiano: «Piove, governo ladro». Potremmo ora coniarne un altro in Farsi: «Non piove, è colpa d'Israele».
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