Iran, chi protesta chiede acqua, lavoro e diritti. Il regime risponde con la repressione Commento di Anna Mahjar-Barducci
Testata:La Ragione Autore: Anna Mahjar-Barducci Titolo: «In Iran crescono la rivolta e la rabbia contro il regime degli Ayatollah»
Riprendiamo dalla RAGIONE di oggi, 24/06/2021, a pag. 5, l'analisi di Anna Mahjar-Barducci dal titolo "In Iran crescono la rivolta e la rabbia contro il regime degli Ayatollah".
Anna Mahjar-Barducci
Gerusalemme — Nonostante il silenzio della comunità internazionale, in Iran continuano da settimane le proteste contro il regime degli Ayatollah. Gli iraniani vogliono un cambiamento di regime e lo hanno già dimostrato con il boicottaggio delle elezioni presidenziali dello scorso 18 giugno, trasformate in un referendum contro il governo degli Ayatollah, in cui solo un 40 per cento della popolazione era andato alle urne. Da giugno, infatti, manifestazioni per i diritti fondamentali — come il lavoro e l'accesso all'acqua — si stanno moltiplicando in tutto il Paese, trasformandosi in vere e chiare proteste contro il leader supremo Ali Khamenei. In particolar modo, gli abitanti del Khuzestan — una regione a maggioranza araba nel sud-ovest del Paese dove cinque milioni di persone sono rimaste senza accesso all'acqua potabile — accusano il governo di negare loro ogni diritto e di essere trattati senza rispetto. Nella città di lzeh pochi giorni fa centinaia di persone sono scese per le strade gridando: «Morte a Khamenei» e «Khamenei deve essere ucciso!».
Proteste in Iran
A queste manifestazioni le autorità iraniane stanno rispondendo con violenza, tirando gas lacrimogeni e sparando contro la folla, ottenendo così il risultato di far crescere ancor più il malcontento. Vari dissidenti iraniani hanno confermato la morte di almeno dieci manifestanti, aggiungendo che ci sarebbero anche dozzine di feriti. Su Twitter aumentano anche gli hashtag in inglese, farsi e arabo: #Protestelraniane #KhuzestanHaSete, #KhuzestanNonHaAcqua e soprattutto #MorteAKhamenei. Le autorità iraniane sembra che abbiano bloccato o perlomeno rallentato la connessione a Internet nel Khuzestan. Ma per quanto il regime cerchi di mettere a tacere i manifestanti, la rabbia contro la Repubblica islamica continua. Alcuni utenti iraniani minacciano su Twitter: «Se un milione di manifestanti esce per le strade di Teheran non possiamo essere né uccisi né arrestati. In un giorno possiamo rovesciare il regime». Sempre online, vari utenti iraniani hanno paragonato le manifestazioni alle recenti proteste a Cuba contro il regime: come i cubani sono contro la rivoluzione castrista del 1959, gli iraniani sono contro la rivoluzione islamica del 1979. Persino un noto influencer iraniano ed esperto di cucina, conosciuto come Mr. Taster, ha utilizzato su Instagram la canzone "Patria y Vida", slogan delle manifestazioni a Cuba, le cui parole suonano chiare non solo per i cubani ma per gli stessi iraniani: «È finita [per voi], voi siete il 1959 ]il 1979 per l'Iran], noi siamo il 2020... Non più bugie, il mio popolo chiede libertà».