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Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 22/07/2021, a pag.2 con il titolo "Per Beppe Grillo i cubani hanno una bella faccia a lamentarsi", il commento di Diego Gabutti.
Diego Gabutti Beppe Grillo A dimostrazione che tra Elevati, e anche un po' tra Comici, ci s'intende sempre, Beppe Grillo loda sul suo blog il comunismo carioca che i Castro Brothers (l'uno morto, per l'altro la va a pochi) hanno lasciato in eredità ai cubani. Come fantasmi e vampiri con un revolver alla cintura, una bottiglia di rum nella tasca della sahariana e un grosso sigaro cacciato tra i denti, Raúl e Fídel Castro ancora infestano l'isola, ridotta a castello di Frankenstein, una location da horror film novecentesco. Ma ride bene chi ride ultimo, come stanno dimostrando le rivolte anticomuniste di questi giorni. Tumulti che il Garante, elevandosi a guerrigliero, disapprova; i cubani tremano. Ieri, al grido di «arrestate me», difendeva dallo sgarbo d'un processo il figlio Ciro accusato di stupro (quando semmai stava soltanto esercitando, se i fatti saranno confermati, una sorta di jus primae noctis sulle turiste ubriache, com'è diritto feudale degli eredi al trono nel Granducato di Belinia-Vaffonia).
Oggi è strillando «abbattete me» che Beppe Grillo s'erge in difesa del Muro dell'Avana. In tempi più tempestosi del nostro, quando il comunismo era una cosa spaventosamente seria, a difendere la tirannia vudù dei fratelli Castro, che secondo Mario Vargas Llosa, non hanno fatto che «pisciare in testa ai cubani» per sessant'anni, erano grandi potenze (Cina, URSS) e movimenti comunisti attivi in tutto il mondo. Oggi a «elevarsi» in difesa del regime castrista sono rimasti Beppe Grillo, un po' anche il papa justicialista e tale «Frei Betto, teologo della liberazione, scrittore e politico brasiliano», secondo il quale ci vuole un bel coraggio, da parte dei cubani irriconoscenti, a ribellarsi contro gli utopisti barbuti che hanno garantito loro, rimettendoci di tasca propria, «tre diritti umani fondamentali: cibo, salute e istruzione». Frei Betto, citatissimo nel blog belinvaffista, è uno strano teologo. Invece di sfamare gli affamati, lui nega che abbiano fame. Tutta scena: «Ci sono brioches per tutti! Smettete di lamentarvi». Teologo lui pure, l'Elevato approva. È infatti nel nome d'«un mondo più giusto» che a Cuba viene arrestato chi bestemmia contro il regime. A Cuba è giusto, per capirci, che gli omosessuali finiscano nei campi di lavoro a tirar su canne da zucchero e zitti. A Cuba, insomma, tutto è lecito. Così il Granduca. E se il Granducato diventasse una Contea? Be', in questo caso toccherebbe al Conte pagare il conto del ristorante, tipo l'altro giorno a Marina di Bibbiona. Come a Cuba, dove a pagare sono i cubani e non i capipartito, anche nel Granducato di Belinia-Vaffonia è ius pecuniae che il Granduca dimentichi sempre il portafoglio a casa.
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