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Informazione Corretta Rassegna Stampa
22.07.2021 Ben&Jerry’s, il gelato del boicottaggio. Il presidente Herzog: 'Una nuova forma di terrorismo'
Commento di Sharon Nizza

Testata: Informazione Corretta
Data: 22 luglio 2021
Pagina: 1
Autore: Sharon Nizza
Titolo: «Ben&Jerry's con i palestinesi: scatta il boicottaggio dei gelati contro Israele»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA online di oggi, 22/07/2021, l'articolo di Sharon Nizza dal titolo "Ben&Jerry's con i palestinesi: scatta il boicottaggio dei gelati contro Israele".

A destra: Isaac Herzog

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Sharon Nizza

Il colosso americano del gelato Ben&Jerry's ha annunciato lunedì che la vendita dei suoi prodotti nei "Territori Palestinesi Occupati è un atto incoerente con i nostri valori", e pertanto verrà terminata, come spiegato in un comunicato diffuso tramite Twitter. L'annuncio della società con sede nel Vermont ha suscitato una scia di reazioni di condanna da parte dell'establishment politico israeliano. Il primo ministro Naftali Bennett, l'ha definita "una decisione immorale, che si rivelerà anche un errore commerciale. Di gelati ce ne sono tanti, di Stato ne abbiamo solo uno". "Una vergognosa arresa all'antisemitismo, al Bds (il movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni, ndr) su cui non taceremo", ha dichiarato il ministro degli Esteri e premier alternato Yair Lapid. L'ambasciatore d'Israele alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha inviato una lettera ai governatori di 35 Stati americani che hanno approvato leggi contro il Bds, chiedendo di prendere misure contro il provvedimento della Ben&Jerry's. La società, fondata negli anni '70 dagli imprenditori ebrei Ben Cohen e Jerry Greenfield (che nel 2000 hanno venduto il marchio alla multinazionale Unilever) è nota per sostenere attivamente battaglie politiche e sociali. Negli ultimi anni ha messo sul mercato nuove confezioni con slogan a sostegno del movimento Black Lives Matter e dei matrimoni omosessuali.

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Nel 2016 aveva rilasciato un nuovo gusto in omaggio a Bernie Sanders, senatore per il Vermont e candidato alle primarie democratiche. La decisione della società arriva dopo anni di pressioni da parte del movimento Bds che ha raggiunto l'apice a maggio durante l'ultimo conflitto tra Israele e Hamas. Prima del comunicato diffuso ieri, l'ultimo tweet della società risale infatti al 18 maggio, nel pieno del conflitto. Il post, dedicato alla commercializzazione di un nuovo gusto, era stato preso di mira dagli attivisti Bds per chiedere una presa di posizione contro Israele. I gelati Ben&Jerry's, estremamente popolari in Israele, sono prodotti da una concessionaria locale con sede nel Negev. Nei primi momenti dopo l'annuncio, diverse personalità israeliane (tra cui la ministra dell'Economia Orna Barbivai) hanno diffuso sui social video in cui liberavano i propri freezer dalle confezioni di gelato diventate controverse. Ma Avi Zinger, il proprietario della fabbrica israeliana, è intervenuto nella polemica spiegando che allo stato attuale, i primi a pagare le conseguenze di un controboicottaggio sarebbero le centinaia di impiegati della sede locale. Zinger ha spiegato alla stampa israeliana di non essere stato allertato dalla casa madre prima della diffusione del comunicato, ma che la decisione era nell'aria in quanto erano anni che veniva discussa la questione, mentre Zinger si rifiutava categoricamente di limitare la commercializzazione dei prodotti aldilà della Linea Verde che demarca il confine con la Cisgiordania, dove vive oggi quasi mezzo milione di israeliani in insediamenti che la comunità internazionale considera illegali. La soluzione scelta dalla società è stata di non rinnovare la licenza della concessionaria locale, che però scadrà solo a fine 2022. Fino ad allora, non è chiaro se vi saranno limitazioni alla vendita dei prodotti, che la stessa azienda israeliana distribuisce peraltro anche a favore dei clienti palestinesi. Sostegno alla decisione arriva da diverse organizzazioni pacifiste israeliane, tra cui Peace Now che ha dichiarato che "le compagnie internazionali sono interessate a fare affari con lo Stato di Israele, ma non sono disposte a sopportare il continuo controllo militare su milioni di palestinesi". Anche diversi parlamentari del Meretz - oggi parte del governo che ha sostituito Netanyhau il mese scorso - hanno espresso sostegno per la decisione, mettendo in evidenza l'ampia gamma di opinioni che forma la nuova maggioranza. Tuttavia, il leader di Meretz nonché ministro della Salute, Nitzan Horowitz, si è detto contrario a iniziative di boicottaggio di ogni genere, sostenendo però che "Israele deve prendere in mano l'iniziativa per fare ripartire il processo di pace". Gli oppositori del movimento Bds sostengono che, nel suo indirizzare unicamente la realtà degli insediamenti israeliani rispetto ad altre controversie territoriali nel mondo, esso si macchi di doppio standard e antisemitismo. Già in passato il movimento per il Bds aveva registrato alcune vittorie importanti, tra cui la chiusura della fabbrica Soda Stream a Mishor Adumim, nei Territori C in Cisgiordania (i territori che, secondo gli Accordi di Oslo, ricadono sotto l'amministrazione israeliana). La fabbrica ha riaperto successivamente nel deserto del Negev. Secondo altre opinioni, le battaglie del movimento Bds sarebbero controproducenti per i palestinesi stessi. Nel caso della chiusura della fabbrica Soda Steam, metà degli impiegati erano palestinesi che persero il proprio lavoro.

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