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La Nazione Rassegna Stampa
20.07.2021 Il vignettista danese Kurt Westergaard e la satira sul'islam
Commento di Giovanni Serafini

Testata: La Nazione
Data: 20 luglio 2021
Pagina: 2
Autore: Giovanni Serafini
Titolo: «I confini della satira sull'Islam»
Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO di oggi 20/07/2021, a pag.2 con il titolo "I confini della satira sull'Islam" il commento di Giovanni Serafini.

Kurt Westergaard, morto il vignettista che raffigurò Maometto - La Stampa
Kurt Westergaard

E’ cominciato tutto da lì, da quella vignetta che raffigurava il profeta Maometto con in testa un turbante a forma di bomba. L'aveva disegnata nel 2005 l'artista danese Kurt Westergaard per il giornale satirico Jyllands-Posten, insieme con altre 11. Non poteva immaginare le conseguenze esplosive che quelle caricature - riprese anni dopo da altri settimanali, fra cui Charlie Hébdo - avrebbero innescato: manifestazioni violente in tutto il mondo musulmano, ambasciate occidentali incendiate da folle inferocite, attentati con centinaia e centinaia di vittime (Charlie Hébdo, Nizza, il Bataclan, una serie terrificante le cui ultima immagine è quella del povero professor Samuel Paty, decapitato davanti alla sua scuola). Minacciato, costretto a cambiare continuamente alloggio, Kurt Westergaard è morto l'altra notte nel sonno, a casa sua.

Kurt Westergaard, morto il vignettista che raffigurò Maometto - La Stampa

Aveva 86 anni. Per lui, che comunque non si era mai pentito delle sue vignette, i tormenti e le angosce di una vita sotto scorta sono finiti. Per gli altri invece, per tutti noi, i dubbi e le preoccupazioni restano, anche se l'irruzione del Covid li ha messi momentaneamente da parte. È giusto pubblicare immagini offensive di Maometto sapendo che possono provocare la morte di persone innocenti? Fin dove può spingersi la satira? Dove situare la frontiera della morale laica? II dibattito è rovente fra chi (come Macron) ritiene che difendere la libertà di espressione significa difendere la democrazia, e chi (come quella parte della sinistra che viene definita «islamo-gauchiste») pensa invece che l'eccesso di laicità si traduca di fatto in islamofobia e generi violenza anziché prevenirla. Una cosa è certa: il dialogo con l'Islam non può aver luogo se non cessa la minaccia di terroristi armati di kalashnikov e coltello. I musulmani moderati devono essere i primi a esigerlo, respingendo con forza (il che purtroppo non accade spesso) le pressioni degli estremisti che in nome di Maometto vorrebbero imporre le proprie regole al paese che li ospita.

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