domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
14.07.2021 Israele, è qui l'avanguardia della lotta al Covid: scatta l'ora della 'soppressione soft'
Commento di Paola Peduzzi

Testata: Il Foglio
Data: 14 luglio 2021
Pagina: 1
Autore: Paola Peduzzi
Titolo: «Il punto d'equilibrio»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 14/07/2021 a pag.1, con il titolo "Il punto d'equilibrio", l'analisi di Paola Peduzzi.

Risultati immagini per paola peduzzi
Paola Peduzzi

Milano. "Il virus non si ferma evolve, è la sua natura. Ma la nostra natura è quella di sopravvivere", dice Cadi Segal, capo dell'unità Coronavirus del Sheba Medical Centre vicino a Tel Aviv, dando nuova forma alla convivenza con il virus, che qualcuno aveva pensato come pacifica e invece no: è pur sempre una battaglia Israele sta cercando quel che definisce il "golden path", una via intermedia tra le riaperture in stile inglese e le chiusure più drastiche in stile australiano. Tutta l'Europa sta cercando questo equilibrio d'oro, ora che l'obiettivo di immunizzazione dell'Ue è stato raggiunto ma ci si ritrova con due problemi da affrontare: le sacche di esitazione sui vaccini e la variante Delta.

Israel pushes vaccines for teens as fast-spreading Delta variant stokes  fears | The Times of Israel

Quattro settimane fa, Israele aveva celebrato il ritorno alla normalità, facendoci allo stesso tempo morire di invidia e di speranza, il distanziamento e le mascherine obbligatorie erano stati annullati, ma l'arrivo della variante Delta ha costretto il premier, Naftali Bennett (sì nel frattempo in Israele ci sono state anche le elezioni ed è cambiato il capo del governo), a studiare la strategia denominata "di soppressione soft", che è un manuale di convivenza con il virus in costante equilibrio tra la promessa di normalità e l'imperativo di evitare un nuovo lockdown. Ma quali sono i valori da considerare per definirlo, il punto di equilibrio? E' la domanda che più ossessivamente viene posta ai leader politici europei, ancor più ora che la Francia introduce il certificato vaccinale come via libera per la normalizzazione e il Regno Unito aspetta preoccupato il suo "freedom day", previsto per il 19 luglio (non lo chiama più nemmeno il governo così e la perentorietà con cui si era escluso un ritorno ad alcune restrizioni in caso di peggioramenti è evaporata). Il comitato scientifico di Londra ha fissato ieri alcuni numeri della convivenza con il virus: il picco dell'ondata da exit, come viene chiamata la prossima possibile ondata, è stabilito a 1.000/2.000 ospedalizzazioni al giorno. Questa è la soglia di tolleranza: il modello matematico evidenzia che piccole differenze nei comportamenti hanno un grande impatto sull'esito del contagio, quindi è molto difficile fare previsioni accurate, anche se tutti, politici e scienziati, dicono che l'importante è non avere fretta nel tornare alla normalità. In pratica il governo inglese delega il principio di cautela ai cittadini.

Anche in Israele il dato delle ospedalizzazioni è diventato il più sensibile: al momento i casi di Covid grave in ospedale sono pari a 45. Il governo ha reintrodotto l'obbligo di mascherina al chiuso e la quarantena per chi arriva in Israele. Dentro all'esecutivo ci sono molte polemiche: il ministero della Salute dice che badare soltanto alle ospedalizzazioni non permette di tenere monitorate le infezioni, "è possibile che non ci sia un aumento dei gravemente ammalati, ma il prezzo di un eventuale errore ci preoccupa molto", ha detto una funzionaria del dicastero. Da domenica, è a disposizione una terza dose di PfizerBioNTech per i più vulnerabili (con un sistema immunitario compromesso): non c'è una campagna governativa in corso a favore della terza dose perché non ci sono ancora studi univoci sulla necessità di un'ulteriore somministrazione e sulla sua efficacia contro la variante delta. PfizerBioNtech ha detto alle autorità competenti dell'Ue e degli Stati Uniti di verificare la possibilità di offrire anche loro una terza dose. Al momento, in Israele il 60 per cento della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino: fino all'arrivo della variante Delta, il livello di immunizzazione pari all'immunità di gregge era al 70 per cento della popolazione. Ora questa soglia è stata alzata all'80 per cento, mentre il governo ha reintrodotto con un certo rigore gli elementi cardine della "soppressione soft": pubblicità sull'utilizzo delle mascherine, test rapidi, controllo delle infezioni (anche se i dati che più vengono pubblicati sono quelli della ospedalizzazione) e vaccini. In Israele come altrove la maggiore riluttanza è stata riscontrata tra i genitori che esitano a vaccinare i figli: da giorni, assieme alle mascherine sono aumentate le prenotazioni per gli under 18.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT