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La Repubblica Rassegna Stampa
10.07.2021 Roma obiettivo dello Stato islamico
Cronaca di Gianluca Di Feo

Testata: La Repubblica
Data: 10 luglio 2021
Pagina: 15
Autore: Gianluca Di Feo
Titolo: «L’Isis minaccia Roma: 'Ci prepariamo da tempo e siamo certi di prenderla'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 10/07/2021, a pag.15, con il titolo "L’Isis minaccia Roma: 'Ci prepariamo da tempo e siamo certi di prenderla' ", il commento di Gianluca Di Feo.

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Gianluca Di Feo

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Roma è stata ed è ancora nella lista dei bersagli più importanti per i guerrieri del jihad. Spesso in passato lo Stato Islamico ha parlato di Roma in modo simbolico, evocando i versetti apocalittici degli antichi testi coranici che in realtà si riferivano a Costantinopoli. Questa volta però gli irriducibili del Califfato non discettano di luoghi mitici ma minacciano proprio la capitale del nostro Paese. Sui canali digitali che continuano a diffondere la propaganda jihadista è apparso giovedì un lungo testo di al-Naba , la rivista ufficiale dell’Isis. L’argomento è il vertice della coalizione internazionale contro il Daesh tenuto a Roma negli ultimi giorni di giugno, sottolineando che è stato organizzato «da Italia e Stati Uniti». Il documento — analizzato e tradotto dall’esperto britannico Aymenn Jawad Al-Tamimi — passa in rassegna le dichiarazioni dei «crociati» e in particolare quelle del nostro ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sull’escalation delle Bandiere Nere nel Sahel: «Il ministro ha detto che “non è sufficiente” contrastarci in Iraq e in Siria, ritenendo che l’espansione dello Stato Islamico in Africa e nel Sahel “è preoccupante” e affermando che proteggere il Sahel significa “difendere l’Europa”».

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Chiaramente, l’obiettivo degli eredi di Al Baghdadi è quello di rinsaldare la fiducia dei loro sostenitori, mostrando come l’Occidente sia ancora spaventato dalla loro volontà distruttiva. Esaltano i successi ottenuti in Africa, dove i gruppi affiliati all’Isis dilagano di Paese in Paese, e sminuiscono le sconfitte subite in Medio Oriente. Anche per questo le valutazioni sul vertice della coalizione vengono puntellate da frasi del Corano sulla certezza della vittoria finale. E ribadiscono più volte: «Lo Stato islamico prenderà Roma». «Le preoccupazioni dell’Europa crociata non sono infondate — recita il documento — e le paure della Roma crociata sono giustificate, perché sono state e sono ancora nella lista dei bersagli più importanti per i mujaheddin. Perché questa è la promessa che Dio Onnipotente ha fatto ai suoi fedeli servitori che sono sicuri della sua realizzazione. L’aspettano con grande pazienza e hanno fatto preparativi sin dall’inizio della loro guerra santa in Iraq».

Quindi sostiene che «dopo anni di attesa l’Onnipotente ha garantito la conquista per i mujaheddin e permesso la loro espansione in modo da essere in prossimità del luogo della battaglia finale». E chiude tornando a parlare di Roma: «La prenderemo, ne siamo sicuri. I giorni della battaglia stanno arrivando e saranno felici coloro che hanno proseguito la lotta». Gli analisti della nostra intelligence non ritengono che il comunicato contenga segnali preoccupanti per la sicurezza. Anche il riferimento alle forze pronte a colpire, proseguendo «l’offensiva di sangue » non viene considerato come un appello alla mobilitazione immediata: farebbe parte della campagna di persuasione per convincere i nuclei di resistenza annidati nei monti iracheni a non desistere dalla guerriglia. È indubbio però che la riunione della coalizione anti-Isis tenuta in Italia non sia passata inosservata. Il testo riassume tutte le direttive espresse nel vertice di Roma per stroncare la rinascita del Califfato: dalla caccia alle risorse finanziarie fino al contrasto degli strumenti di propaganda. Poi si concentra sul rischieramento delle truppe americane e occidentali in Iraq, sottolineando come si stiano potenziando sul territorio curdo. Non ne parlano, ma dal prossimo anno quell’operazione militare della Nato sarà guidata dal nostro Paese. Mentre le questioni di politica estera non tengono banco nel dibattito nazionale, i signori del Terrore sembrano molto attenti al rinnovato attivismo italiano nei fronti caldi dell’islamismo armato. Ne passano in rassegna i punti chiave: la Libia; il Sahel; l’Iraq; persino il Mozambico, dove sta per nascere una missione d’addestramento europea. Evidenziano come il vertice di Roma abbia segnato un rilancio della coalizione anti-Daesh, riunita per la prima volta dopo due anni di pandemia e rinforzata dall’adesione di nuovi Paesi. Tra le pubblicazioni dello Stato Islamico, al-Naba è forse quella più sofisticata. Altri media trasmettono messaggi semplici, slogan destinati a raggiungere soprattutto i lupi solitari e le cellule sparse nei continenti. Questo settimanale online invece si rivolge alla dirigenza delle formazioni islamiste, con discorsi dottrinari e valutazioni strategiche. E il segnale che vuole lanciare è chiaro: rinforzare l’identità dell’intero movimento nella promessa di arrivare a conquistare Roma.

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