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La Repubblica Rassegna Stampa
06.07.2021 Covid, variante Delta: anche in Israele i contagi tornano a salire
Commento di Sharon Nizza

Testata: La Repubblica
Data: 06 luglio 2021
Pagina: 1
Autore: Sharon Nizza
Titolo: «Israele alle prese con la variante Delta: salgono i contagi e cala l'efficacia del vaccino Pfizer»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA online  di oggi, 06/07/2021, l'articolo di Sharon Nizza dal titolo "Israele alle prese con la variante Delta: salgono i contagi e cala l'efficacia del vaccino Pfizer".

Immagine correlata
Sharon Nizza

Explainer: What is the Delta variant of coronavirus with K417N mutation? |  Reuters

La variante Delta del Covid, attualmente causa del 90% dei contagi in Israele, sembra avere un impatto significativo sull’efficacia dei vaccini Pfizer-BioNTech. Secondo dati del ministero della Salute israeliano diffusi dal quotidiano Ynet oggi, nelle ultime settimane si assiste a un calo dell’efficacia della copertura vaccinale nel Paese in cui il tasso di immunizzazione è il più alto al mondo. I dati del mese di maggio dimostravano un’efficacia del vaccino del 94,3% nella prevenzione dei contagi asintomatici, mentre i dati di giugno – da quando la variante Delta si è diffusa significativamente – riporterebbero una copertura del 64%. Si tratta di dati ancora preliminari. Oggi il premier Naftali Bennett ha istruito il ministero della Salute di avviare un’ampia indagine tra gli israeliani immunizzati che sono risultati positivi nelle ultime settimane, anche per valutare l’eventualità di aggiungere un richiamo con una terza iniezione da somministrare a tre mesi dalla seconda dose. Ieri si sono registrati in Israele 343 nuovi contagi (il tasso di positività è salito allo 0,7%) e tra questi il 51% era vaccinato con entrambe le dosi del siero Pfizer (l’unico utilizzato in Israele). Nel corso dell’ultima settimana il numero dei positivi è raddoppiato: 2,597 rispetto ai 1,228 della settimana precedente.

Research collaboration seeks COVID-19 solutions

Tuttavia, gli esperti fanno notare che il dato significativo a cui guardare è l’efficacia elevata che il vaccino continua a presentare rispetto alla possibilità di contrarre il virus gravemente. Rispetto a questo dato infatti, l’efficacia è in calo solo del 5%: a maggio, il tasso di efficacia del vaccino nella prevenzione dei ricoveri era del 98,2%, mentre a giugno del 93%. Attualmente risultano 68 ospedalizzazioni da Covid nel Paese, 27 delle quali tra persone vaccinate. “Dai nuovi dati impariamo che il vaccino è efficace nel prevenire la malattia grave e quindi il pericolo della congestione degli ospedali è lontano. Per arrivare a un record di ospedalizzazioni come nel periodo precedente all’introduzione del vaccino, dovremmo avere 15-20,000 contagi quotidiani”, dice il professore Eran Segal, biologo computazionale del Weizmann Institute che dall’inizio della pandemia analizza l’evoluzione dei contagi. “Abbiamo ripetuto più volte che è necessario imparare a convivere con il Covid e penso che ci stiamo avvicinando a questo scenario” dice il prof. Cyrille Cohen, immunologo dell’Università Bar Ilan, citato da Ynet. “Lo scenario è quello in cui la gente sarà sì ancora esposta al Covid, ma, grazie al vaccino, non si tratterà di una malattia grave”.

La maggior parte dei nuovi contagi sono tra i bambini nelle scuole. A inizi giugno, Israele aveva autorizzato la somministrazione del siero Pfizer anche ai bambini tra i 12 e i 15 anni, esattamente nel momento in cui tutte le restrizioni Covid venivano eliminate nel Paese. A oggi, il 65% della popolazione israeliana (9,3 milioni di abitanti) è stata inoculata con entrambe le dosi del siero Pfizer. L’atmosfera di “fine pandemia” che si respirava a inizi giugno aveva portato a una scarsissima campagna di vaccinazione tra i più giovani e, fino a dieci giorni fa, solo poche migliaia degli aventi diritto in questa fascia di età si erano sottoposti all’inoculazione. La recente diffusione della variante Delta e il conseguente aumento dei contagi hanno però subito portato alla reintroduzione della mascherina nei luoghi chiusi. Inoltre, è stato deciso di posticipare la riapertura del Paese ai turisti (solo vaccinati) ad agosto e sembra che questa data potrebbe slittare ulteriormente. Attualmente sono in esame nuove possibili misure restrittive, in primis la limitazione degli assembramenti. In parallelo, il ministero della Salute ha avviato una campagna pubblicitaria massiccia rivolta ai giovani, tanto che, nel corso di dieci giorni, già in 120,000 hanno effettuato almeno la prima dose. L’obiettivo dell’immunità di gregge potrebbe essere minato dal fatto che i vaccini Pfizer in dotazione in Israele scadranno a fine luglio e ciò consente di accedere alla prima dose solo entro la fine di questa settimana. Israele è in trattativa con alcuni Paesi stranieri (si parla di Inghilterra e Repubblica Ceca) per un baratto delle dosi che, se non impiegate entro la fine di questa settimana, rischiano di andare buttate. La trattativa riguarderebbe la possibilità di fornire ora le fiale israeliane in scadenza a un Paese più arretrato nella campagna vaccinale, che verrebbe ricambiato con una spedizione a settembre. Oggi il quotidiano Haaretz ha reso pubblico anche che Israele è in trattativa con una casa farmaceutica straniera per vendere la tecnologia del vaccino made in Israel “BriLife”, che l’Istituto Biologico Israeliano ha iniziato a sviluppare agli inizi di marzo 2020 e si trova ora nella terza fase della sperimentazione.

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