Sette litri di vino Come un alcolizzato che nega di essere alcolizzato così Sergio Romano nega di essere antisemita
Testata:Informazione Corretta Autore: Barbara Mella Titolo: «Sette litri di vino»
Ho conosciuto un tale che beveva sette litri di vino e un quarto di litro di grappa al giorno: non solo avrebbe sbranato chiunque avesse osato insinuare che era alcolizzato, ma negava categoricamente anche di essere una persona un po' propensa ad alzare il gomito. Ne ho conosciuto un altro che dava fuori di testa se gli mancava la sua dozzina di canne al giorno, e conosco ragazzi cronicamente impasticcati: né l'uno, né gli altri, naturalmente, ammetterebbero mai di avere qualcosa a che fare con i drogati. Sergio Romano nega risolutamente di essere antisemita. Anzi, arriva quasi a negare che esista l'antisemitismo, visto che gli ebrei sono praticamente impegnati a tempo pieno nella "caccia all'antisemita", nel disperato e spesso vano tentativo di trovarne qualcuno. E, come l'ubriaco si cimenta nell'impresa di reggersi su una gamba sola per dimostrare di essere sobrio e lucidissimo (ignaro del fatto che a nessuna persona sobria verrebbe in mente di cimentarsi in simili dimostrazioni), anche Romano si dà un gran da fare a dimostrare che fra lui e l'antisemitismo c'è una distanza abissale. Peccato che, quando ci si arrampica sugli specchi, sia molto facile scivolare e questo, purtroppo per lui, accade anche a Sergio Romano. E così ribadisce, in risposta ai suoi critici, che "antigiudaismo e giudeofobia non sono la stessa cosa, che la Chiesa non è mai stata antisemita". Vero: la Chiesa ce l'aveva con gli ebrei per motivi di religione, non di razza, ma per motivi di religione i papi chiudevano gli ebrei nei ghetti, i francescani giravano per tutta Europa a scatenare pogrom, monsignor Stepinac, arcivescovo di Zagabria recentemente sollevato all'onore degli altari, benediceva le armi con cui gli ustascia andavano a svuotare i campi di sterminio croati e trecento francescani partecipavano personalmente ai massacri di serbi e di ebrei. Ci spiega che in tutti i movimenti bolscevichi c'era una sproporzionata presenza di ebrei: dunque non si tratta di un pregiudizio, ma di una causa reale per l'odio antiebraico? E come la mettiamo con l'odio antiebraico motivato dal fatto che gli ebrei sono tutti capitalisti? Ci informa che Hitler perseguitava gli ebrei e non i cristiani per il fatto che "ben difficilmente avrebbe potuto dichiarare guerra a tutta la società tedesca": e questo sì che è un signor argomento! Afferma che "hanno pagato, in ultima analisi, dirigenti, azionisti e clienti che non hanno alcun rapporto con i dirigenti, gli azionisti e i clienti di allora", e qui il povero Romano incappa addirittura in una doppia cantonata: innanzitutto nessuno ha ancora pagato alcunché, in secondo luogo, il giorno in cui ciò dovesse avvenire, pagheranno quelle stesse società che a suo tempo si sono arricchite con i depositi degli ebrei, mai restituiti. E naturalmente approda alla fine al suo chiodo fisso: Israele: "E mi spiace, sia detto per inciso, che il governo israeliano e alcuni leader delle comunità ebraiche siano riusciti a dissipare una parte di questo straordinario patrimonio morale". Gravi, infatti, le colpe di questo governo (uno? Durato cinquantaquattro anni?) israeliano, costretto a combattere cinque guerre per poter sopravvivere e far sopravvivere i suoi cittadini, devastato da oltre mezzo secolo di terrorismo (per non parlare quello di prima, quando il "governo israeliano" non esisteva), e gravissime devono essere anche le colpe di questi fantomatici e innominati "leader delle comunità ebraiche", talmente gravi da non poter neppure essere nominate. E conclude la sua appassionata risposta con il principe degli argomenti: "Temo che i miei critici abbiano bisogno di continuare a battersi contro l'antisemitismo e che contribuiscano in tal modo, involontariamente, a tenerlo in vita". Ecco, adesso finalmente abbiamo la chiave di tutto: l'antisemitismo esiste per colpa degli ebrei! Ma, un momento ... questa non suona del tutto nuova ... dov'è che l'abbiamo sentita, e quando? Forse una settantina d'anni fa ...? Forse da qualche parte su a nord ...?
Ciò che rende tutto più difficile da capire è il ricordo del Romano del tempo che fu: quel Romano di cui abbiamo infinitamente apprezzato il commento ai Protocolli, tanto per intenderci. Il Romano di oggi, invece, sembra vedere complotti ebraici dappertutto, vede addirittura un'inquisizione ebraica (quella cristiana - forse è il caso di ricordarlo - ha mandato al rogo NOVE MILIONI di cosiddette streghe, oltre a tutti gli eretici, veri o presunti che fossero, e altra varia umanità) e non vede, in compenso, le sinagoghe bruciate in tutta Europa. Chissà che cosa gli sarà accaduto per fargli compiere un così radicale cambio di campo, chissà ... Ho conosciuto un tale che beveva sette litri di vino e un quarto di litro di grappa al giorno, ma non era un alcolizzato, no: era semplicemente uno capace di apprezzare un buon bicchiere. Conosco un tale che beve una damigiana di antisemitismo al giorno, ma non è un antisemita, no: è semplicemente uno che ha "cercato di ispirarsi al metodo degli storici a cui preme anzitutto valutare, per quanto possibile, il contesto e le circostanze di un particolare avvenimento". E il contesto e le circostanze dimostrano a Romano che l'antisemitismo esiste esclusivamente per colpa degli ebrei.