Marocco, arrestata: 'Offese il Corano' Commento di Alex Corlazzoli
Testata: Il Fatto Quotidiano Data: 03 luglio 2021 Pagina: 17 Autore: Alex Corlazzoli Titolo: «'Offese il Corano sui social'. Marocco, arrestata italiana»
Riprendiamo dal FATTO Quotidiano di oggi, 03/07/2021, a pag.17 con il titolo "'Offese il Corano sui social'. Marocco, arrestata italiana", l'articolo di Alex Corlazzoli.
L’Italia si ritrova alle prese con un possibile nuovo caso Patrick Zaki, il ragazzo bolognese arrestato all'arrivo in Egitto il 7 febbraio scorso. Stavolta a finire in carcere è una ragazza di 23 anni, nata e cresciuta a Vimercate (Monza), con la cittadinanza italiana e marocchina, arrestata all'aeroporto di Marrakesh con l'accusa di `vilipendio aggravato alla religione". La sua colpa è quella di aver fatto, due anni fa, un post su Facebook che definiva la Sura 108 del Corano, "il versetto del whisky". La giovane donna si trova dietro le sbarre dal 20 giugno quando ha messo piede in Marocco per passare le vacanze in famiglia. A confermare il tutto è il ministero degli Esteri: il ministro Luigi Di Maio sta seguendo da vicino la vicenda in perenne contatto con l'ambasciatore italiano a Rabat, Armando Barucco. Tutti, dalla Farnesina agli organi diplomatici, definiscono il caso "molto delicato".
A COMPLICARE la questione è la doppia cittadinanza: a livello diplomatico, infatti, la ragazza, sul suolo del Marocco è considerata a tutti gli effetti solo loro cittadina e le azioni dell'Ambasciata estera non sono ben viste se non addirittura respinte. Il governo italiano - spiegano dalla Farnesina - non ha alcuna intenzione di fare passi indietro e da giorni sta cercando attraverso la diplomazia di trovare una soluzione perla ragazza che finora ha potuto incontrare solo il suo legale e non ancora l'ambasciatore. La palla quindi è in mano a Barucco, il diplomatico, già ambasciatore in Sudan dal novembre 2011 al febbraio 2015 dove ha svolto un ruolo chiave nella soluzione di diversi casi controversi in materia di diritti umani, tra cui il caso di Meriam Ibrahim, la donna sudanese condannata a morte per apostasia nell'aprile 2014. La giovane cresciuta a Vimercate, che è cittadina italiana ma vive e studia da anni a Marsiglia, appena atterrata a Rabat ha subito un processo lampo terminato con una condanna a tre anni e sei mesi e un'ammenda di 4.800 euro. Il post (che forse la ragazza nemmeno ricordava più) pubblicato rilanciando il commento di un amico gli è costato caro. La Sura 108, l'abbondanza, in arabo al-Kawthar, è di grande importanza per quanto riguarda la pratica rituale della Festa del Sacrificio che si celebra il decimo giorno del mese del pellegrinaggio.
A PRENDERE CONTATTI con Di Maio in queste ore è anche il sindaco di Vimercate, Francesco Sartini: "Dalla Farnesina - spiega il primo cittadino - ci hanno raccomandato il massimo riserbo per non urtare il lavoro della diplomazia. In città non è per nulla conosciuta perché da anni si è trasferita a Marsiglia a studiare. Sappiamo che ha una sorella in Gran Bretagna". Il quadro della situazione è decisamente critico: fonti del ministero spiegano che purtroppo una possibile risoluzione del caso potrebbe richiedere tempi lunghi.
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