Israele, adesso la variante Delta fa paura Commento di Meir Ouziel
Testata: La Repubblica Data: 28 giugno 2021 Pagina: 22 Autore: Meir Ouziel Titolo: «Israele e l’incognita Delta»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 28/06/2021, con il titolo "Israele e l’incognita Delta" il commento di Meir Ouziel.
Meir Ouziel
Eravamo convinti di averla sconfitta e invece ci troviamo ad affrontare il timore di una recrudescenza della pandemia. In Israele la percentuale degli immunizzati è la più alta al mondo e il Paese ha raggiunto da tempo il traguardo di zero morti di Covid e quasi zero contagi. Fino a che la variante Delta è penetrata anche in Israele e i contagi sono ricomparsi, anche tra i vaccinati. Scopriremo che il vaccino non è abbastanza efficace contro questa mutazione? L’altro grande interrogativo è: come si comporteranno le persone che pensavano di aver sconfitto il virus con il vaccino? Un primo esempio ci è arrivato venerdì, quando le autorità israeliane hanno chiesto ai partecipanti al Gay Pride di Tel Aviv di indossare le mascherine. La tipica reazione è stata: "Nessun timore, siamo vaccinati". Il virus, che gli israeliani davano per sconfitto, si è infiltrato nel Paese. E poi, negli ultimi giorni, all’improvviso hanno cominciato a spuntare i nuovi contagi. Sono ancora contenuti, ma crescono. Così è iniziata la prima terribile ondata che si è poi diffusa in tutto il mondo. Ovunque spuntavano piccoli numeri che diventavano ingestibili. Ci troviamo di fronte a un enorme esperimento comportamentale. Se Israele fino a oggi è stato il laboratorio del mondo per misurare l’efficacia della campagna vaccinale, ora può diventarlo per esaminare un’altra questione: come si comporteranno le persone che pensavano di essere al sicuro perché immunizzate, nel momento in cui emerge la possibilità che il virus possa superare lo scudo vaccinale? Credo che gli studiosi del comportamento umano scopriranno che l’atmosfera del "ritorno alla vita" è così inebriante che al momento nessuno è pronto a tornare alla clausura.
L’atmosfera generale è più conforme alla tipica filosofia israeliana dell’"andrà bene", persino di fronte all’allarmante notizia che circa il 40% degli israeliani contagiati dalla variante Delta sono stati immunizzati con due dosi di Pfizer. A complicare la situazione per gli israeliani c’è il fatto che nel frattempo è nato un nuovo governo, formato da forze politiche provenienti dai poli opposti, unite nell’obiettivo di mandare a casa Netanyahu. "Tutto tranne Bibi" — sebbene questi abbia portato allo sradicamento del Covid — era l’obiettivo finale di tutte le formazioni politiche che hanno dato vita al nuovo governo Bennett-Lapid. Un obiettivo che ha reso possibile la creazione di una strana coalizione caratterizzata da ideologie e finalità diverse, spesso persino opposte. Per la prima volta nella storia d’Israele, a governare il Paese è un premier con soli sei seggi, il 5% del parlamento israeliano. Non si può di certo incolpare il nuovo governo per l’aumento dei contagi a pochi giorni dall’insediamento. Ma Netanyahu ha dimostrato di sapere gestire la pandemia. La domanda che si pongono gli israeliani è se altrettanto saprà fare la nuova, eterogenea coalizione, che sin dagli esordi affronta questioni sulle quali non è in grado di prendere decisioni chiare a causa dei divari interni.
(Traduzione di Sharon Nizza)
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