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La Verità Rassegna Stampa
13.06.2021 Lorenzo Vidino: 'Il vittimismo strategia degli islamisti'
Lo intervista Francesco Borgonovo

Testata: La Verità
Data: 13 giugno 2021
Pagina: 15
Autore: Francesco Borgonovo
Titolo: «'I sostenitori dell'islam politico usano il vittimismo come strategia'»
Riprendiamo dalla VERITA' di oggi, 13/06/2021, a pag. 15, con il titolo 'I sostenitori dell'islam politico usano il vittimismo come strategia', l'intervista a Lorenzo Vidino di Francesco Borgonovo.

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Francesco Borgonovo

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Lorenzo Vidino

Lorenzo Vidino, direttore del Program on extremism della George Washington University, è uno dei maggiori studiosi italiani dell'islamismo, ed è particolarmente utile ascoltare la sua voce nel dibattito sul «caso Saman».

Si ripropone la controversia: quanto c'entra la religione islamica con il probabile omicidio di Saman? «Non è questione di islam, ma di una certa interpretazione dell'islam, che in parte è culturale e in parte politica, e concepisce la donna come un soggetto asservito alla volontà dell'uomo. È un'interpretazione che esiste in due mondi, i quali a volte sono contigui e a volte no, ma che non sono minoritari. Uno è quello dell'islam rurale, molto conservatore, che comprende soprattutto persone con un livello di istruzione molto basso. Senza conoscere i dettagli, posso pensare che sia questo il mondo da cui arriva la famiglia di Saman. In qualche modo è una situazione simile a quella che si ritrovava un secolo fa in alcune zone d'Italia. Poi c'è un altro mondo: quello dell'islam politico. Ne fanno parte soggetti con istruzione ben più alta e che hanno una visione volutamente letteralista e conservatrice della religione. Parliamo di chi gravita nell'orbita dei Fratelli musulmani e dei salafiti».

 
L'Ucoii ha emesso una fatwa contro i matrimoni forzati. Come valuta questo gesto? «Dobbiamo per forza partire da una certa ipocrisia che esiste in quel mondo. L'Ucoii e giornali online come La Luce (testata di cui è direttore editoriale Davide Piccardo, ndr) rappresentano un movimento eterogeneo, dove ovviamente non tutti la pensano allo stesso modo: esistono visioni e correnti diverse. Però possiamo dire che quel mondo è, almeno ideologicamente, legato alla Fratellanza musulmana».

Mozione a prima firma Malan per lo scioglimento dell'Unione delle Comunità  e Organizzazioni Islamiche in Italia (UCOII) – Lucio Malan

E questo che cosa comporta? «Significa che quel mondo ha sempre fatto riferimento a personaggi come Yusuf al-Qaradawi e alle fatwe emesse dal Consiglio europeo per la fatwa e la ricerca, che ha base a Dublino ma collabora con esperti da tutto il mondo. Tra le fatwe che ha emesso ce ne sono alcune che giustificano il marito che picchia la moglie se si taglia i capelli senza permesso o se esce con le amiche. Se questo è l'ambiente, è chiaro che suona un po' ipocrita la condanna di chi compie il passo successivo, e cioè di chi arriva magari all'omicidio». C'è un ritornello, nei discorsi dei rappresentanti di queste associazioni: «Le vere vittime siamo noi musulmani».

E' un problema questo atteggiamento? «E' un problema di questa minoranza di islamisti, che è estremamente attiva e forte nel dibattito pubblico, che ha un approccio molto conservatore (per essere diplomatici) e strumentalizza ogni episodio a fini politici. Ecco la dinamica classica: avviene un attentato jihadista o un episodio come quello di Saman. Prima le associazioni condannano, perché non possono evitarlo. Poi però dicono: le vere vittime siamo noi. Iniziano a parlare di islamofobia ed entrano nel ruolo della vittima. È una strategia politica».

E funziona? «Serve per parlare a due audience. La prima è la comunità musulmana, a cui queste associazioni dicono costantemente: l’Occidente vi odia, è contro di voi e non vi accetterà mai. Il messaggio è: siete sotto scacco e solo noi possiamo difendervi».

L'altra audience? «L'establishment occidentale, che viene sempre accusato di islamofobia. Vero, esiste un odio antimusulmano. Però queste associazioni lo enfatizzano, lo ingigantiscono per creare una situazione in cui qualunque cosa si dica è islamofoba. Chiunque critica i musulmani o le organizzazioni islamiste viene considerato islamofobo. Sia chi dice davvero cose offensive sia chi fa analisi sofisticate».

Come lei. Infatti la accusano, proprio in questi giorni sulla Luce, di essere islamofobo. «Ho letto l'articolo in questione, il giochetto retorico è chiaro. A livello europeo (ancora non molto in Italia, purtroppo), esiste una maggiore consapevolezza sull'islam politico. Tedeschi, francesi, austriaci e altri stanno in guardia rispetto all'islamismo, anche a quello non violento dei Fratelli musulmani, e prendono provvedimenti. Il gioco è far sembrare che sia tutta colpa di un islamofobo o due, cosa che pare difficilmente credibile. In realtà si tratta di una presa di coscienza importante che va aumentando».

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