La Ue finanzia i libri che insegnano a uccidere gli ebrei Commento di Daniel Mosseri
Testata: Libero Data: 13 giugno 2021 Pagina: 1 Autore: Daniel Mosseri Titolo: «La Ue finanzia i libri che insegnano a uccidere gli ebrei»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 13/06/2021, a pag. 1, con il titolo "La Ue finanzia i libri che insegnano a uccidere gli ebrei" l'analisi di Daniel Mosseri.
Bruxelles è piena di giornalisti che informano i media per cui scrivono. Ci chiediamo come sia stato possibile che finora nessuno si sia accorto di una indagine così importante che pubblichiamo oggi. Ci voleva Daniel Mosseri, professionalmente non corrispondente da Bruxelles per accorgersene. Vale sempre il principio che si devono che si devono censurare le notizie che possono danneggiare l'immagine palestinese? Complimenti a Daniel Mosseri.
Daniel Mosseri
«L'Unione europea è il maggior donatore di assistenza esterna ai palestinesi». Lo scrive l'Ue nel sito (eeas.europa.eu) dedicato all'azione esterna dei 27. È grazie ai contribuenti europei se stipendi e pensioni dell'Autorità palestinese vengono pagati regolarmente. Non tutti i finanziamenti europei sono però spesi con oculatezza: lo spiega la Bild accusando Bruxelles di chiudere entrambi gli occhi su alcuni propri errori. Il tabloid tedesco ricorda che l'ex commissario europeo per la politica estera e di sicurezza, l'italiana Federica Mogherini, ha incaricato il Georg Eckert Institute for International Textbook Research (Gei) di analizzare i libri di testo dell'Autorità palestinese del presidente Abu Mazen. I media israeliani pullulano di notizie sui contenuti violenti, antisemiti e antistorici dei libri di testo delle scuole di Ramallah, Gaza e dintorni, e qualcuno a Bruxelles ha pensato di controllare. La Commissione si è dunque affidata al Gei, autorità europea per la ricerca sui libri di testo, un'attività che è valsa all'istituto di Braunschweig il Premio Unesco per la Pace e l'Istruzione. Sul sito del Gei si legge che la ricerca sui libri di testo palestinesi è iniziata a settembre 2019 per protrarsi fino a novembre 2020. Il rapporto giace però da sette mesi in qualche cassetto di Palazzo Berlaymont. Secondo la Bild - che ha letto le 200 pagine sui 156 libri di testo e 16 istruzioni didattiche pubblicate dal Ministero dell'Istruzione palestinese tra il 2017 e il 2019, più altri 18 manuali per le scuole pubblicati nel 2020 - Bruxelles non ha interesse a farlo circolare. Perché l'intero conflitto israelo-palestinese, spiega il tabloid, è spiegato come lotta di resistenza, che nei libri viene chiamata jihad, un termine con il quale i compassati funzionari brussellesi non dovrebbero andare tanto d'accordo. E poiché siamo in ambito di jihad è naturale che nei libri i caduti palestinesi siamo chiamati "martiri". Una terminologia da islamici radicali che fa a pugni con l'immagine di laicità e moderatezza veicolata da Abu Mazen quando incontra i suoi finanziatori occidentali. I modelli educativi elaborati per i bambini palestinesi parlano una lingua diversa: fra i "martiri" riveriti e glorificati spiccano per esempio i nomi di Abu Jihad e di Dalai Mughrabi, due terroristi di Fatah (il partito di Arafat e di Abu Mazen) corresponsabili del "Massacro della strada costiera" a nord di Tel Aviv, che costò la vita a 38 civili israeliani, fra i cui tredici bambini. Eppure Mughrabi è descritta come un'eroina che partecipò a «un'azione di commando sulla costa palestinese nel 1978, attraverso il quale furono uccisi più di 30 soldati sionisti».
Federica Mogherini con Abu Mazen
LA STORIA JIHADISTA Se la storia recente è riscritta, quella antica è riletta in chiave antisemita: nel narrare la battaglia del profeta Maometto contro una tribù ebraica nell'oasi di Khaybar «gli ebrei - racconta la Bild - sono descritti come subdoli e codardi». La gara è al ribasso: «Un libro per la quinta elementare in educazione religiosa ricorda la storia di Safiyya bint Abd al-Muttalib, la zia e compagna del profeta Maometto, che picchiò a morte un ebreo con una mazza di legno» e collega l'episodio alla resistenza contro l'occupazione sionista. In un esercizio si chiede agli scolari di discutere quante volte gli ebrei abbiamo tentato di uccidere Maometto e si chiede di enunciare se ci siano altri nemici dell'Islam. Gli autori dello studio osservano anche come i numerosi attacchi terroristici palestinesi e attentati suicidi contro gli israeliani non vengano mai menzionati né lo Stato di Israele appare sulle mappe utilizzate nei manuali per le scuole. Insufficienza anche in geografia - «Il deserto del Negev è parte integrante della terra palestinese», sebbene il Negev sia interamente in territorio israeliano - e massimo dei voti in teoria del complotto: «Gli israeliani sostituiscono pietre antiche con altre dai caratteri sionisti». Quanto alla parte israeliana, «questa è rappresentata come un collettivo omogeneo e violento» con il solo volto di coloni e soldati.
PRESIDENTE NEGAZIONISTA A un portavoce della Commissione, Libero ha chiesto quando il rapporto sarà presentato al Parlamento europeo. «Presto». Forse non occorreva darsi tanta pena. Il presidente palestinese Abu Mazen, il cui mandato è scaduto nel 2009 ma non ha mai organizzato nuove elezioni, non è nuovo all'odio antisemita. Nel 1982 discusse una tesi di dottorato all'Università Patrice Lumumba di Mosca sostenendo che lo sterminio nazista degli ebrei «è un'enorme bugia». In tempi più recenti Abu Mazen ha dedicato scuole dell'Anp a terroristi palestinesi e concesso ricche pensione alle famiglie dei "martiri". Anche uno studio pubblicato da IMPACT-se, versione israeliana del Gei, arriva alle stesse conclusioni. «I libri di testo palestinesi restano apertamente antisemiti e continuano a incitare alla violenza, al Jjihad e al martirio mentre la pace non appare né preferibile né possibile». Lo studio, che mostra fra l'altro come alcuni libri di testo riportino articoli degli accordi di Oslo depurati però di ogni riferimento a Israele, è consultabile online a costo zero.
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