L'ossessione anti-israeliana di Amnesty International Ma è mai possibile che l’unica colpevole dei misfatti contro i civili debba essere la democrazia israeliana?
Testata: La Stampa Data: 08 novembre 2002 Pagina: 30 Autore: Pierluigi Battista Titolo: «Strabismo di Amnesty»
Riportiamo un articolo di Pierluigi Battista pubblicato su La Stampa venerdì 8 novembre 2002. Il giornalista prende in esame il rapporto tra Amnesty International ed Israele, che ormai sembra essere diventata l'unica ossessione dell'associazione. Da diverso tempo infatti, Amnesty ha deciso di chiudere gli occhi davanti al terrorismo suicida o davanti al linciaggio che i corpi dei "collaborazionisti" palestinesi devono subire, per tenerli invece ben aperti solo davanti alla strage (mai avvenuta) di Jenin come anche l'Onu ha riconosciuto. "Salviamo Amnesty International: da se stessa. La storia di questa benemerita organizzazione internazionale nata per tutelare, ovunque, i diritti umani violati, è ricca di glorie e medaglie al valore. Dovunque un sopruso venisse perpetrato, puntuale arrivava la denuncia di Amnesty, spesso, troppo spesso, lasciata sola e trattata dai governi come un intruso. A Est come a Ovest, nei regimi militari dei gorilla sudamericani come nei Paesi dell’Europa comunista, nel Terzo Mondo ma anche nell’Occidente liberale, ovemai carceri, sistemi giudiziari e sistemi investigativi avessero oltrepassato la soglia dei maltrattamenti sui deboli e gli inermi, Amnesty International era presente, con i suoi dossier e i suoi dati. Grazie Amnesty. Se non fosse per quell’impalpabile ma devastante mutazione genetica che, negli ultimi anni, sembra aver stravolto l’identità di Amnesty International. La sua dirigenza sembra essere dominata da un’ossessione anti-Israele che ne sfigura i tratti ed elimina la caratteristica fondamentale del successo di quell’organizzazione: la mancanza di strabismo, la generosa equanimità, la lontananza da ogni sospetto di unilateralità. Nei giorni scorsi Amnesty è intervenuta per bacchettare Israele su Jenin. Non è chiaro cosa sia accaduto a Jenin, sebbene sia stata l’Onu a ridmensionare l’immagine del «massacro» che i media avevano diffuso di primo acchito. Ma possibile che l’unica colpevole dei misfatti contro i civili debba essere la democrazia israeliana? Possibile che Amnesty non abbia nulla da dire sulle centinaia di civili israeliani uccisi dal terrorismo suicida? Possibile che non una parola di sdegno e di orrore venga pronunciata quando i cosiddetti «collaborazionisti» palestinesi vengono linciati e i loro corpi sono esposti al pubblico ludibrio con la presenza complice e compiacente dell’Anp di Yasser Arafat? Nel 2001, a Durban, durante una riunione internazionale benedetta dalle Nazioni Unite, nei corridoi circolavano indisturbati, in funzione anti-israeliana, i testi più osceni dell’antisemitismo, a cominciare dai Protocolli dei Savi Anziani di Sion. La delegazione israeliana, inorridita, chiese ai rappresentanti di Amnesty International di difendere gli ebrei (gli ebrei, non solo gli israeliani) dalla spaventosa aggressione. Ma Amnesty voltò lo sguardo altrove, schiava del nuovo «politicamente corretto» che esige la maledizione rituale di Israele e il giustificazionismo ideologico del terrorismo di marca fondamentalista. Quel giorno Amnesty International non fu più se stessa. Ridatecela, finché si è in tempo." Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare il proprio plauso alla redazione de La Stampa. Cliccando sul link sottostante si aprirà un' e-mail già pronta per essere compilata e spedita.