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SHALOM (Vecchioni) C'è un tempo per combattere e un tempo per sognare, un tempo per raccogliere, uno per seminare; e un tempo per andarsene: ora quel tempo è mio, arrivederci padre, illuminato da Dio. Un dio che sollevava il mare come una punizione, per distinguere gli altri uomini dalla sua vera nazione: ma, padre, qui c'era un popolo, piantato nella terra, e la terra non può darla Dio, ma la fame, l'amore di averla. Come mi pesa questo canto, padre, tu non sai quanto ! Ma non lo senti che e più forte la vita della morte? Shalom, padre, shalom, io vado via. Ma dov'è casa mia? A furia di tenerci insieme per salvare quel che siamo, ci mancan, padre, gli altri, gli altri, quelli che noi non siamo; ci manca, anche se avessimo soltanto noi ragione, l'umiltà di non vincere che fa uguali le persone. E invece li strappiamo via in nome del Signore, come sterpaglia e funghi d'acqua, nati qui per errore, dovesse mai succederci, ad esser troppo buoni di fare, chissà poi per chi, la figura dei coglioni. Arrivederci padre o forse addio: mio nonno, era mio nonno il padre mio! Dio come brucia questo canto brucia più del mio pianto, padre perdonami, ma è più forte la vita della morte; shalom, padre, shalom, io vado via. Ma dov'è casa mia? Arrivederci padre o forse addio: era mio nonno il vero padre mio, cancellato come un numero dalla lista delle spese, ma così tanto più grande delle offese. Dio, se mi brucia questo canto brucia più del mio pianto, ma tu non senti che è più forte la vita della morte; shalom, padre, shalom, io vado via. Ma dov'è casa mia? Signor Vecchioni, glielo dico io dov'e' casa mia: qui in Terra di Israele. E non andro' via e come me non andranno via gli altri ebrei israeliani che qui sono a casa non solo perche' ce l'ha data D-O come lei accenna in modo sarcastico ma perche' ce l'hanno data l'amore, il lavoro, il coraggio, la fede, la volonta' e .... l'ONU. E ancora: il sionismo nato nel momento stesso in cui ci hanno cacciati di qua e il sionismo nato come movimento politico piu' tardi. E ancora: le guerre, che se non le avessimo vinte non saremmo stati coglioni ma morti. E ancora: il rifiuto antico degli "altri" di avere una terra accanto alla nostra PERCHE' era la nostra che volevano. E ancora: i nostri 20.000 ragazzi morti e poi Kobi, Shalhevet e Tommy e Uri, e Ariel, e Rachel, e David, e Stefano Tache' di Roma, e tanti tanti altri bambini ebrei trudidati, ammazzati perche' ebrei dai novelli nazisti palestinesi. Non mi sarei mai aspettata da lei, Vecchioni, artista che ho sempre ammirato, una simile analisi superficiale che pare fatta solo per vendere tanti dischi in un paese visceralmente antiisraeliano come l'Italia. Deborah Fait |
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