Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 10/06/2021, a pag.2 con il titolo "C'è negli Usa chi vuole abolire la cultura classica e moderna", il commento di Diego Gabutti.
Diego Gabutti
La Howard University
Abolita d'emblée la cultura classica, per le sue notorie ricadute imperialiste, schiaviste, sessiste e financo fasciste e naziste, la Howard University di Washington DC lascia il nostro universo e schizza in un'altra dimensione. Niente sessismo, là dove l'Howard University e il suo corpo docente si trovano adesso, oltre chissà quale buco nero. Niente imperialismo, niente razzismo, niente fascismo, niente nazismo, niente supremazia dell'uomo bianco, ma tutto un pullulare d'identità sessuali multiple e bizzarre, di parole igienizzate, di buoni (a proprio dire) sentimenti e di filosofemi, più psicotici che eccentrici, usati come clave contro chi sgarra. Non è la prima volta che capita. Lasciamo da parte la distruzione cristiana del mondo classico (si veda, per esempio, Nel nome della croce di Catherine Nixey, Bollati Boringhieri 2018).
La copertina (Bollati Boringhieri ed.)
Lasciamo da parte anche la Controriforma. Stiamo alle sventure recenti. Soltanto nello scorso secolo — noi presenti — ci sono stati più tentativi di sopprimere la cultura occidentale di quanti ne siano stati contati negli ultimi due millenni. E capitato sotto Stalin e Hitler, sotto Pol Pot, sotto Mao Zedong, sotto Fidel Castro. Abolire la cultura classica e moderna (cioè la «storia della libertà», come la chiamava Croce) è quanto si è sempre proposto il Big Brother in tutte le sue manifestazioni, ultima delle quali, e la più penosa, ma grazie al cielo anche la più innocua, è l'Howard University di Washington DC. Innocua perché, quando s'intende cancellare tutto ciò che fonda l'Occidente, l'arte, la filosofia, il diritto, non basta abolire qualche corso di studio e depurare la biblioteca della facoltà. Bisogna imporre l’ideologia salvifica all'intera società civile, non soltanto ai giornalisti fifoni, ai divi del cinema e agli studenti lavativi. Bisogna bruciare libri e tagliare gole, come hanno fatto nazisti e comunisti. Altrimenti non ci sono speranze che il messaggio passi, se non tra le sparute minoranze dei semicolti, dei fanatici e degl'imbecilli. Persino ai nazisti e ai bolscevichi, che non mancavano di argomenti persuasivi, dalle carestie pilotate ai campi di sterminio, il miracolo non è riuscito. Figurarsi se riuscirà a questi patetici guru dell'estremismo fighetto con le loro demenziali teorie gender e le loro ridicole crociate contro le parole sporche e i pensieri impuri.
Ah, un inciso, per chiudere: il comunismo, a differenza del fascismo, dell'imperialismo e del nazismo, non è rubricato tra gli abomini della modernità, benché lo sia, e come, e quanto. Naturalmente non sono rubricati alla voce «catastrofe» neppure il politically correct e la cancel culture. Ma lo saranno, contateci, e più presto di quanto si pensi. C'è sempre un bambino, infatti, anche nel più trendy dei buchi neri, che spezza l'incantesimo puntando il dito sul didietro dell'imperatore: «Ma quali abiti nuovi! Il pisquano è nudo!».
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