La 'cancel culture' all'Università di Georgetown (Usa) L'analisi tratta dal Figaro
Testata: Il Foglio Data: 07 giugno 2021 Pagina: 3 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «Georgetown, l'università americana in preda alla cultura della cancellazione»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 07/06/2021, a pag.3, con il titolo "Georgetown, l'università americana in preda alla cultura della cancellazione", il commento tratto dal Figaro.
L'Università di Georgetown
Al termine di uno dei suoi corsi alla facoltà di giurisprudenza dell'Università Georgetown, a Washington, lo scorso febbraio, la professoressa Sandra Sellers discute con un collega, David Batson" scrive Adrien Jaulmes. "A causa della pandemia, il corso si svolge attraverso il programma di videoconferenze Zoom e i due professori rimangono connessi anche dopo che gli studenti sono partiti. "Sai una cosa?"-dice Sellers al suo collega - "Non mi piace dirlo, ma finisco per avere questa angoscia ogni semestre, perché molti dei miei studenti con i voti peggiori sono neri". "Succede a ogni semestre", continua. "E succede sempre la solita cosa, mi viene detto: `Dai, su! Ce ne sono anche molti di bravi'. Ma abitualmente sono agli ultimi posti". Batson non risponde, ma annuisce. Non c'è più nessuno studente connesso, ma il sistema continua a registrare la loro conversazione. L'accesso al video, tuttavia, è limitato da una password agli studenti della facoltà. Due settimane dopo, a inizio marzo, un estratto video del loro dialogo viene pubblicato su Twitter da uno studente. La pubblicazione provoca uno scandalo che si espande a tutta velocità sul campus. L'associazione degli studenti neri della facoltà di giurisprudenza reagisce pubblicando su Facebook un comunicato che reclama una sanzione immediata nei confronti dei due professori. "Chiediamo il licenziamento immediato di Sandra Sellers. Non la sospensione. Non l'inchiesta. L'università deve prendere misure rapide e definitive di fronte al razzismo flagrante e spudorato (...). Queste dichiarazioni razziste mostrano non solo le vere convinzioni di Sellers nei confronti degli studenti neri, ma illustrano anche i pregiudizi coscienti e incoscienti sistematicamente presenti nella valutazione degli studenti di giurisprudenza a Georgetown e nelle altre facoltà di giurisprudenza del paese. La differenza è che Sellers si è fatta beccare e che il suo razzismo è stato esposto agli occhi di tutto il mondo". Il rettore della facoltà di giurisprudenza, Bill Treanor, reagisce subito: "Affrontiamo questa situazione con la massima serietà. Ho visto un video di questa conversazione e trovo il contenuto odioso", scrive nel comunicato. "Ho informato la professoressa Sellers che avrei messo fine al suo contratto con la facoltà di giurisprudenza di Georgetown con effetto immediato... Il professor Batson è stato messo in congedo amministrativo in attesa dell'inchiesta dell'Ufficio della diversità, dell'equità e dell'azione positiva, i cui risultati guideranno le nostre prossime tappe. Fino alla fine dell'inchiesta, il professor Batson non parteciperà più al corso in cui l'incidente si è prodotto". "Le parole da sole non bastano, lo so, per farci compiere passi avanti", prosegue il rettore. "Ma voglio cominciare dal presentare le mie scuse agli studenti, al corpo insegnante, al personale e agli ex allievi che sono stati colpiti da questo incidente. Mi aspetto di più da questa facoltà di giurisprudenza di quello che abbiamo visto in questo video. Possiamo fare meglio e lo faremo". 62enne, esperta giuridica specializzata nella mediazione e nella negoziazione di controversie in materia di proprietà intellettuale, Sandra Sellers fa atto di contrizione: "Sono profondamente dispiaciuta per le mie osservazioni offensive e fuori luogo" (...). L'Associazione degli studenti neri esige anche delle "scuse pubbliche da parte del professor David Batson per la sua incapacità di condannare in maniera adeguata le dichiarazioni di Sellers". E le ottiene (...). Il rettore annuncia una serie di nuove misure: la creazione, col nuovo anno accademico, di una "formazione alla non-discriminazione" e l"`assegnazione di una borsa ai membri del corpo insegnante che vogliono lavorare durante l'estate all'elaborazione di materiale pedagogico che si occupa di giustizia razziale, di diseguaglianze razziali, così come delle esperienze e dell'azione dei gruppi tradizionalmente marginalizzati". Ma soprattutto, annuncia che gli studenti avranno ormai la possibilità di segnalare "in maniera confidenziale presso l'Ufficio della diversità istituzionale, dell'equità e dell'azione positiva" eventuali incidenti razzisti. Come numerosi altri campus americani, l'Università Georgetown ha sperimentato uno degli effetti della famosa "cancel culture" (…). "Tutti nelle università sono terrorizzati. Tutta la vostra esistenza professionale è nelle loro mani, la vostra carriera può fermarsi da un giorno all'altro, potete perdere tutto".
(Traduzione di Mauro Zanon)
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