L' Occidente si sveglia? Battaglia sull'origine cinese del virus Cronaca di Federico Rampini
Testata: La Repubblica Data: 28 maggio 2021 Pagina: 12 Autore: Federico Rampini Titolo: «Stati Uniti contro Cina. La battaglia politica sull’origine del virus»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 28/05/2021, a pag.12, con il titolo "Stati Uniti contro Cina. La battaglia politica sull’origine del virus", il commento di Federico Rampini.
Federico Rampini
Joe Biden riapre “la pista del laboratorio di Wuhan” sulle origini del Covid, con una mossa a sorpresa. Chiede che l’intelligence Usa gli consegni un rapporto dettagliato entro 90 giorni, e quando sarà pronto lo presenterà al Congresso. Sfiducia apertamente l’Organizzazione mondiale della sanità. Lancia una sfida alla Cina, che di nuove indagini in casa propria non vuol sentire parlare. E infine, colpo di scena non marginale, “riabilita” una teoria che fu abbracciata da Donald Trump un anno fa. All’origine delle molteplici sorprese ci sono alcuni nuovi indizi, che si uniscono alle novità politiche di un ulteriore peggioramento nei rapporti bilaterali fra Washington a Pechino. Di concreto, c’è la rivelazione che almeno tre ricercatori nel celebre laboratorio virologico di Wuhan si ammalarono simultaneamente nel novembre 2019 con sintomi simili a quelli del Covid. La versione ufficiale di Pechino secondo cui i ricercatori avrebbero avuto una normale influenza di stagione, non convince molti scienziati americani. Biden, facendo uno strappo alle regole, ha scelto di esporre in modo pubblico un dissenso interno alle agenzie d’intelligence Usa. C’è una centrale di spionaggio che propende per la pista dell’incidente in quel laboratorio di Wuhan, dove si manipolano i virus. Altre due agenzie di intelligence continuano a considerare più probabile la spiegazione originaria, e cioè un contagio da animale selvatico a uomo, probabilmente nel mercato umido di Wuhan. Biden, esponendo alla luce del sole l’esistenza di due teorie, chiede di riaprire le indagini e vuole arrivare a una conclusione in tre mesi. Ma questa richiesta è motivata anche da un cambio di atteggiamento verso l’Oms. La Casa Bianca non nasconde la sua insoddisfazione per l’inchiesta compiuta dagli esperti dell’Oms in Cina: secondo l’Amministrazione Usa i lavori degli esperti furono condizionati a tal punto dal governo cinese da risultare del tutto inattendibili. Non giova il fatto che Xi Jinping si è irrigidito su questo tema. La Cina si rifiuta di ospitare una seconda indagine sulle origini del Covid e ieri ha risposto a Biden parlando di «storia oscura» dell’intelligence guidata dalla voglia di «usare la pandemia per lo stigma, la manipolazione politica e la calunnia». Anzi sempre più spesso il governo cinese avanza una sua “contro- teoria del complotto” su presunte origini straniere, per ribaltare la narrazione. In un clima così teso, cosa possono fare di veramente nuovo le agenzie d’intelligence Usa nei prossimi 90 giorni? L’accesso al laboratorio di Wuhan è escluso, quindi si tratta di lavorare su fonti indirette. Non sarà facile reperire dati nuovi né raggiungere una conclusione definitiva. Ma questa serie di colpi di scena s’inseriscono in un nuovo degrado delle relazioni tra le due superpotenze. Ieri ne hanno parlato la responsabile Usa del commercio estero Katherine Tai e uno dei massimi consiglieri di Biden sull’Asia, Kurt Campbell. Ambedue hanno anticipato che è finita l’era della ricerca di intese a tutti i costi con i cinesi. Su ogni dossier, dal commercio alle questioni militari, la squadra Biden conferma che adotterà una linea dura, non dissimile da quella dell’Amministrazione Trump. L’ex presidente dal suo ritiro di Mar-a-Lago ne approfitta per gongolare. Soprattutto sulla pista del laboratorio: «L’avevo detto per primo, e avevo ragione». Una piccola diramazione di questa vicenda tocca anche l’esperto virologo Anthony Fauci. Alcuni parlamentari repubblicani lo chiamano in causa perché a suo tempo fu tra i corresponsabili di finanziamenti Usa forniti al laboratorio di Wuhan per le ricerche sui virus.
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