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Jean Castex o La bella addormentata nel bosco
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
Jean Castex Il Primo Ministro francese ha solennemente invitato Israele a “proteggere i civili” e a “consentire l'accesso per gli aiuti umanitari a Gaza”, invocando anche la protezione del “personale umanitario e sanitario” senza dimenticare “la sicurezza dei giornalisti”. È deplorevole che il signor Castex, così pronto a esprimere la sua preoccupazione per gli abitanti di Gaza, solo ora se ne sia reso conto e abbia condannato “anche” le violenze di Hamas. Senza dubbio ignorava che erano passati quindici anni da quando Hamas, che aveva preso il potere nel 2007 dopo aver cacciato i rappresentanti dell'Autorità Palestinese con un sanguinoso colpo di Stato, da allora, incessantemente, prende di mira le popolazioni civili di Israele. Per dovere di cronaca, Israele si era completamente disimpegnato dalla Striscia di Gaza nel 2005, e i suoi soldati, con la morte nel cuore, avevano evacuato con la forza le famiglie ebree che vi si erano stabilite. Non c'è più alcun contenzioso territoriale tra quella che i media chiamano “l'enclave palestinese” e lo Stato di Israele, che si è ritirato all'interno del suo confine internazionalmente riconosciuto. Solo che Hamas, un'organizzazione definita terrorista da molti Paesi occidentali, da quell’orecchio non vuol sentire. Non riconosce la legittimità del suo vicino e fa della sua distruzione la sua ragion d'essere. Basta leggere il suo statuto: “Il Movimento di Hamas è uno degli episodi della jihad condotta contro l'invasione sionista… La terra di Palestina è una terra islamica per tutte le generazioni di musulmani fino al giorno della resurrezione. È illecito rinunciarvi in tutto o in parte, separarsene in tutto o in parte.” Emanazione dei Fratelli Musulmani, non nasconde la sua volontà di costruire un califfato islamico governato dalla Sharia sulle rovine dello Stato ebraico ma anche sui territori sotto l'Autorità Palestinese. Trascurando le necessità degli abitanti di Gaza per quella che considera come la sua ragion d'essere, Hamas mobilita tutte le risorse a sua disposizione e tutta l'assistenza che riceve dalla comunità internazionale per la creazione di un formidabile arsenale di guerra. Quindi per quindici anni ha incessantemente attaccato le città, i villaggi e i kibbutz oltre il confine. Pioggia di razzi contro case, asili e ospedali; palloni incendiari che devastano campi e foreste, tentativi di incursioni terrestri.
A poco a poco, gli abitanti hanno imparato a conviverci. Costruiscono degli spazi protetti nelle loro case, dei rifugi di cemento un po’ ovunque. Quando suona l'allarme, si precipitano a mettersi al riparo. Una generazione di bambini è cresciuta in questo ambiente, traumatizzata, in angoscia per ore, in attesa che l’emergenza finisse. Riguardo agli anziani, quanti di loro sono finiti in ospedale dopo aver avuto una brutta caduta nella fretta di correre al riparo. Israele ha innegabilmente predisposto la “Cupola d'Acciaio”, un sistema unico al mondo per intercettare e distruggere i missili, ma anche i detriti di questi dispositivi di morte possono uccidere e la Cupola elimina “solo” il 90% dei razzi. Queste vittime innocenti, che sono i civili israeliani, attendevano da lungo tempo qualche espressione di solidarietà da parte della Francia. La condanna dei lanci di Hamas sarà pur un primo passo in questa direzione, ma ancora del tutto insufficiente.
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