Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Crisi di governo con commento avvelenato In Israele scoppia la crisi di governo, Olimpio comicia subito a sparare proiettili avvelenati
Testata: Corriere della Sera Data: 31 ottobre 2002 Pagina: 12 Autore: Guido Olimpio Titolo: «I laburisti lasciano il governo Sharon»
In Israele scoppia la crisi di governo, e Olimpio cosa fa? Si procura una cerbottana e soffia proiettili avvelenati su Israele. I motivi non ci sono e neanche i pretesti? E che fa? Noi ce li fabbrichiamo! La crisi che nessuno voleva è arrivata in Israele. E con un gesto clamoroso, dettato più da ragioni di partito che da scelte strategiche, i laburisti sono usciti dopo venti mesi dalla coalizione con il Likud. Il premier Ariel Sharon, che aveva fatto dell´unità nazionale il suo totem, no: l'unità nazionale non è il totem di Sharon (sembrerebbe essere piuttosto il tabù di Olimpio), bensì un disperato tentativo di salvare Israele dalla distruzione ha due possibilità. Cercherà di formare un governo «ristretto», ma che dovrà lottare ogni giorno per sopravvivere. In caso di fallimento andrà alle elezioni anticipate. Gli osservatori propendono per un voto in primavera per evitare possibili sovrapposizioni con la probabile guerra in Iraq. In ogni caso il Paese, alle prese con l´intifada palestinese no: il Paese è alle prese con una guerra terroristica e una crisi economica devastante, entra in una fase di grande instabilità. Ufficialmente lo scontro tra laburisti e il premier è sorto attorno alla approvazione del bilancio. Il leader socialista è ministro della Difesa, Beniamin Ben Eliezer ha bocciato il budget che prevede, tra l´altro, stanziamenti per 150 milioni di dollari in favore dei 200 mila coloni israeliani detto così sembra un'enormità: in realtà si tratta di un milione e mezzo di lire a testa che vivono, in violazione della legge internazionale, nei territori palestinesi. Ma quanto piace a Olimpio questo mantra della violazione della legge internazionale! Gli piace talmente che se lo ripete ogni giorno, e lo ha ripetuto talmente tante volte che dev'essersi addirittura convinto che sia vero. Peccato che non lo sia affatto, e che quelli che Olimpio, con forte sprezzo del vocabolario italiano, chiama coloni, non violino proprio nessuna legge internazionale. Sharon ritiene che vadano difesi a ogni costo perchè incarnano il sogno della «Grande Israele». Che questo sia il motivo per cui Sharon ritiene che vadano difesi, naturalmente, è un'idea (un'idea fissa, ci permettiamo di dire), di Guido Olimpio, ma questo si guarda bene dal precisarlo, preferendo dare a intendere che sia un'idea di Sharon. Il denaro, ha ribattuto Ben Eliezer, deve essere usato per creare posti di lavoro e sostenere i più poveri. Controreplica del Likud, che ha accusato il ministro di aver aperto il caso solo in vista delle primarie del suo partito. Il 19 il ministro dovrà fare i conti con lo sfidante Amram Mitzna, l´ex generale sindaco di Haifa, e con Haim Ramon. Entrambi sono fautori della rottura con il Likud. Polemiche verbali seguite, però, da negoziati dietro le quinte, con al centro Shimon Peres, sempre affascinato dalla mediazione come dal potere. I negoziati, frenetici, sono andati avanti fino al pomeriggio inoltrato facendo slittare la votazione del bilancio. Teatro del confronto la Knesset, il parlamento israeliano. Poco dopo le 15 si è sparsa la voce di un compromesso imminente: «La crisi è evitata, manca la stretta di mano tra Sharon e Ben Eliezer che si sono aggiunti alla trattativa». Ma l´annuncio si è rivelato frettoloso. Le discussioni si sono trasformate in rissa verbale. A differenza delle discussioni in seno al direttivo palestinese, che si trasformano in un Arafat che impugna la pistola e la infila in bocca al suo interlocutore - dopo averlo preso sonoramente a schiaffi.
A un tratto è emersa la taglia forte di Ben Eliezer. Visibilmente adirato, si è allontanato per qualche minuto, per poi tornare al tavolo. Era la fine della corsa. I ministri laburisti hanno cominciato a presentare le lettere di dimissioni. Poi tutti si sono trasferiti all´interno dell´aula della Knesset per le dichiarazioni di voto sul budget. Ben Eliezer, toccando le corde populiste, ha affermato che «non poteva stare a guardare mentre i bambini israeliani muoiono di fame». Sharon, indossando i panni dello statista, no, Olimpio, Sharon non "indossa i panni dello statista": Sharon, a differenza del terrorista che sta dall'altra parte della barricata, "è" uno statista ha ribadito che è sua «responsabilità guidare il Paese». E le perplessità sono ampie anche a sinistra, dove in molti ritengono che i laburisti avrebbero dovuto uscire dal governo molto prima, evitando di fare da strapuntino alla destra. Le prospettive elettorali, comunque, non sono buone: se si votasse oggi, dicono i sondaggi, al Likud andrebbero 29 seggi e al Labour 21. Ma neppure Sharon può essere allegro. In caso di elezioni potrebbe vedersela alle primarie con il suo acerrimo nemico, Beniamin Netaniahu, che conta su molti sostenitori tra i coloni. Da giorni il premier ha avviato contatti per inglobare nel governo i partner bizzosi dell´estrema destra: non ne può fare a meno visto che oggi ha solo 55 seggi su 120. Nel contempo ha sondato i possibili neoministri. Agli Esteri potrebbe andare Silvan Shalom, attuale responsabile delle Finanze. Alla Difesa, Shaul Mofaz, l´ex capo di Stato Maggiore. Tanto per cambiare, un altro generale. Come lo è Meir Dagan, che ha assunto ieri la guida del Mossad. E come lo è Barak. E come lo era Rabin. Lo chiamano «il tagliatore di teste» perchè sostiene la strategia degli omicidi mirati. Mentre Arafat sostiene la strategia, molto più civile, di mandar fuori di prigione i terroristi perché se ne vadano in giro ad ammazzare un po' di ebrei, e di condannare a morte gli attivisti per i diritti umani. L´ulteriore sterzata a destra complicherà i rapporti con gli Usa e radicalizzerà ancora di più la battaglia con i palestinesi. Che invece con la colomba sinistrorsa Barak si sono mostrati docili come agnellini, e con la supercolomba Rabin erano talmente mansueti da arrivare a fare al massimo duecento morti in dieci giorni, mai di più!
Sharon avrà il primo test lunedì, quando la Knesset dovrà esprimersi su una mozione di sfiducia. Il premier è convinto di farcela. Per adesso si accontenta dell´approvazione del bilancio, ottenuta con l´aiuto dei partiti esterni.
Tutto preso dalla frenesia di demonizzare Israele, Olimpio non ha ritenuto poi opportuno informare i lettori del Corriere che un terrorista palestinese, sparando contro tutto e tutti, ha ucciso due ragazzine di 14 anni e una donna di 53 nell'insediamento di Hermesh, ucciso poi dai soldati prima che avesse il tempo di azionare la cintura esplosiva che aveva su di sé, e che un altro terrorista con corpetto esplosivo è stato ucciso nel corso di una sparatoria avvenuta nel villaggio di Zeita. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione del Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà un' e-mail già pronta per essere compilata e spedita.