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La Stampa Rassegna Stampa
29.10.2002 Una sola ideologia
Le direttive ideologiche generali comuni nel terrorismo attuale

Testata: La Stampa
Data: 29 ottobre 2002
Pagina: 26
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Attacco all' Occidente»
Riportiamo un articolo di Fiamma Nirenstein pubblicato su La Stampa il 29 ottobre 2002.
"Le ultime notizie sul terrorismo in queste ore già pongono la tragedia di Mosca nel passato, e inglobano l'assassinio ad Amman di un diplomatico americano. Dalla Giordania Al Qaeda è passata più volte, una grande cellula fu scoperta nel passato; Hamas vi ha la sua sede principale, finanziata dall'Iran, che finanzia anche gli hezbollah in Libano; Saddam Hussein di là forse fa passare i suoi 25mila dollari a famiglia dei terroristi suicidi. Grandi intrecci. In Cecenia, che ci fosse Al Qaeda e parecchie schegge afghane con i traffici d'armi e droga è noto da tempo; Caucaso e Balcani sono infestate di estremismo islamico misto a cause nazionali.
Karkur, Zamboanga (Filippine), New Delhi, Bali, e poi Mosca e Amman. E anche in Yemen alla nave francese, e anche l'isola in Kuwait, e l'ammiratore di Bin Laden, il cecchino del Maryland. Se fossimo a caccia di indizi comuni, non avremmo difficoltà a individuarne uno: l'islamismo. Ognuno però ha la sua posizione geografica, scrive Sergio Romano, ma davvero vogliamo pensare soprattutto all'irredentismo, oggi? Ognuno ha le sue sofferenze, come scrive Barbara Spinelli, le persecuzioni che l'hanno reso aggressivo. Ma ci serve, questo, ad affinare la nostra comprensione di un fenomeno nuovo, e, sì, a proteggere di conseguenza le nostre famiglie, la società, le nostre opere d'arte? Perché questo è il nostro compito: solo con una strategia, è evidente, in comune per i confini, i soldi, le armi, che induca i regimi sostenitori ad abbandonare l'aiuto al terrore, possiamo agire insieme, noi gente attaccata dal Terrore, evitando stragi mostruose, e anche reazioni che minano il nostro senso morale e le regole democratiche. In che cosa questo vieta di sostenere la libertà per la Cecenia, o uno stato per i Palestinesi? Che c'entra? Il terrorismo, è altro, è uno, ha ispirazione e fondi comuni, una religione di riferimento, magari a torto rispetto al suo messaggio originario, come si insiste nel suggerire. Ma che importanza fattuale tutto questo può avere, se vogliamo combattere il terrore? Ogni cittadino scorge con preoccupazione: un'ispirazione e delle direttive ideologiche generali comuni nel terrorismo; la sua grande capacità di colpire; la rete finanziaria e di training mondiale; lo sforzo organizzativo strutturato; il terrorismo suicida... tutti questi elementi comuni definiscono oggi un nemico comune, mancato varie volte per paura di guardare in faccia una così temibile realtà, in Usa, e da noi, perché questo costringerebbe l'Europa a fare fronte con gli Stati Uniti, e dove finirebbe la nostra incerta identità? Se i problemi locali costituissero l'origine del terrore, non si capirebbe allora come mai in tante occasioni colpisca (Bali, Egitto) turisti svariati, ragazzi, australiani, africani a caso, perché si è avuto terrore Egiziano e Saudita a New York, Tunisino a Jerba, Indonesiano a Bali (pare). Dice bene Mark Heller, del centro Jaffee per Studi Strategici: se le cause locali causano terrorismo, perché questo non è successo in Sudan, in Nigeria, perché la repressione mussulmana non ha creato terrorismo non islamico?"
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