Torino: arrestato l'imam che incitava a sgozzare ebrei e cristiani Cronaca di Sarah Martinenghi, Carlotta Rocci
Testata: La Repubblica Data: 14 maggio 2021 Pagina: 6 Autore: Sarah Martinenghi, Carlotta Rocci Titolo: «El Allam, imam contro tutti: 'I nemici vanno uccisi e sgozzati'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA - Torino di oggi, 14/05/2021, a pag.6, con il titolo "El Allam, imam contro tutti: 'I nemici vanno uccisi e sgozzati' " la cronaca di Sarah Martinenghi, Carlotta Rocci.
Bouchta El Allam
Incitava alla distruzione del Vaticano, definiva Osama Bin Laden un "difensore dell'Islam", riteneva da «uccidere e sgozzare l'ex deputata Souad Sbai». L'imam di origini marocchine Bouchta El Allam, 42 anni, soprannominato "Bush", residente vicino a Ivrea, è accusato dal pm Enzo Bucarelli di istigazione a delinquere finalizzata al terrorismo, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Dal carcere faceva propaganda per Al Qaeda. Dopo l'arresto avvenuto a Torino, nel 2015, era stato portato a Ivrea, poi trasferito a Novara, Cuneo, Biella e Alessandria. L'indagine dei carabinieri del Ros sono iniziate qui, tra luglio 2020 e marzo 2021. E ieri nei suoi confronti è stata emessa dal gip Stefano Sala una nuova misura di custodia cautelare L'imam faceva la sua opera di proselitismo il venerdì, durante la preghiera. Secondo l'accusa, il religioso ha esaltato gli attentati terroristici, come quello commesso in Francia, dopo la riedizione delle vignette di Charlie Hebdo a settembre dell'anno scorso.
Definiva gli ebrei «nemici giurati dell'Islam» e ne auspicava l'eliminazione e l'arrivo di un nuovo Hitler. Nelle intercettazioni El Allam invocava la distruzione del Vaticano ed esprimeva la sua ammirazione per Osama Bin Laden e Mohammed Atta — il capo del commando responsabile della strage dell'11 settembre 2001, con la distruzione delle Toni Gemelle a New York e di un'ala del Pentagono — che definiva «difensori dell'Islam e persone rispettose dei principi religiosi autentici». Il Vaticano avrebbe dovuto saltare in aria «con un'esplosione come quella del porto di Beirut» e voleva che il Natale fosse «un massacro». «Impressionante - scrive il gip nella misura cautelare è poi l'astio sviscerato contro il popolo ebraico che deve essere semplicemente soppresso». I cristiani, gli ebrei e i socialisti venivano indicati «come i veri nemici». Parlava di affittare un camion «da riempire con 500 bombole di gas» e di usare giubbotti esplosivi per colpire. L'imam sognava il martirio in nome della jihad e voleva vendicarsi del tribunale e del pm torinese che lo aveva indagato e fatto arrestare. I Ros torinesi nel corso dell'indagine hanno perquisito le abitazioni di altri detenuti nel carcere di San Michele nel periodo in cui era detenuto anche l'imam e la casa della moglie dell'uomo, italiana, che vive in provincia di Torino e che è comunque estranea all'indagine. Bouchta El Allam era finito in carcere nel 2015 per droga: era considerato ai vertici di un'organizzazione specializzata nel traffico di stupefacenti tra Italia e Spagna, insieme a 12 persone. A quei tempi abitava a Lessolo, nel Canavese. È proprio in seguito alla condanna per i fatti del 2015 che El Allam ha cominciato a covare odio nei confronti della magistratura torinese. Dopo il suo arresto l'uomo ha cominciato a sostituirsi alle figure degli imam in tutte le carceri del Piemonte in cui è stato detenuto fino a quando ad Alessandria non è diventato il referente per la preghiera del venerdi. Da tutti gli istituti di pena è stato sempre allontanato per il suo comportamento che istigava gli alti detenuti ad avere comportamenti ostili e di rivolta nei confronti del personale della polizia penitenziaria. Per il giudice «Bouchta ha affinato nel tempo le sue capacità di indottrinamento, dispone di notevole ascendente, vanta credito notevole tra i fedeli» e il ruolo di imam che già svolge in carcere rende prevedibile che possa continuare a diffondere il suo progetto: da qui la decisione del regime di "alta sicurezza".
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