Roma: la manifestazione in sostegno di Israele Intervento di Ruth Dureghello
Testata: Il Messaggero Data: 13 maggio 2021 Pagina: 18 Autore: Ruth Dureghello Titolo: «L'attacco di Hamas e i bambini vittime del terrorismo»
Riprendiamo dal MESSAGGERO di oggi, 13/05/2021, a pag.18 con il titolo "L'attacco di Hamas e i bambini vittime del terrorismo", l'intervento di Ruth Dureghello.
Ruth Dureghello
Ieri sera la Comunità Ebraica di Roma non si è sentita sola. Società civile e politica tutta si sono riunite per manifestare solidarietà a Israele, che si trova in queste ore ad affrontare un attacco violentissimo, inaspettato, eppure con tanti tristi precedenti. In 38 ore sono partiti dalla Striscia di Gaza oltre mille razzi. Missili piovuti nel centro-sud di Israele. Miravano ai civili di Tel Aviv, Gerusalemme, Ashkelon, Holon, Herzelia, Bat Yam, Beer Sheva. Da Nathanya in giù le sirene che anticipano i bombardamenti hanno suonato ovunque. Chiudere l'aeroporto di Ben Gurion, costringere una nazione all'interno dei propri confini e obbligare i cittadini a passare la notte chiusi nei rifugi di cui - tristemente - ogni casa israeliana è dotata, non è l'unica ferita perpetrata dal terrorismo alla democrazia d'Israele e agli equilibri mondiali. Chi oggi colpisce Israele sta attentando anche e soprattutto a quel processo di pacificazione dell'area che negli accordi di Abramo trova insieme cristallizzazione e prospettiva di un percorso lungo e di pace.
I missili di Hamas sono un tentativo di sabotaggio del legame tra un pezzo di mondo arabo e di mondo ebraico e una minaccia per gli equilibri globali. Israele continua ad essere l'unico Stato di cui ciclicamente si mette in dubbio il diritto a esistere. La sua legittimità deve essere costantemente difesa al costo altissimo della vita dei propri soldati, ragazze e ragazzi di 18 anni impegnati nelle prime file e spesso costretti a confrontarsi con gruppi di criminali terroristi. Anche in Israele la sicurezza interna, lo scorso anno, è stata messa a dura prova dal nemico che abbiamo imparato a conoscere tutti, il Covid. Israele, come tutto il mondo ha potuto vedere, ha speso ingenti risorse perla campagna vaccinale ed è oggi laboratorio ed esempio per tutti. Risorse che a pochi chilometri di distanza non sono state impiegate per il bene della popolazione ma per armare una guerra. Per Hamas sembra essere più forte l'odio nei confronti d'Israele che l'amore per il popolo palestinese. Nella Striscia non sono stati trovati i fondi per comprare i vaccini contro il Covid ma è stato possibile reperite le risorse per comprare armi e missili. Nella Striscia i soldi non vengono utilizzati per costruire scuole, ospedali, parchi, centri di ricerca, università, ma per organizzare conflitti armati che mirano a colpire i civili israeliani. Un metodo tristemente noto anche ai cittadini europei, che più volte, fino a pochi mesi fa, sono stati vittime innocenti del terrorismo. Nessuno al mondo vuole vedere un bambino senza vita tra le macerie. Nessun ebreo lo vuole, nessun israeliano lo vuole. L'esercito israeliano non lo vuole, tant'è che le operazioni di Tzahal, quando costretta, non sono certo una "pioggia di missili su Gaza" ma l'eliminazione chirurgica di obiettivi terroristici anticipata con congruo anticipo alla popolazione. Nessuno vuole i civili morti, Hamas sì. E in questo tempo, per difendere la pacificazione del Medio Oriente e il percorso inaugurato dagli Accordi di Abramo dobbiamo dire senza paura che Hamas e i suoi sostenitori sono i primi nemici del popolo palestinese e di tutto il mondo libero.
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