La lettera seguente è pubblicata oggi su AVVENIRE, a pag. 2. A seguire una lettera di segno opposto, che riproduciamo in questa pagina dopo il commento di Deborah Fait.
“Giustizia e pace si baceranno” (Salmo 84) ovvero non ci può essere pace senza giustizia
Caro Avvenire, come spesso accade il Vostro giornale racconta una parziale verità quando parla di Israele e del popolo ebraico. In questi giorni tuttavia la parziale verità si è trasformata in una enorme falsità, quando la drammatica cronaca degli avvenimenti di queste giornate viene ambientata in una fantomatica “ Gerusalemme Est occupata”, come scrivete più volte nei vostri articoli. Il lettore poco accorto potrebbe quindi credere che il primum moves dei disordini sia la lotta contra l’ occupazione della propria terra da parte del ” nemico sionista”. La realtà è che non esiste una Gerusalemme occupata, ma Gerusalemme è unica ed indivisibile. Dobbiamo, quindi, ricollocare correttamente gli avvenimenti di questi giorni che sono da ambientarsi nella Capitale di Israele, dove stanno avvenendo atti di indicibile violenza compiuti da una folla incitata e manovrata, atti di vera e propria guerriglia urbana, atti vandalici e barbarici contro cittadini di Gerusalemme (è recente l’ uccisione di uno studente ebreo) e contro le forze dell’ordine. Vediamo razzi che partono da Gaza e che vogliono colpire popolazione civile, costretta a scappare e a proteggersi nei rifugi al suono delle sirene di allarme. Mi chiedo quindi come possiate invocare la pace, senza chiedere prima giustizia. Giustizia per Israele che ha il diritto di proteggere i propri cittadini, di avere confini difendibili, di non vivere nel terrore al grido “uccidiamo l’ ebreo”. Chiediamo giustizia. Solo dopo potremo chiedere pace.
Francesca Berghenti
Associazione Parmense per Israele
Unione Associazioni Italia Israele
Gentile Francesca,
Avvenire, come la maggior parte dei media, scrive mezza verità, quando non menzogne vere e proprie. Tutte le istituzioni mondiali, compreso il governo italiano, incolpano Israele della situazione che ormai si avvicina a una guerra vera e propria. Israele è sotto attacco da tutte le parti, dal sud con centinaia di missili, dall'interno con orde di fanatici assetati di sangue e dal nord dove Hezbollah scalpita. Riporto qui quanto scritto ieri nel mio articolo http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=70&id=81649, cioè i fatti storici che hanno portato a tutto questo e che voi, come associazione per Israele, potete far conoscere ai vostri iscritti:
1875: Gli ebrei acquistano quella terra.
1948: La Giordania occupa Gerusalemme e dintorni, fa pulizia etnica e caccia gli ebrei.
1950: Arabi entrano nelle proprietà degli ebrei durante l'occupazione giordana.
1973: la Terra viene registrata come proprietà di un'organizzazione ebraica.
1982: i residenti concordano sul fatto che l'organizzazione ebraica è proprietaria della Terra in questione. La Corte Suprema decreta che i residenti devono pagare un affitto. La lotta legale durerà anni.
2020: La Corte decide che gli affittuari devono essere sfrattati se rifiutano di pagare l'affitto.
2021: I palestinesi, per non smentire mai la loro violenza, fanno scoppiare la rivolta, accoltellano la gente per la strada, prendono a mitragliate chi aspetta l'autobus, incendiano i campi israeliani con i palloni incendiari e colpiscono le città israeliane con i loro maledetti missili, ormai più di 250 e destinati ad aumentare.
Vorrei aggiungere un pensiero, gli arabi sbraitano che Gerusalemme è la "loro" città santa e la bombardano da giorni, è evidente che per loro il termine sacro non ha nessun significato se non violenza e terrorismo e nessun valore morale. Gerusalemme, tutta unita, è sacra per il popolo ebraico che la cura, la ama e la protegge.
Un cordiale shalom
Ecco la lettera contro Israele pubblicata oggi da AVVENIRE a pag. 2 a firma di Luigi Fioravanti:
Signor direttore, la vera violenza è l'ingiustizia, diceva Gandhi. La vera violenza in Palestina si chiama occupazione dei Territori palestinesi da parte di Israele che dura da 54 anni, contro le risoluzioni dell'Onu 242 e 181; si chiama apartheid che vige in Palestina, come denunciano da tempo i rapporti dell'Onu, di Human Rights Watch e Amnesty International, di B'Tselem; si chiama espropriazione delle terre palestinesi con colonie illegali che si ingrandiscono ogni giorno; si chiama Muro della Vergogna, checkpoint, imprigionamenti quotidiani di palestinesi compresi i bambini, sradicamento degli ulivi, demolizione di case, negazione dei diritti dei palestinesi: alla libertà, a una terra, alla indipendenza, alla dignità... Questi i nomi della violenza che vengono taciuti, quando si parla di violenza in Palestina; violenza attribuita sempre ai palestinesi, che da aggrediti diventano aggressori. Ogni critica a Israele viene marchiata di "antisemitismo"; ci si dimentica di dire che anche i palestinesi sono semiti e sono oggetto di antisemitismo da parte della maggioranza degli ebrei israeliani. La pace in Palestina ci sarà quando finirà l'occupazione, la Madre di tutte le violenze. Ma Israele non vuole la pace, vuole la Palestina tutta, dal Mediterraneo al Giordano. E se la sta prendendo, con la forza, la violenza, con il silenzio assenso degli Usa, dei Paesi arabi, dell'Unione Europea, e dei media!