Giustizia per Sarah Halimi Commento di Leonardo Martinelli
Testata: La Stampa Data: 09 maggio 2021 Pagina: 18 Autore: Leonardo Martinelli Titolo: «Parigi in piazza per Sarah contro le ombre antisemite»
Riprendiamo dalla STAMPA - Specchio di oggi, 09/05/2021, a pag.18, con il titolo "Parigi in piazza per Sarah contro le ombre antisemite", il commento di Leonardo Martinelli.
Leonardo Martinelli
Sarah Halimi
Sarah Halimi fu svegliata nella notte, all'improvviso. Lei, 65 anni, vedova ebrea, religiosa, direttrice di un asilo nido in pensione, visse un calvario di una trentina di minuti prima di morire. Kobili Traoré, 27 anni, musulmano, francese originario del Mali, urlava e la picchiava: lei che, nel suo quartiere di Belleville, era conosciuta come una persona mite e servizievole. Traoré viveva al piano di sotto di quel palazzo di alloggi popolari, con la sua famiglia: un giovane strano, già condannato sei volte, che carburava a cannabis, almeno una quindicina di canne al giorno. Frequentava la moschea del vicinato, di un rigorismo sospetto. Mentre picchiava la povera Sarah, gridava «Allah Akbar» e declamava versetti del Corano. La polizia, chiamata dal vicinato, era già sul posto, ma esitò a entrare nel palazzo. Lo fece solo dopo che Traoré aveva gettato la donna dalla finestra, dal terzo piano: probabilmente era già svenuta. Lui proclamò di avere ucciso «il demone del quartiere». L'ebrea.
Era il 4 aprile 2017 e questo fatto di cronaca nera, in piena città, a Parigi, venne inizialmente sottovalutato. Traoré fu ricoverato in un ospedale psichiatrico e da allora non ne è più uscito. La famiglia della donna riuscì, comunque, a far riconoscere l'aggravante dell'antisemitismo. Ma nel dicembre 2019 la Corte d'Appello dichiarò l'aggressore penalmente irresponsabile, perché in preda a una psicosi delirante acuta, dovuta all'assunzione di cannabis. La sentenza si basava su un articolo del codice penale (122-1), per cui non è perseguibile dal punto di vista penale chi soffra, al momento del reato, di un disturbo psichico o neuropsichico, che annulli la capacità di discernimento. Ebbene, la decisione è stata confermata il 14 aprile scorso dalla Cassazione: Traoré in carcere non ci andrà mai. Ma l'opinione pubblica non arriva ancora a digerire la vicenda. Il 25 aprile più di 20 mila persone hanno protestato per le strade di Parigi. E altre manifestazioni sono state organizzate in Francia e all'estero, perfino a Roma, dinanzi all'ambasciata di Francia. Lo stesso presidente, Emmanuel Macron, ha chiesto di cambiare la normativa e il ministro della giustizia Eric Dupond-Moretti presenterà un progetto di legge. Intanto la famiglia di Sarah ha deciso di fare appello pure ai tribunali israeliani. No, la storia non finirà qui.
Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/065681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante