Due nobili cause travisate
Analisi di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
L'attuale direzione di Human Rights Watch, che dovrebbe essere tradotto in italiano come “Osservatorio dei diritti umani” e non come “Organizzazione per la difesa dei diritti umani”, può essere soddisfatta del suo successo: il Comitato per l'eliminazione della discriminazione razziale (CERD), uno dei tanti rami delle Nazioni Unite, esaminerà le accuse di apartheid contro Israele. Per la cronaca, HRW è un avatar di “Helsinki Watch” creato nel 1978 per monitorare l'applicazione degli Accordi di Helsinki da parte dell'Unione Sovietica. Dieci anni dopo, e a missione compiuta, ha preso il nome di Human Rights Watch e nel 1997 il suo lavoro è stato riconosciuto meritevole del Premio Nobel per la Pace per il suo impegno nell'eliminazione delle mine anti uomo. L'anno successivo, il suo fondatore Robert Louis Bernstein andò in pensione. Sotto l'impulso dei suoi successori, l'Osservatorio si è sempre più concentrato su Israele e sulla questione palestinese. Nell’ottobre del 2009, Bernstein aveva osservato in un forum che l'Osservatorio aveva perso la visione critica degli eventi in Medio Oriente: “La regione è popolata da regimi autoritari con bilanci spaventosi in materia di diritti umani. Eppure negli ultimi anni, Human Rights Watch ha inflitto molte più condanne a Israele per delle violazioni del diritto internazionale che a qualsiasi altro Paese della regione”. Questo forum non ha avuto alcuna influenza da parte del suo fondatore, sugli orientamenti dell'Osservatorio. Ha appena pubblicato il 27 aprile scorso, un “rapporto” che conclude con “l'esistenza di crimini di apartheid e persecuzione nei territori occupati”.
Kenneth Roth
L'accusa non è nuova ed è stata più volte smentita; l’apartheid se esiste, è a carico dell'Autorità Palestinese, che proclama che non permetterà a nessun ebreo di stabilirsi nei suoi territori. Ciò nonostante, quell’accusa è stata diffusa con entusiasmo da alcuni media e in particolare da Le Monde, che ha pubblicato una lunga intervista a Kenneth Roth, che è a capo di HRW e che denuncia anche “crimini contro l'umanità”. Curiosamente, Neil Rimer, il suo co-presidente gestisce un fondo svizzero di capitale di rischio, che investe decine di milioni di dollari in start-up israeliane. Ma torniamo al “Comitato per l'eliminazione della discriminazione razziale”. Si tratta dell'organismo responsabile del monitoraggio dell'attuazione della Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1965. È composto da 18 esperti indipendenti che si suppone siano specialisti dei diritti umani, eletti a scrutinio segreto per un mandato di 4 anni dai Paesi firmatari della Convenzione, ciascuno dei quali ha il diritto di designare un proprio cittadino. Oggi tre di questi esperti che rappresentano i grandi difensori dei diritti umani sono Cina, Turchia e Algeria. Senza dubbio Israele non ha da aspettarsi nulla di buono da questo organismo. Purtroppo non è la prima volta che viene preso di mira da istituzioni create con le migliori intenzioni e per servire nobili cause ma che hanno dimenticato da tempo la loro missione.
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".