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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
06.05.2021 Su OR ancora disinformazione contro Israele
Unica fonte consultata: il governo siriano del dittatore Assad

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 06 maggio 2021
Pagina: 5
Autore: la redazione di OR
Titolo: «Damasco denuncia raid israeliani nell'area di Latakia»
Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 06/05/2021, a pag. 5, l'articolo "Damasco denuncia raid israeliani nell'area di Latakia".

OR riporta una notizia basandosi esclusivamente su "fonti del governo siriano", cioè della dittatura di Assad. Nell'articolo si dice che le "rappresaglie" israeliane sono "presunte", intanto però la notizia viene data senza contraddittorio e nel titolo campeggia la parola "raid". Un esempio - l'ennesimo - di disinformazione contro Israele.

Ecco l'articolo:

Bombing hits the coastal city of Latakia causes casualties • The Syrian  Observatory For Human Rights
Latakia, Siria

Fonti del governo di Damasco hanno riferito di bombardamenti aerei avvenuti nelle ultime ore nella provincia nordoccidentale di Latakia, e nei quali ha perso la vita un civile. Damasco punta il dito contro Israele. Secondo l'agenzia ufficiale siriana Sana, caccia israeliani avrebbero effettuato «un attacco aereo su Latakia, prendendo di mira postazioni della zona costiera». La Sana tuttavia non specifica ulteriormente la natura di questi obiettivi. La difesa aerea siriana è stata attivata «per contrastare i missili israeliani e alcuni sono stati abbattuti: l'aggressione ha provocato la morte di un civile e lasciato sei feriti, tra cui un bambino e sua madre» secondo la stessa fonte. Il governo israeliano non ha commentato queste affermazioni. Il presunto raid israeliano arriva a due settimane da quando un missile siriano era stato intercettato nel territorio di Israele. Il missile aveva colpito il sud del Paese il 22 aprile scorso. L'esercito israeliano aveva promesso una rappresaglia. Intanto, come riferiscono diverse fonti, i combattimenti continuano a intermittenza anche in altre parti del Paese. A farne le spese è soprattutto la popolazione civile, provata anche a causa dell'emergenza covid. Circa mezzo milione di persone nella Siria nordorientale, strette in un lockdown parziale, sono attualmente prive di acqua corrente a causa dell'interruzione di una stazione di pompaggio situata in un territorio a ridosso del confine con la Turchia e controllato da milizie locali. In una nota, pochi giorni fa, Mark Lowcock, il sottosegretario generale per gli affari umanitari delle Nazioni Unite, ha invocato una «soluzione sostenibile» per mantenere costante il flusso d'acqua che scorre verso la Siria nordorientale.

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ornet@ossrom.va

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