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Deborah Fait
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Festeggiamo. Ma l'Italia ha dimenticato la tragedia delle foibe 26/04/2021
Festeggiamo. Ma l'Italia ha dimenticato la tragedia delle foibe
Commento di Deborah Fait

25 aprile: eventi per la Festa della Liberazione | TorinoGiovani

Ieri abbiamo festeggiato la liberazione dai nazifascisti.  l'Italia fu liberata dagli alleati e dalla valorosa Brigata Ebraica. Giovanissimi soldati americani, 291.000, morirono per noi e credo che non li abbiamo mai ringraziati abbastanza. Anzi, i bravi italiani di sinistra li offendono, li deridono, li chiamano "stupidi americani" eppur devono loro la vita. La Brigata, composta da giovani ebrei arrivati da quella che era ancora la Palestina britannica, combattè valorosamente a fianco degli inglesi e degli americani e dal 3 marzo al 25 aprile 1945 furono uccisi più di 30 ragazzi. Ogni anno, durante i festeggiamenti,  La sinistra italiana filopalestinese si schiera, compatta con l'ANPI, contro la bandiera della Brigata che porta la medaglia d'oro al Valor Militare e spesso impediscono agli ebrei recanti quella gloriosa bandiera di sfilare. Dovrebbero vergognarsi perché nello stesso periodo in cui giovani ebrei decisero di dare la loro vita per liberare l'Italia dal nazifascismo, gli arabi palestinesi, capitanati dal Muftì Amin al Husseini, si schierarono apertamente con la Germania nazista e 20.000 arabi formarono la divisione Free Arabian Legion che fu inquadrata nella Wermacht. C'è da chiedersi con quale pelo sullo stomaco la sinistra italiana si unisca ai palestinesi e simpatizzanti dei palestinesi filonazisti contro coloro che morirono per un'Italia libera e democratica. Il 25 aprile l'Italia è in festa, le bandiere tricolori sventolano, purtroppo si vede anche qualche bandiera palestinese che alcuni portano senza vergogna,  mentre quella della Brigata ebraica viene fischiata da facinorosi e spesso imbrattata. Purtroppo non tutti gli italiani possono festeggiare questa giornata perché l'italianissima Venezia Giulia non fu liberata ma abbandonata in mano alla soldataglia di Tito.

25 aprile, non solo memoria per la festa della Liberazione | Ministero  dell'Interno

Da quel giorno per gli italiani di Istria e Dalmazia ebbe inizio l'incubo che durò anni.  Trieste era lì lì per cadere in mano ai titini, ricordo che urlavano Trst jè nas (Trieste è nostra) e Zivio Tito, Viva Tito. Si sparava per le strade della mia città, una pallottola ruppe i vetri della cucina di casa mia e noi piccoli, io e i miei fratelli,  eravamo nascosti sotto il tavolo. Perché ci avevano sparato contro? Perché mia mamma voleva avere sempre la bandiera italiana alla finestra, nessuno poteva convincerla a toglierla. Nessuno lo fece naturalmente e così la marmaglia per la strada si divertiva a prendere a fucilate le nostre finestre. Prima dovevamo nasconderci dai tedeschi che nel 1943 avevano occupato Trieste trasformando la risiera di San Sabba in un campo di raccolta per lo sterminio degli ebrei con l'unico forno crematorio esistente in Italia, da dove saliva incessante il fumo. Il 30 aprile, mentre l'Italia era libera, Tito occupò Trieste e Togliatti che nel 1946 era ministro di Grazia e Giustizia scrisse sui giornali questo proclama " "Lavoratori triestini! Il vostro dovere è accogliere le truppe di Tito come liberatrici e di collaborare con esse nel modo più stretto"
Giovanni Padoan, detto "Vanni", commissario politico della divisione Garibaldi-Natisone supportato da Togliatti, invierà il seguente proclama:
 “ Compagni! Tutti i partigiani italiani operanti nell’Italia nord-  orientale debbono porsi disciplinatamente alle dipendenza delle unità del maresciallo Tito. Sono nemici del popolo tutti coloro che non intendono appoggiare il movimento di adesione alla Jugoslavia progressista e federativa di Tito. I territori della Venezia Giulia sono legittimamente sloveni e sugli stessi il maresciallo Tito ha pieno diritto di giurisdizione”. Togliatti fu maledetto da molti triestini ma non tutti, purtroppo c'erano anche quelli che, pur essendo italiani, sbraitavano Zivio Tito. I traditori. Il 23 maggio 1945 Trieste viene annessa alla Jugoslavia e il mese successivo, dopo l'entrata a Trieste delle truppe neozelandesi, venne firmato un trattato che sanciva il Territorio Libero di Trieste diviso in zona A e zona B. La zona B era Jugoslavia come il resto dei territori della Venezia Giulia, dell'Istria e Dalmazia.  Ebbe così inizio il periodo della caccia all'italiano in tutti i territori neoslavi, venivano catturati, torturati, ammazzati, e infine venivano gettati quasi sempre ancora vivi, nelle foibe. Le fonti fanno salire il numero degli infoibati a quasi 11.000 persone, indifferentemente uomini, vecchi, donne, anche bambini. Al massacro delle foibe segui l'emigrazione verso l'Italia e anche qui furono dolori.

Gli "italiani brava gente" non accolsero i compatrioti giuliani con l'amore che avrebbero dovuto provare, li offesero in tutti i modi, non li lasciavano scendere dai treni per rifocillarsi, non diedero loro nemmeno acqua da bere, urlavano loro "fascisti", arrivarono all'ignominia spargendo sulle rotaie dei treni il latte per i bambini che qualche anima buona aveva portato. E poi qualcuno mi chiede perché non faccio differenza tra fascismo e comunismo! Anche a Trieste ieri hanno festeggiato il 25 aprile ma, ai più vecchi, quelli che hanno vissuto la storia e la ricordano molto bene, resta l'amaro in bocca per la consapevolezza che la loro patria, l'Italia, li aveva traditi e abbandonati. Anch'essi però, forse con le lacrime agli occhi e il desiderio di dimenticare un passato dolorosissimo, hanno gridato Viva L'Italia libera.

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Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"


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