L'Intifada dei coraggiosi? Ancora una volta la colpa è di Israele!
Analisi di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
Quest'anno l'inizio del Ramadan è coinciso con la revoca delle principali restrizioni dovute al Covid19. Per celebrare questa felice coincidenza, dei giovani palestinesi di Gerusalemme Est hanno deciso di dedicarsi ad una serie di atti provocatori. Non contro la polizia o l'esercito, ovviamente, ma contro degli ebrei religiosi. Li si possono riconoscere da lontano e sono dei bersagli tanto invitanti quanto facili. Tutto è iniziato pochi giorni fa, quando uno di questi giovani ha schiaffeggiato con una sola mano due studenti della Yeshiva seduti nel tram di Gerusalemme, prima di avvalersi dell'apertura delle porte per fuggire senza che gli studenti avessero avuto il tempo di reagire. Con una mano perché l'altra era impegnata ad immortalare quell’istante sul suo smartphone. Postato con opportuni commenti sui social media e ovviamente su Tik Tok, l’episodio è diventato virale, dando il la a molti imitatori. Cosa potrebbe esserci di più divertente che inseguire un venerabile rabbino molestandolo o spintonare una madre di famiglia e poi postare le foto su Internet? L’essenziale è sfidare “il nemico sionista” e umiliarlo con poca spesa. Cosa rischiavano questi giovani? Inoltre, l'autore dello schiaffo, individuato grazie alle telecamere di sorveglianza del Tram, è attualmente in libertà vigilata, perché colpito dal virus, non ha potuto essere presente in tribunale. Ben presto i “coraggiosi” si sono fatti più audaci, non esitando ad affrontare le forze di polizia. A questo punto, il movimento di ebrei estremisti “Lehava” decide di organizzare una manifestazione di protesta: s’imbattono in un deciso cordone di polizia che non li lascia passare nonostante il lancio di pietre e di altri proiettili. La polizia è oggetto di attacchi simili anche da parte dei palestinesi. Gli scontri lasceranno decine di feriti da entrambe le parti e molti arresti sia di ebrei che di arabi.
“Un giornalista dell'Agence France-Presse - scrive Le Monde - ha visto le strade in fiamme nei dintorni della Città Vecchia, mentre dei testimoni hanno condiviso sui social le immagini di feroci scontri, in particolare quella di un ebreo picchiato da dei palestinesi che l’avevano circondato.” Soltanto allora la Giordania non ha esitato a cogliere l’occasione per proclamare la sua indignazione per quelle che descrive come “provocazioni” e “molestie” di cui sarebbero stati vittime gli arabi di Gerusalemme durante il mese sacro del Ramadan. Mahmoud Abbas rincara la dose e invita la comunità internazionale a proteggere i palestinesi di Gerusalemme. E poi c’è un altro parere ancora, quello di Hamas che accoglie con favore quella che chiama “l'intifada dei coraggiosi” e sprona i giovani a continuare, mentre dei cortei attraversano la Striscia di Gaza scandendo slogan come “Milioni di martiri si apprestano a salire verso Gerusalemme.”
L'organizzazione terroristica accompagna queste minacce mettendo a ferro e fuoco città e villaggi israeliani: nella notte tra venerdì e sabato sono stati lanciati almeno trentasei missili, costringendo centinaia di migliaia di civili a precipitarsi nei rifugi. Eppure, scommettiamo che sarà Israele ad avere nuovamente puntato il dito contro dall'Unione europea e dai Democratici in America?
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".