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Il Foglio Rassegna Stampa
22.04.2021 'Il re di Varsavia', di Szczepan Twardoch
Recensione di Enrico Paventi

Testata: Il Foglio
Data: 22 aprile 2021
Pagina: 3
Autore: Enrico Paventi
Titolo: «Il re di Varsavia»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 22/04/2021, a pag.3 la recensione di Enrico Paventi a "Il re di Varsavia" di Szczepan Twardoch.

Arturo D.L. auf Twitter:
La copertina (Sellerio ed.)

Varsavia, estate 1937. Sul versante politico, è l'epoca contraddistinta da una decisa tendenza autoritaria e antisemita, mentre ben pochi sembrano presagire le terrificanti tragedie che stanno per consumarsi. Si tratta del periodo in cui, nella capitale polacca, ha luogo l'irresistibile ascesa di Jakub Shapiro: un grande pugile, di estrazione ebraica, che è tuttavia al servizio di un potente capomafia goy per conto del quale non esita a commettere crimini di ogni sorta. La sua vicenda viene narrata, cinquanta anni dopo, da Moises Inbar che - allora diciassettenne - aveva seguito a lungo il boxeur come un'ombra ed era riuscito successivamente a raggiungere la Palestina scampando così alla deportazione. Da quando Jakub ne ha ucciso con efferata crudeltà il padre, pio e povero in canna, il ragazzo ha instaurato un complesso rapporto con l'assassino del suo genitore. Gracile e insicuro, perennemente in bilico tra odio e identificazione egli assiste, con ammirazione mista a disgusto, ai comportamenti brutali e passionali di un'esistenza vissuta sempre al limite che viene a intrecciarsi con le storie di un gran numero di personaggi, ognuno dei quali appare tutt'altro che un semplice comprimario. Moises, dal canto suo, sembra percepire la presenza di un "nucleo oscuro" che getta una luce sinistra su ogni successo del "re di Varsavia", il cui destino non sarà diverso da quello del suo popolo. Caratterizzato sotto il profilo stilistico dai periodi brevi, dal ritmo serrato e talvolta martellante, dal plurilinguismo, dall'alternanza trai diversi registri espressivi e dall'intersecarsi dei piani temporali, il romanzo - ha osservato Francesco M. Cataluccio - "racconta del continuo confronto e scontro tra due mondi: quello cristiano-polacco e quello ebraico". E va sottolineato come la capitale della Polonia vi si trovi, in realtà, sempre in primo piano, considerate le tante strade, piazze e località cittadine che ricorrono continuamente nel corso della narrazione. Romanzo criminale, storico, morale e politico non privo tuttavia di una componente visionaria, Il re di Varsavia costituisce un'opera avvincente nella quale viene ricreato con ragguardevole maestria un contesto destinato - di Iì a poco - a essere distrutto dalla violenza nazista. Uno scritto davvero pregevole, dunque, che ci spinge ad andare alla scoperta di altre pagine dell'autore.

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lettere@ilfoglio.it

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