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Informazione Corretta Rassegna Stampa
18.04.2021 Il caso di Monica Amore
Deborah Fait risponde a una lettrice

Testata: Informazione Corretta
Data: 18 aprile 2021
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Il caso di Monica Amore»


Monica Amore

Finisce amaramente la vicenda della 46enne consigliera del m5s che pubblicò la vignetta antisemita sul suo blog. Non è stata espulsa dai cinquestelle, non ha rassegnato le dimissioni dal consiglio comunale torinese e rimane imperterrita al suo posto. La signora torna a casa senza pagar pegno? Nemmeno l'obbligo di fare un corso accelerato di Storia? Una donna che si avvicina alla mezzetà, all'interno di un'istituzione quale il Consiglio comunale pubblica porcherie antisemite. A quell'età -e in quella posizione politica-non sono ammesse ignoranze di tal fatta. Viene accettata l'ignoranza crassa in un rappresentante politico con scuse risibili? Ma che diremo al ragazzotto che fa altrettanto sui social o sui muri cittadini? Basta chiedere 'scusa' e tutto rimane come prima? A che servono leggi e commissioni nazionali contro l'antisemitismo?

Tina Fronte

Dalla Stampa del 16.04.2021, pag 40: Richiesta di archiviazione. Cosi si chiude la vicenda di Monica Amore, la consigliera pentastellata che lo scorso febbraio aveva pubblicato sui social un post antisemita con un collage di testate giornalistiche del gruppo Gedi accompagnato dalla caricatura di due uomini con naso pronunciato e Kippah e uno con una stella di David sulla schiena e un coltello sanguinante. «Interessante» era stato il suo commento. La Procura ha ritenuto che l'episodio non costituisse reato in quanto manca l'elemento soggettivo da parte dell'indagata: di fatto non era consapevole di commettere «propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa». Ai pubblici ministeri Emilio Gatti ed Elisa Pazè, la consigliera Amore aveva parlato di «un errore», di «una svista». Aveva detto di aver pubblicato quel «post di notte, ingenuamente». Erano poi seguite le scuse della consigliera grillina, in una lunga lettera firmata a più mani anche dalla sindaca Chiara Appendino e dal senatore del M5S Alberto Airola. Che sin dall'inizio avevano preso le distanze dalle posizioni della collega del movimento. La comunità ebraica aveva ritirato la querela. Accogliendo sì le scuse, ma sottolineando la gravità del messaggio, ricordando che le parole hanno un peso, soprattutto se utilizzate da chi ricopro un ruolo istituzionale. Amore, avevano spiegato dalla Comunità ebraica, «inizialmente ne aveva sminuito la gravità, dimostrando una mancata comprensione del ruolo che spetta, in particolare, a chi è chiamato a ricoprire incarichi istituzionali. Adesso sembra essersi resa conto dell'insidiosità del post pubblicato». i-fam/g.leg —

Gentile Tina, Dobbiamo indignarci ma non meravigliarci perché viviamo in tempi strani e maledetti in cui si criminalizzano le vittime e si giustificano gli odiatori. Questa persona, poverina, sofferente di insonnia, ha commesso solamente "un'ingenua svista", un peccatuccio da niente. Certo, cosa c'è di male nel pubblicare vignette con la caricatura di stile fascista di ebrei dal naso adunco, coltelli sanguinanti e la stella di Davide disegnata sulla gobba? Niente! Anzi forse lo aveva fatto per conciliarsi il sonno anziché contare le pecore! Bisogna capirla, povera donna! I giudici, infatti, hanno capito e la signora è libera di pensare ad altre vignette antisemite magari chiedendo consiglio ai suoi colleghi pentastellati che in fatto di odio-ebrei- Israele sono sulla sua stessa lunghezza d'onda. Del resto il loro guru, il comico, non aveva dato della tr..a ebrea a Rita Levi Montalcini? E cosa gli è successo? Niente. Era solo una battuta innocente. Ironia a parte, è scandaloso il giudizio della Procura che considera l'imputata "non consapevole di commettere propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa". In poche parole, a pensarci bene, pur di assolverla e mantenerle il posto in comune le hanno dato della cretina. No, cara Tina, la signora non pagherà pegno e, ripeto, non dobbiamo meravigliarci. Ritengo inoltre che la comunità ebraica abbia commesso un errore di leggerezza madornale ritirando la denuncia. Ho appena scritto un articolo sull'assoluzione di Kobili Traorè, l'assassino della povera Sarah Halimi, l'aveva gettata dalla finestra perché ebrea. E' stato assolto perché fumava marijuana quindi, secondo i giudici, non in grado di ragionare. Questo è il mondo in cui viviamo ed è molto triste. Non dobbiamo però rassegnarci, protestare sempre, denunciare sempre gli abusi, chissà, prima o poi, servirà a qualcosa! Un cordiale shalom

takinut3@gmail.com

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