Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Chi è impregnato di odio antiisraeliano La vita dei figli ? valore zero
Testata: Corriere della Sera Data: 18 ottobre 2002 Pagina: 9 Autore: Guido Olimpo Titolo: «Fuoco sulle case, strage di palestinesi a Gaza»
Ci era mancata, per qualche giorno, la nostra dose quotidiana di olimpico veleno, ma oggi per fortuna il rifornimento è ripreso. I militari dicono di essere stati attaccati, gli arabi smentiscono. A Washington, Powell chiede a Sharon «spiegazioni» del massacro Altri giornali hanno scritto che "in effetti, risulta che l'attacco è stato compiuto da miliziani della Brigate Abu Rish, da sempre nell'orbita del Fatah, il partito di Arafat", ma Olimpio, evidentemente, ogni tanto si distrae.
GERUSALEMME - Un’altra strage di civili palestinesi. E’ finita così l’ennesima sfida tra forze armate israeliane e guerriglieri. No, non è esattamente di una sfida che si tratta (vorremmo ricordare a Olimpio che non stiamo parlando di una partita a boccette), bensì di un attacco - dell'ennesimo attacco - e di una risposta.
Sono passate da poco le tre del pomeriggio. Un reparto israeliano, composto da tank e bulldozer, si avvicina alla Porta di Saladino ai bordi di Rafah, a Gaza. E’ una zona esplosiva, densamente abitata, a pochi metri dal confine con l’Egitto. I miliziani palestinesi danno del filo da torcere ai soldati che rispondono con il loro poderoso arsenale.
Esistono arsenali deboli e fragili? Quello dei palestinesi, per esempio, lo è? In mezzo la popolazione. Come ieri. L’unità corazzata è attaccata - dicono i portavoce di Gerusalemme - con armi da fuoco e un lancio di razzi artigianali. I carristi reagiscono con cannoni e mitragliatrici. Non si preoccupano delle conseguenze della reazione sproporzionata. E chi lo decide se è proporzionata o sproporzionata? Guido Olimpio? E questo signore è stato inviato in Medio Oriente per informarci di quello che succede o per formulare giudizi? E perché non chiede conto ai palestinesi della loro scarsa preoccupazione mostrata nell'attaccare gli israeliani da una zona densamente abitata? Le granate centrano una scuola gestita dall’Onu e un’abitazione. Otto persone perdono la vita, una cinquantina sono ferite. Tra le vittime due bambini, due adolescenti, due donne. Un’altro paio di corpi sono irriconoscibili. Le autorità palestinesi denunciano «il massacro» e affermano che nessuno aveva sparato sui tank. Versione respinta dai militari che insistono sulla provocazione: «I terroristi si sono nascosti tra la folla». Sarà forse vero, ma gli ordini dovrebbero essere più stretti al fine di evitare spargimenti di sangue terribili. Premio Oskar all'ipocrisia! 1) La versione palestinese viene accolta acriticamente, quella israeliana con uno scetticissimo "sarà forse vero". 2) I terroristi palestinesi si mescolano INTENZIONALMENTE ai civili affinché la reazione israeliana provochi il massimo di vittime civili da esibire al mondo, ma la responsabilità ne viene attribuita a Israele. 3) Con raro sprezzo del ridicolo il signor Olimpio si permette anche di dare suggerimenti a chi deve dare gli ordini - suggerimenti che consistono, concretamente, nell'invitare gli israeliani a lasciarsi sparare addosso senza reagire. Perché sul terreno restano quasi sempre gli innocenti. Molti i bambini: nella seconda intifada, esplosa due anni fa, ne sono stati uccisi 250 palestinesi e 72 israeliani. Morti che saranno vendicati con altri morti. Non esattamente: i palestinesi provocano intenzionalmente i morti civili e poi pretendono anche di "vendicarli"; gli israeliani prendono misure per impedire ai palestinesi di produrre altri morti civili.
La giornata di sangue di Rafah coincide con una fase internazionale delicata. Il premier Ariel Sharon ha appena concluso il settimo viaggio a Washington dove ha coordinato con George Bush la strategia nei confronti dell’Iraq. Gli Stati Uniti hanno dato piene garanzie all’alleato, promettendo che sarà avvisato con una o due settimane d’anticipo sulla probabile offensiva. E hanno riconosciuto a Israele il diritto a rispondere se sarà vittima di un attacco preventivo da parte di Saddam. In che senso "attacco preventivo"? A Olimpio risulta che Israele abbia l'intenzione di attaccare l'Iraq e che quindi Saddam potrebbe essere costretto a un attacco di difesa preventiva? In cambio ha chiesto un allentamento della pressione sui palestinesi e un contenimento delle operazioni militari. Con un preciso avvertimento: badate alle vittime civili. Ma la tragedia di Gaza dimostra l’esatto contrario: la tragedia di Gaza dimostra che i palestinesi sono pronti a sacrificare fino all'ultimo dei loro figli pur di riuscire nei loro intenti infatti, il segretario di Stato Colin Powell ricevendo il premier israeliano ha chiesto «spiegazioni». Washington, mai schierata in difesa dei palestinesi,
effettivamente è un po' difficile, per chi non sia impregnato di odio antiisraeliano, schierarsi dalla parte dei terroristi che fanno a pezzi donne e bambini e che mandano addirittura alla morte i propri figli
ha cercato di bilanciare la crociata anti-Iraq rilanciando una formula diplomatica per il conflitto. Nulla di rivoluzionario. Un percorso a tappe che dovrebbe concludersi nel 2006 con la nascita di un probabile Stato palestinese. Nella prima fase - metà 2003 - si deve garantire la sicurezza e le riforme palestinesi, con Arafat che assume un titolo onorifico. Israele deve ritirare le sue forze e rendere più facile la vita ai palestinesi. Nella seconda fase - metà del 2004 - convocazione di una conferenza internazionale e avvio dei negoziati sullo Stato palestinese. Nella terza fase - collocabile tra il 2005 e il 2006 - lo status finale con il coinvolgimento di Egitto e Giordania. Con una postilla che stancherebbe anche i santi di questa terra: nessun scadenza definita. Conoscendo i protagonisti e, soprattutto Sharon, significa trattare all’infinito. Mentre il buon Arafat ha dato prove a non finire di essere sempre pronto a chiudere la questione una volta per tutte: lo ha dimostrato nel 48, nel 67, nel 72, nell'81, nel 2000 ... Una fonte vicina al governo ha subito dichiarato: «Il calendario costituisce un obiettivo e non un imperativo». Concetto che verrà ribadito all’inviato americano William Burns atteso entro pochi giorni. Yasser Arafat, intanto, pensa al nuovo governo. Salterà il neoministro degli Interni, perde la poltrona quello dell’Informazione Abed Rabbo, entrerà Hanan Ashrawi. Il raìs, al solito, si barcamena tra le varie fazioni tentando di controllare la spinta della base del Fatah, sempre più dura.
Impegnato com'è, a tempo pieno, a demonizzare Israele, Olimpio si è dimenticato di aggiungere che due dei palestinesi uccisi erano armati; che due operazioni di agenti dei servizi speciali hanno portato alla cattura, a Ramallah, di un terrorista da tempo ricercato e, nei pressi della città, di quattro terroristi di Hamas che erano stati arruolati per sequestrare militari; che un terrorista di Hamas, sempre in Cisgiordania, è stato catturato dopo aver sparato contro un'auto di civili israeliani. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione del Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà un' e-mail già pronta per essere compilata e spedita.