Gentile Deborah Fait,
il suo articolo di stamane 15/04/21 è stato, per me, molto commovente. Già il titolo : Gli eroi che non avrebbero voluto morire, è speciale. Ha perfettamente ragione, quando dice che è difficile esprimere a parole l'emozione che si prova, nel giorno di Yom HaZicaron. Ora, immediatamente, c'è l'emozione di poter sognare ancora, concretamente, il giorno dell'indipendenza dello Stato di Israele. Un sogno che si è realizzato il 14 maggio 1948. Si', finalmente, la nascita dello Stato di Israele. Perchè questo, significa il presente già opzionato, per tutti gli anni che verranno. Si urlerà tutta la propria gioia, per questa meravigliosa vittoria. Ed in questo urlare, c'è dentro tutto. La passione, i sentimenti che fanno venire i brividi, l'orgoglio di un intero popolo. Quindi: felice Yom Ha'Atzmaut a tutto il popolo ebraico, a lei ed a tutti gli amici di IC.
Shalom
Alessandra Gargaro
Gentile Alessandra,
La ringrazio per gli auguri. Oggi Israele celebra il giorno più bello dell'anno, La propria libertà e la fine della pandemia, la giornata è calda, migliaia di famiglie sono sparse tra prati, boschi e spiagge per fare i pic nic di rito dopo 14 mesi di semi clausura. Ieri sera, davanti al mausoleo di Theodor Herzl, Israele ha festeggiato i medici, gli infermieri, i lavoratori degli ospedali ed erano là, più di trecento persone, nel grande piazzale, che ballavano e cantavano vestiti dei loro camici e ricevevano, ridendo felici, la nostra riconoscenza fatta di applausi scroscianti, standing ovation e bandierine sventolanti. Alle 20 in punto, con alle spalle il monumento del Padre della Patria ricoperto di Stelle di Davide luccicanti, abbiamo dato l'ultimo saluto ai nostri caduti, abbiamo loro reso l'ultimo omaggio prima di dare il via ai fuochi d'artificio che hanno illuminato il cielo di Gerusalemme e tutta Israele con i loro colori. In un secondo siamo passati dalle lacrime alla gioia riconoscente più grande. Dodici rappresentanti delle 12 tribù di Israele hanno acceso ognuno il proprio braciere, ebrei, drusi, arabi, cristiani, musulmani, giovani e anziani, famosi e sconosciuti, ognuno di loro si presentava, raccontava brevemente la storia della sua vita, poi, gridando: "Le tif'eret Medinat Israel - per lo splendore di Israele" prendeva la torcia dalle mani di un soldato, maschio o femmina che gli stava accanto, e accendeva la sua fiamma, tra musica e applausi. L'ultimo dei dodici era un ebreo yemenita di ben 102 anni che ha letto il suo omaggio a Israele senza occhiali, tra le grida ammirate e gli applausi del pubblico. Credo non esista paese al mondo dove si celebri il giorno dell'indipendenza in modo così commovente, così personale, come se ognuno di noi fosse protagonista e allo stesso tempo fratello di tutti gli altri. E così gli anni passano e Israele da piccolo paese paludoso e desertico quale era 73 anni fa, è diventato, in meno di un secolo, un giardino di bellezza, un gigante nel campo scientifico e tecnologico e uno dei paesi più progrediti, democratici e frizzanti del mondo. Grazie ancora, auguri a Israele e a chi lo ama.
Un cordiale shalom