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Informazione Corretta Rassegna Stampa
12.04.2021 Iran-Israele: una guerra che non si deve neppure nominare
Analisi di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 12 aprile 2021
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «Iran-Israele: una guerra che non si deve neppure nominare»
Iran-Israele: una guerra che non si deve neppure nominare
Analisi di Michelle Mazel


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E’ difficile da credere, ma nel 1953 l'Iran era stato il secondo Paese a maggioranza musulmana a riconoscere lo Stato di Israele, il primo era stato la Turchia. Per un quarto di secolo, Israele ha mantenuto ottimi rapporti con l'Iran sotto il regno dello Scià Mohammad Reza Pahlavi. Un volo regolare della compagnia El Al collegava Tel Aviv a Teheran, dove lavoravano migliaia di israeliani. Era stata conclusa una serie di accordi diplomatici, militari e commerciali; Israele forniva all'Iran armi in cambio di petrolio. La rivoluzione islamica del 1979 segna la fine di questa intesa. Il nuovo regime dell'Ayatollah Khomeini ha immediatamente interrotto le relazioni diplomatiche con Israele, definito “piccolo Satana”, e ha messo a disposizione dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina la sua ambasciata. Eppure non tutti i legami erano stati interrotti e dal 1980 al 1988, durante la guerra tra Iran e Iraq, Israele ha venduto tramite intermediari armi e materiale bellico per quasi mezzo miliardo di dollari, pagati in parte con la fornitura di petrolio iraniano. I successori di Khomeini, morto nel 1989, un anno dopo la fine della guerra, si sono poi lanciati in una spirale di appelli all'annientamento di Israele, spesso definito come “cancro” o “tumore canceroso nel mondo musulmano che va estirpato.” Eletto nel 2005, il Presidente Ahmadinejad passa ai fatti. Durante la seconda guerra tra Libano e Israele nel 2006 e innescata da un attacco di Hezbollah alle forze israeliane, centinaia di membri dell'unità paramilitare d'élite, i Guardiani della Rivoluzione, avrebbero preso parte ai combattimenti, impegnandosi in particolare nel lancio di razzi e missili. L'Iran da il suo sostegno anche ad Hamas, che ha preso il potere a Gaza, e compie notevoli sforzi per rifornirlo di armi. I servizi di sicurezza israeliani monitorano da vicino questi sforzi. Una serie di attacchi con aerei “non identificati” distruggono grandi convogli di armi nel loro percorso dal Sudan verso Gaza. Già nel 2002 la marina israeliana aveva sequestrato la Karine A, un cargo carico di oltre 50 tonnellate di armi provenienti dall'Iran. Questo conflitto a bassa intensità ha raggiunto una nuova dimensione con la scoperta della gravità del programma nucleare degli Ayatollah. L'eliminazione di diversi ingegneri nucleari è attribuita a Israele, che teme che gli iraniani attueranno le loro minacce e invieranno missili con testate nucleari su Tel Aviv.  

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Il simbolo di Hezbollah

Insieme agli sforzi di Teheran in campo nucleare, continuano i tentativi di accerchiare Israele grazie ad Hamas in Siria e Hezbollah in Libano.  Un convoglio dopo l'altro, carichi di armi sofisticate e di missili di precisione iraniani, destinati a Hezbollah, attraversano la Siria. L'aeronautica militare israeliana riesce ad eliminarli quasi tutti, sia durante il viaggio che nei magazzini creati dalle milizie filo-iraniane in Siria. Questi attacchi sono oggetto di brevi menzioni nei media occidentali che stanno ben attenti a non esporne le cause. Nessuna condanna neanche quando i Guardiani della Rivoluzione hanno attaccato navi civili appartenenti a compagnie israeliane, provocando loro ingenti danni. Per rappresaglia, una nave dei Guardiani della Rivoluzione è stata danneggiata durante una missione di ricognizione nel Mar Rosso.  È del resto solo la parte emersa della fase marittima di questa guerra latente. L'Occidente sta perdendo interesse per questo conflitto di cui l'Iran ha preso l'iniziativa, quando una sbavatura potrebbe in qualsiasi momento far precipitare l'intero Medio Oriente in un conflitto sanguinoso che rischierebbe, attraverso delle alleanze regionali, di infiammare il resto del mondo.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


takinut3@gmail.com

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