Caso Gratteri: perché nessuno ne scrive? Commento di Giuliano Ferrara, Carmelo Caruso intervista Luciano Violante
Testata: Il Foglio Data: 03 aprile 2021 Pagina: 1 Autore: Giuliano Ferrara - Carmelo Caruso Titolo: «L'omertà dei negazionisti - Su Gratteri, Violante dà la sveglia»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 03/04/2021, a pag.1 con il titolo "L'omertà dei negazionisti" il commento di Giuliano Ferrara; a pag. 2, con il titolo "Su Gratteri, Violante dà la sveglia", l'intervista di Carmelo Caruso.
Ecco gli articoli:
Giuliano Ferrara: "L'omertà dei negazionisti"
Giuliano Ferrara
Nicola Gratteri
L’omertà si compone di diversi elementi, non è solo il lealismo fino alla morte degli iniziati, dei punciuti, in un'organizzazione criminale o il crisma sociale di una solidarietà interna, umile e sottomessa, arcigna e impenetrabile. Tre ciarlieri autori e prefatori (Gratteri, Bacco e Giorgianni) hanno deciso di sfruttarla a proprio vantaggio. Sarebbe un guaio se si principiasse a discutere davvero in sede pubblica la loro iniziativa privata di pubblicare testi in cui si dicono bestiali e deliranti castronerie sulla pandemia, la responsabilità degli ebrei e dei governi nella truffa criminosa di combatterla, e altra varia mercanzia marcia timbrata da ben due magistrati in servizio della Repubblica. Così i tre ciarlatani ciarlieri hanno deciso di sfruttare, per evitare noie, la naturale propensione all'omertoso silenzio, quando si tratti di questioni serie, di una coterie giornalistica e istituzionale capace di ogni pudore in nome della distrazione dell'opinione pubblica dalle cose che contano. I ciarlieri autori e prefatori hanno opposto alla nostra denuncia, non così solitaria, peraltro, un fin de non-recevoir. Prendete il Vocabolario Treccani, se non vi fidate delle mie manie, e alla voce fin de non-recevoir troverete questo: "In senso proprio, nel linguaggio giur., mezzo procedurale tendente a stabilire che la domanda di chi intenta l'azione giudiziaria non è accoglibile. Per estens., nell'uso corrente, motivo per non accogliere una richiesta (ma la frase opporre una fin de non-recevoir è spesso usata, nel linguaggio giornalistico e diplomatico, col senso di `non dare risposta né positiva né negativa, ma solo dilatoria o interlocutoria alla richiesta di un altro stato')". Chiaro, no? Io, sulla scorta della documentatissima e imparzialissima denuncia di Luciano Capone, pronto a esibirla in qualunque tribunale insieme al loro libraccio che li accusa, gli do di felloni, di autori di una maleodorante e putrida chiassata negazionista e antisemita, chiedo che siano cacciati e sputtanati, esigo una querela per parlarne alla sbarra, e loro fanno finta di niente, festeggiano la dilazione, l'imbroglio protetto e garantito dalla coltre di nebbia, dai falsi ritiri della mano che ha gettato il sasso: l'intemerata del Fogliuzzo non è accoglibile, nemmeno nella forma della richiesta di chiarimento in sede giudiziaria, "non si dà risposta né positiva né negativa, ma solo dilatoria e interlocutoria, alla richiesta" di un piccolo organo dell'opinione pubblica informata. E intanto si attende alla politica e alla pratica della giustizia e relative carriere in attesa che si riunisca la corte di Norimberga per processare quelli (letterale, da un video) come Draghi e altri che lavorano perché la pandemia non finisca promettendo immunità a chi ubbidisce loro. C'è del metodo, come dice Cerasa, specie nello sfruttamento dell'omertà, ma questo qui è il delirio colossale, una roba fin qui mai vista, di magistrati la cui mente è chiaramente imbizzarrita. E la cosa non riguarda loro, che declinano e tacciono o straparlano in altre sedi, ma ci riguarda, noi sì, noi ci riguarda. A questo punto mi domando: ma Paolo Mieli, Aldo Cazzullo, Gian Antonio Stella, Fiorenza Sarzanini, Luciano Fontana, Maurizio Molinari, Ezio Mauro, Luigi Manconi, Gad Lerner, il Damilano, il volto di una trasmissione che si chiama "Piazzapulita", o la Berlinguer, la Gruber, e mille altri corifei dell'opinione possono veramente anche loro, come fanno, opporre una fin de non-recevoir? Trovano chic, diplomatico, di mondo, questo scansare la fatica, tacendo o minimizzando dolosamente, di approntare un ordinario dialogo di verità su una vergognosa menzogna propalata da gente che paghiamo per fare giustizia? E lo stesso per intellettuali, magistrati, giudici del Csm, parlamentari?
Carmelo Caruso: "Su Gratteri, Violante dà la sveglia"
Luciano Violante
Roma. C'è un magistrato importante che firma la prefazione di un libro negazionista. E' un magistrato che non spiega perché lo ha fatto, ma che attacca chi lo svela. Caro Luciano Violante in questi casi cosa si fa? "Se avesse conosciuto integralmente i contenuti del libro, dubito che avrebbe scritto la prefazione". E non è addirittura peggio? "E' certamente un problema. Le azioni di alcune figure pubbliche, la cui legittimazione si fonda sulla fiducia, non sono mai questioni private.". Lei, solitamente, accetta di prefare un libro che non legge? "Io ho certamente più tempo disponibile. Prima li leggo e poi decido. In alcuni casi ho declinato motivando il rifiuto". Quel magistrato si chiama Nicola Gratteri. E' procuratore capo di Catanzaro. Il Foglio lo ha cercato. Ci ha riempito di insulti che non vale la pena riferire. Per non dimenticare di che libro si discute e delle tesi dei suoi autori, ecco una brevissima sintesi: "I vaccini sono acqua di fogna", "il Covid non ha ucciso nessuno", "il mondo lo comandano gli ebrei". Uno degli autori, Angelo Giorgianni, è magistrato della Corte d'appello a Messina. Violante: "Il caso Gratteri lede la credibilità della magistratura" Va anche spiegato, per chi legge, che Gratteri è pronto a formulare regolare domanda per guidare la procura di Milano che è la procura più importante d'Italia. Secondo lei, Violante, un magistrato che firma la prefazione di un libro tanto guasto merita di dirigere la procura di Milano? "Non rispondo a questa domanda. Penso però che questi comportamenti possano ledere l'autorevolezza che richiede la direzione di un ufficio giudiziario". Una curiosità. Ha ricoperto la carica di presidente della Camera e prima ancora è stato magistrato a Torino. Tutta la magistratura vede in lei un antico riferimento. Ritiene che i "vaccini siano acqua di fogna"? "Il dottor Gratteri ha precisato che tutto il suo ufficio si è vaccinato. Dunque non sono acqua di fogna...". Da una parte c'è il negazionismo e dall'altra la richiesta dei magistrati di essere vaccinati prima di altri. Un'altra contraddizione o solo un impazzimento? "Il corporativismo danneggia la reputazione della magistratura; ma sta emergendo una magistratura diversa, attenta alla propria legittimazione sostanziale. II problema, a mio avviso, riguarda l'etica della professione. Un magistrato che pub limitare pesantemente i diritti dei cittadini deve evitare di danneggiare la propria credibilità". Si pub liquidare tutto questo alzando le spalle? "Mi preoccupa, lo ripeto, la scissione, tra funzioni pubbliche e comportamenti privati. Tutti i comportamenti di un magistrato possono essere sottoposti a una valutazione della opinione pubblica". I magistrati possiedono un organo di autodisciplina. E' il Csm. In questo caso non dovrebbe intervenire? "La sezione disciplinare è un settore del Csm ed è presieduta da un membro laico. Cerco di dire che i comportamenti del magistrato non possono essere regolati solo dal rischio della sanzione. Il rapporto fra cittadini e magistrati si fonda sulla fiducia e sul senso di responsabilità. Se vengono meno, è un disastro. C'è un diritto individuale moderno che si sta facendo strada. E' il diritto alla reputazione che non viene abbastanza considerato e su cui bisognerebbe aprire un dibattito. Come un magistrato e anche un giornalista tutelano i diritti delle persone?". Noi immaginiamo con la credibilità. "Certo. Serve anche un rapporto diverso con i mezzi di comunicazione. Ci sono casi che andrebbero discussi. Penso a quello che è stato definito "il sistema Incalza" che non esisteva; ai 49 processi e 49 assoluzioni di Lorenzo Necci, previa detenzione in carcere per entrambi i casi. Voglio dire che Csm o no, il problema è più profondo". Si è mai chiesto per quale ragione sempre più magistrati vengono affascinati da tesi cospirazioniste? L'autore di questo bestseller "Strage di Stato - Le verità nascoste sul Covid 19" è una toga, a Messina. Perché? "Posso dire che in tutte le categorie ci sono persone un po' più singolari di altre. Per fortuna l'ordinamento prevede valutazioni periodiche". Se fosse imputato a Messina lei si fiderebbe di Giorgianni? "Anche quando si prende un taxi si deve avere fiducia del conducente". Se non bastano sanzioni, è forse opportuno mandare a lezioni private di biologia e chimica i magistrati negazionisti? "Purtroppo non scherzo su questo. Il giudice, prima di decidere, deve a volte studiare questioni che richiedono altri saperi rispetto a quelli ordinari. Ricordo però che, da magistrato, occupandomi di un caso colossale di bancarotta, chiesi lezioni private su bilanci e società per azioni ad un importante commercialista di Torino. Il suo rigore scientifico mi aiutò. Forse servirebbe qualche conoscenza in più per chi ha scritto quel libro". Lei lo leggerà dopo tutto questo parlare? "Certi libri non si comprano".
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