Riprendiamo da LIBERO di oggi, 31/03/2021 a pag.9, con il titolo 'Parigi ordina: bloccare più profughi possibile', il commento di Mauro Zanon.
Mauro Zanon
Il confine di Stato a Clavière. Dietro, il monte Janus
Per attraversare il Colle del Monginevro, valico alpino tra Italia e Francia, bisogna camminare per circa una decina di chilometri e a più di 1.800 metri di altezza. Ogni giorno, in condizioni estreme, decine di migranti di origini marocchine, algerine, tunisine, egiziane, iraniane e afghane, riescono ad arrivare a Briançon, comune situato nelle Alpi Marittime francesi, al termine di una traversata pericolosa ed estenuante. Ridotti al minimo durante i momenti più duri della crisi sanitaria, i tentativi di passaggio del confine sono ripresi a gonfie vele, come racconta Le Monde in un lungo reportage sulla "route des migrants".
L'ESERCITO SCHIERATO Ma, assieme ai tentativi di attraversamento della frontiera italo-francese, sono ricominciati anche gli scontri con i gendarmi, tanto che le associazioni umanitarie come Tous Migrants et Médecins du Monde hanno parlato di vero e proprio «harcelement policier» nelle ultime settimane, di intimidazioni e aggressioni da parte delle forze di polizia francese. Philippe de Botton, medico e presidente di Médecins du Monde, ha detto che la frontiera francese è «sempre più militarizzata», e la prova si è avuta pochi giorni fa, quando alcuni gendarmi, nei pressi di Clavière, hanno esploso alcuni colpi di pistola a scopo intimidatorio per allontanare una cinquantina di migranti, tra cui una madre e la figlia afghana di tredici anni, poi ricoverata in stato di choc all'ospedale Regina Margherita di Torino. Che il giro di vite sarebbe arrivato, lo aveva annunciato lo stesso Macron lo scorso novembre, in occasione di una visita alla frontiera franco-spagnola. «Passeremo da 2.400 a 4.800 poliziotti, gendarmi, militari e Crs (poliziotti in tenuta antisommossa, ndr) mobilitati per lottare contro l'immigrazione clandestina», dichiarò l'inquilino dell'Eliseo con toni marziali. Come riportato dal quotidiano Libération, sono 200 i militari dell'operazione antiterrorismo. Sentinelle che partecipano dallo scorso autunno al controllo delle frontiere francesi e ai respingimenti. «Contro l'immigrazione illegale, Macron manda l'esercito», ha scritto il quotidiano parigino, sottolineando che negli ultimi anni nessun presidente aveva mobilitato dei soldati per gestire la questione migratoria: nemmeno Nicolas Sarkozy nel periodo in cui flirtava con la destra della destra di Marine Le Pen.
DARMANIN IL FALCO Il simbolo del cambio di passo in materia di lotta contro l'immigrazione clandestina è la nomina del gollista Gérald Darmanin al ministero dell'Interno, un "petit Sarkozy" adorato dai prefetti e dalle alte gerarchie della gendarmeria per i suoi modi muscolari e il gusto per il manganello. Darmanin, ministro dall'estate scorsa, ha messo in pratica rapidamente una politica di espulsioni e sgomberi che piace molto all'ala destra del suo ex partito, Les Républicains, ma molto meno alla formazione dell'attuale presidente, la République en marche. «Il giorno dopo aver assunto il ruolo di ministro, ho chiesto al prefetto del Pas-de-Calais di ordinare l'espulsione di un campo migranti», ha affermato soddisfatto davanti all'Assemblea nazionale, suscitando le ire della sinistra. Giovedì scorso, inoltre, ha rimesso al centro del tavolo la questione dei minori non accompagnati algerini e marocchini, altro dossier incandescente, annunciando un imminente confronto con le autorità di Algeri e Rabat per velocizzare le espulsioni. A inizio marzo, a Monginevro, su iniziativa delle associazioni Un ponte di corpi e Tous Migrants, trecento persone si sono riunite per manifestare contro la violenza dei gendarmi francesi, invocando la "demilitarizzazione della frontiera". Ma come raccontato dal settimanale parigino L'Express, Gérald Darmanin, nonostante il Covid-19 e le accuse di essere un ministro di destra, "non ha alcuna intenzione" di rinunciare al pugno duro in materia di immigrazione.
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