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La Repubblica Rassegna Stampa
29.03.2021 Moschee in Europa: l'islamista Erdogan alla conquista della Francia
Cronaca di Anais Ginori

Testata: La Repubblica
Data: 29 marzo 2021
Pagina: 21
Autore: Anais Ginori
Titolo: «La grande moschea finanziata dai turchi che divide la Francia»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 25/02/2021, a pag. 21, con il titolo  "La grande moschea finanziata dai turchi che divide la Francia", il commento di Anais Ginori.

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Anais Ginori

In Europa i musulmani trattati come gli ebrei negli anni 30
Emmanuel Macron, Recep T. Erdogan

Dovrebbe essere la “più grande moschea d’Europa”, almeno così dicono i suoi promotori. La Turchia guida il faraonico cantiere in corso a Strasburgo. Con un costo stimato di 32 milioni di euro, il progetto della moschea Eyyub Sultan è portato avanti dalla confederazione islamica Millî Görüs. L’organizzazione è al centro di polemiche negli ultimi mesi perché si è rifiutata di firmare la “Carta dell’Islam di Francia”, il testo proposto da Emmanuel Macron nel quale sono elencati i valori della République da rispettare nelle moschee francesi. Nonostante questo contenzioso, il consiglio comunale di Strasburgo ha votato a favore di una sovvenzione di 2,5 milioni di euro verso Millî Görüs. Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha già annunciato ricorso per bloccare il finanziamento. Darmanin si è scagliato contro la nuova sindaca, Jeanne Barseghian, eletta l’anno scorso in una coalizione tra Verdi e sinistra, accusandola di finanziare «una moschea sostenuta da una federazione che difende l’Islam politico». Anche Macron è entrato nella polemica in modo indiretto, parlando di «ingenuità» di alcuni enti locali rispetto ai tentativi di «ingerenze » della Turchia. «Dobbiamo aprire gli occhi», ha commentato Macron che nell’ultimo anno si è scontrato a distanza in più occasioni con Erdogan. Un dibattito che già esiste da tempo in Germania, dove c’è una storica comunità turca e il quartier generale di Millî Görüs, e che ormai si affaccia nella patria dei Lumi, non a caso in una regione vicina al confine tedesco.


La moschea in costruzione, in puro stile ottomano, con due minareti alti 36 metri, è diventata uno dei simboli delle ambizioni di Ankara. Il grande complesso nel quartiere Meinau avrà una sala di preghiera che potrà accogliere più di duemila fedeli, ma anche una scuola coranica, un ristorante e una sala da tè, un parrucchiere. La legge sulla laicità vieta allo Stato di finanziare luoghi di culto. Ma le regioni di Alsazia e Mosella fanno eccezione perché erano sotto il dominio tedesco quando venne approvata la legge del 1905. Il progetto, che punta a ingrandire una moschea già esistente, ha già subito ritardi. Si è aggiunto un problema di finanziamento: gli appelli per le donazioni tra i fedeli non sono bastati. L’associazione avrebbe ricevuto fondi anche dal Qatar. Dopo il voto e gli attacchi dal governo, la sindaca assicura che prima di sbloccare i fondi chiederà all’associazione il «pieno rispetto dei valori repubblicani». E ha anche annunciato di voler querelare sia Darmanin che la viceministra dell’Interno, Marlène Schiappa, che aveva accusato il partito dei Verdi di «scendere a patti con l’Islam radicale ». Negli ultimi tempi la Francia moltiplica i gesti per arginare l’espansionismo di Erdogan. A novembre il governo ha bandito i Lupi Grigi, il gruppo paramilitare turco vicino a Erdogan. Macron ha anche annunciato di voler porre fine entro il 2024 agli “imam distaccati”, mandati da paesi musulmani. Il contingente più forte di predicatori inviati dall’estero è ormai quello della Turchia.

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