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Italia Oggi Rassegna Stampa
23.03.2021 Austria: la terrazza di Hitler e i conti mai chiusi con il nazismo
Commento di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 23 marzo 2021
Pagina: 23
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Hitler e quella terrazza con vista sul nazismo»
Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO di oggi 23/03/2021, a pag.23 con il titolo "Hitler e quella terrazza con vista sul nazismo" il commento di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

Heldenplatz - Wikipedia
La Heldenplatz a Vienna durante il discorso di Hitler del 15 marzo 1938

Sarebbe possibile aprire al pubblico a Roma il balcone di Palazzo Venezia, da dove Mussolini parlava agli italiani? Da qui il Duce annunciò l'entrata in guerra dell'Italia, e la folla applaudì. Tutti sicuri della vittoria in pochi giorni. La vista è stupenda, un posto adatto per un selfie, un souvenir per i turisti, e anche per i nostalgici. A Vienna verrà aperto il «balcone di Hitler», sbarrato dalla fine della guerra, sempre che non ci siano ripensamenti all'ultimo momento. L'Austria ha avuto, ed ha, problemi con il suo passato, e dopo la fine del Ill Reich, di cui entrò a far parte, è riuscita a farsi passare per vittima del nazismo. Agli occidentali serviva uno stato cuscinetto sul confine con l'Europa comunista al di là della cortina di ferro, con la Cecoslovacchia e l'Ungheria. Il 15 marzo del 1938, Hitler parlò a oltre 200mila viennesi, stipati nell'Heldenplatz, la Piazza degli Eroi, annunciando l'Anschluss, l'unione dell'Austria al grande Reich. Ma non pronunciò volutamente mai la parola Österreich, preferendo il termine Heimat, cioè la piccola patria, il luogo natio. Più che un balcone è una terrazza, di oltre 200 metri quadrati, nella nuova ala dell'Hofburg, il palazzo reale, dove ora si trova l'Haus der Geschichte, la Casa della Storia. La direttrice Monika Sommer vuole includere la terrazza che risale all'Ottocento nel museo, e aprirla ai visitatori. Come violare un tabù. «C'è un problema con i luoghi contagiati dal nazismo, spiega, come la casa natale del Führer a Braunau, si vuole evitare che diventino un luogo di pellegrinaggio per i nostalgici. Ma la storia va esorcizzata, e non si devono cancellare i luoghi inquietanti». La terrazza fu aperta solo una volta nel novembre del 1992 per il discorso del Premio Nobel per la pace Elie Wiesel, scrittore, e un superstite dei campi di sterminio. «II balcone è solo un simbolo, disse, i conti con il passato vanno fatti non dall'alto, dal balcone, ma dal basso». Frau Sommer ha iniziato un sondaggio nel suo museo: ai visitatori si chiede se sarebbero favorevoli o contrari, su 60mila, 51mila sono per l'apertura: dalla terrazza, come da Palazzo Venezia, si vede il cuore di Vienna, dal Palazzo del Presidente della Repubblica, al Municipio, dalla Cancelleria al Parlamento. In realtà i balconi di Hitler a Vienna sono due, e il secondo si trova sempre sull'Heldenplatz. II 9 ottobre, alla vigilia della Domenica delle Palme e del referendum sull'Anschluss, il Führer attraversò la città su un'auto scoperta, per parlare ancora una volta agli austriaci, accanto al ministro della propaganda Joseph Goebbels. Sulle mura di Vienna erano stati attaccati 200mi1a manifesti con il volto di Hitler, e la domenica divenne una gran festa popolare, con birra e würstel gratis. Per l'occasione, sulla facciata del municipio era stato costruito rapidamente un balcone in legno, che subito dopo fu rifatto in pietra. I viennesi da tempo vorrebbero buttarlo giù, dato che è una costruzione fittizia, non storica. Sulla facciata della Rathaus, si sostiene, basterebbe una lapide con il nome degli austriaci vittime del nazismo. Buttare giù il balcone costerebbe 100mila euro. II referendum fu un plebiscito per l'ingresso dell'Austria nel Reich, con il 96,4 per cento di sì. «Gli austriaci furono delle vittime volontarie, felici di unirsi ai potenti vicini tedeschi», diceva Simon Wiesenthal, prima della vittoria dell'austriaco Hitler nel 1933, in proporzione gli iscritti al partito nazista in Austria erano molto di più che in Germania».

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