Due giornalisti a confronto Franceschini e Viola: due modi completamente diversi per affrontare lo stesso argomento
Testata: La Repubblica Data: 08 ottobre 2002 Pagina: 1 Autore: Sandro Viola Titolo: «L' obiettivo di Sharon»
Due stili, due cervelli: così potremmo intitolare questo sommario raffronto fra due modi di affrontare il medesimo argomento, casualmente affiancati su Repubblica dell' 8 ottobre. Gli stili ed i cervelli di Enrico Franceschini e di Sandro Viola. Ed un solo argomento, l'uccisione di civili palestinesi avvenuto a Khan Yunis a seguito di un intervento militare israeliano. Franceschini firma ben tre articoli che riempiono due pagine: uno è di cronaca, uno è frutto dell' intervista ad un leader di Hamas, il terzo è il resoconto di un avvenimento che il resto dei media italiani ha taciuto, forse perché non si lascia inquadrare nell' ondata di indignazione contro Israele: la cattura, la tortura e l' assassinio di un generale di Arafat, il capo delle potenti forze anti-sommossa dell' Autorità Palestinese, da parte di un commando di Hamas travestito da polizia palestinese. Un assassinio a sangue freddo, premeditato, che si inserisce nella lotta per il potere e conferma la ferocia dei gruppi palestinesi inquadrati da Hamas, dalla Jihad e da Al Fatah. E Viola? Viola non cambia il suo modo di pensare e di scrivere, sempre identico quando si tratta di Israele. Vi ricordate lo slogan dei "compagni che sbagliano" usato in una certa sinistra per indicare le Brigate Rosse? Ecco: i Palestinesi sono "compagni che sbagliano", ma che fondamentalmente hanno sempre ragione. Gli israeliani sono invece sempre malvagi, e se capita che qualche volta siano vittima dei "compagni che sbagliano" si tratta solo di un episodio casuale. In questo suo articolo, Viola sottolinea che Sharon non accetta l' idea di smettere di "menare colpi sempre più terribili sulla testa dei civili palestinesi". Mai che Viola abbia usato una analoga definizione per Arafat. I terroristi palestinesi sono "giovani dalla mente oscurata", dietro di loro non c'è nulla, né organizzazioni, né soldi, né ordini provenienti dal potere politico. Sono degli isolati, che usano il bricolage per fare le stragi. Invece "al vertice politico-militare d' Israele s'è fatta strada la decisione di massacrare quanti più palestinesi è possibile". Conclusione logica? "E allora che differenza c'è, quale distinguo può ancora stare in piedi, tra le bombe dei kamikaze di Hamas e i missili, le cannonate, la mitraglia pesante dell' esercito di Sharon?". Ma è Viola stesso che senza accorgersene fornisce la risposta ed indica la differenza: in Israele negli ambienti della politica, della cultura, del giornalismo si levano voci fortemente critiche, si ragiona approfonditamente sul senso di questi avvenimenti, si cerca una via verso la pace. "Mettere sullo stesso piano la follia terroristica dei kamikaze (n.d.a.: ricordate? anche Hitler era un folle, per chi voleva scagionare il nazismo!) e la violenza cieca, devastante, implacabile, delle rappresaglie ordinate dal governo Sharon", come fa Viola, non è consentito quando su un versante vi è una lacerante discussione, ed un doloroso esame di coscienza segna ogni israeliano, e sull' altro versante vi è solo il silenzio imposto con la forza delle armi e del terrore dei linciaggi a chiunque osi pensare ad una pace con Israele.
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