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La Repubblica Rassegna Stampa
17.03.2021 Mozambico: bambini decapitati dallo Stato islamico
Cronaca di Raffaella Scuderi

Testata: La Repubblica
Data: 17 marzo 2021
Pagina: 19
Autore: Raffaella Scuderi
Titolo: «Orrore in Mozambico. Bimbi decapitati dall’Isis davanti alle madri»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 17/03/2021, a pag. 19, il commento di Raffaella Scuderi dal titolo "Orrore in Mozambico. Bimbi decapitati dall’Isis davanti alle madri".

Isis decapita i bambini in Mozambico
Jihadisti in Mozambico

I jihadisti in Mozambico hanno dichiarato guerra ai bambini. Se non riescono a reclutarli per i loro insani scopi, li decapitano. Lo testimoniano i racconti delle madri raccolti dai volontari della ong Save the Children nei campi degli sfollati al Nord del Paese, a Cabo Delgado. «Seguono due schemi: il terrore e l’uccisione a caso. Quando i bambini oppongono resistenza al tentativo dei miliziani di reclutarli, vengono uccisi. Anche decapitati». Chance Briggs è il direttore della ong in Mozambico, a capo di un team di 50 persone che si occupa dei bambini della provincia di Cabo Delgado. Gli operatori gli hanno raccontato le testimonianze raccapriccianti di madri che hanno assistito all’uccisione dei figli. Elsa, 28 anni, mamma di 5 bambini, ha assistito alla decapitazione del maggiore, Filipe, 12 anni. «Quella notte il nostro villaggio è stato attaccato e le case sono state bruciate. Quando tutto è iniziato, ero a casa con i miei quattro figli. Abbiamo cercato di scappare nella boscaglia, ma hanno preso mio figlio maggiore e lo hanno decapitato». E lo scorso novembre, sempre lì, decine di giovani corpi sono stati ritrovati decapitati e fatti a pezzi, dopo essere stati giustiziati in un campo di calcio.

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Da tre anni questa provincia nell’estremo Nord del Paese, mecca mondiale del gas, verso il confine con la Tanzania, è in mano a un gruppo di jihadisti che ha giurato fedeltà all’Isis e che si coordina con i centrafricani e i vicini congolesi dell’Adf. Si chiamano Ansar al Sunna, anche noti con il nome di al Shabaab. Da tre anni portano distruzione e morte in questa regione e nella vicina Tanzania. Hanno iniziato con sporadiche incursioni nel 2017 fino ad arrivare a oltre venti nel solo mese di febbraio. Assaltano palazzi del governo, bloccano strade, rapinano banche, uccidono civili. E decapitano bambini. A causa del conflitto ci sono circa 670mila sfollati interni in un’area di 2,3 milioni di abitanti, quasi sette volte il numero riportato un anno fa. Di questi la metà sono bambini. Almeno 2.614 persone sono morte, di cui 1.312 civili. E pensare che qui circolano centinaia di miliardi. Nel 2010 e nel 2013, al largo della costa settentrionale, sono state scoperte enormi quantità di gas: oltre 5mila miliardi di metri cubi, la nona riserva più grande al mondo. Per sfruttarla saranno investiti almeno 60 miliardi di dollari, quattro volte il Pil del Mozambico. C’è la francese Total, l’americana Exxon, la cinese Cnooc e l’italiana Eni. Ci hanno messo i soldi anche gli americani. Non sorprende che i cieli di Cabo Delgado siano pattugliati da elicotteri di contractor privati. Come quelli della sudafricana Dyck Advisor Group, che recentemente è stata accusata da un report di Amnesty International di crimini di guerra. «Proprio perché è la regione più ricca del Paese il malcontento cresce. La popolazione non trae beneficio dalla ricchezza della provincia. Il 5% dei bambini muore per malaria, malnutrizione e omicidi indiscriminati », sottolinea Briggs che racconta anche del coraggio degli operatori in questa parte di Africa. «Si, hanno paura. E sono preoccupati per il futuro della popolazione mozambicana. Ma vince la compassione per questo popolo meraviglioso ».

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